Si è tenuta ieri sera (8 agosto ndr), la prima
assemblea cittadina a Giugliano dopo l’annuncio shock dell’assessore regionale
all’ambiente Giovanni Romano che pochi giorni fa ha fissato in poche settimane
il tempo per il via al bando per la costruzione dell’inceneritore. Secondo la
giunta regionale di centro destra guidata da Stefano Caldoro, l’inceneritore –
previsto dalla legge 26 del 2010 votata dal governo Berlusconi e scritta ai
tempi da Guido Bertolaso – servirebbe a smaltire le ecoballe fuori norma
accatastate tra Giugliano, Villa Literno, Caivano ed altri siti in giro per la
regione Campania. 6 milioni di tonnellate di ecoballe sono quelle accatastate
nel deposito di Taverna del Re che si trova proprio a Giugliano. Quelle balle,
che di “eco” hanno ben poco, sono il frutto del disastro perpetrato dalla
Fibe-Impregilo nella gestione del ciclo dei rifiuti negli anni zero, quelli
caratterizzati dalla gestione del commissariato straordinario da parte di
Antonio Bassolino. Il processo “Bassolino – Impregilo” imbastito dai pm Noviello
e Sirleo, che si fonda in parte proprio sulla produzione di quelle ecoballe, si
è concluso poche settimane fa con la prescrizione per Bassolino ed una condanna
a 2 anni e 4 mesi per Piergiorgio Romiti. Per l’azienda invece niente
prescrizione ma bisognerà attendere gli altri gradi di giudizio. Intanto però le
ecoballe sono sempre parcheggiate lì e l’assessore Romano ha ben pensato di
affidare ad un inceneritore il suo smaltimento. Giugliano è tra i luoghi più
avvelenati della Campania, sono ben 15 le discariche abusive con presenza di
rifiuti tossici censite intorno al deposito di Taverna del Re. Per bonificare
solo le due discariche Resit occorrerebbe una cifra intorno ai due miliardi di
euro! Un territori che pagherà a caro prezzo il pesante inquinamento dovuto
allo sversamento di rifiuti tossici e non. Secondo i periti della Procura della
Repubblica di Napoli proprio nella zona di Taverna del Re la falda acquifera
dal 2064 sarà irrimediabilmente compromessa e l’acqua di conseguenza non sarà
più potabile.
In un territorio così, cosa altro c’era di meglio da fare se non un
inceneritore che ricoprirà la zona ed i comuni limitrofi (Qualiano, Villa
Literno, Mugnano, Marano, Calvizzano, Villaricca, Castelvolturno e tutti i
quartieri dell’area nord di Napoli) di diossine e polveri sottili ?
L’assemblea di ieri sera è stato un primo importante passaggio per la
costruzione di una mobilitazione popolare vasta ed allargata alle intere
province di Napoli e Caserta. Oltre agli attivisti ed ai comitati che formano
il “Presidio permanente Taverna del Re” da anni, erano presenti anche la Rete
Commons, il Coordinamento Comitati Fuochi – questi ultimi due impegnati nella
coalizione Stop Biocidio – il Movimento 5 Stelle di Giugliano, esponenti di
Sinistra Ecologia e Libertà, i disoccupati di Giugliano. E’ toccato a Mimmo Di
Gennaro, storico attivista giuglianese ed oggi vicino a Sel, serrare le fila.
<>. Di Gennaro ricorda attraverso
un documento articolato il Presidio di Taverna del Re abbia chiesto da tempo
<>. Il no senza se e
senza ma ovviamente è il collante delle tante realtà che annunciano battaglia
contro l’inceneritore voluto dalla giunta Caldoro.
L’assemblea di ieri sera ha stabilito un lavoro territoriale su due binari
paralleli. Il primo passa per la sensibilizzazione del territorio e vede impegnate
principalmente le realtà giuglianesi a cominciare da un primo appuntamento
pubblico fissato per sabato alle 18 nella zona del Lago Patria sempre nel
comune di Giugliano. I comitati arrivati dagli altri territori invece si sono
impegnati nella costruzione di iniziative sui propri territori per convergere
tutti ai primi di settembre in una assemblea regionale da tenersi a Giugliano
in piazza per cominciare a mostrare i muscoli contro i piani di Romano e
Caldoro.
Impegnati sul terreno del no all’inceneritore anche i parlamentari del
Movimento 5 Stelle a cominciare dal deputato Salvatore Micillo, giuglianese,
proveniente proprio dalle battaglie contro le ecoballe di Taverna del Re.
<> commenta amaro il deputato pentastellato
che però non demorde <>.
Intanto si rincorrono le voce sulla localizzazione del sito. Secondo le
dichiarazioni dell’assessore Romano si tratterebbe di un revamping di un impianto
situato in zona industriale. Un affare da 450 milioni di euro, con
finanziamento completamente privato ed i Cip 6 – previsti per questo
inceneritore dalle legge 26 del 2010 – a ripagare l’investimento. Alla finestra
ci sarebbero multinazionali come la Veolia e l’italiana Edipower, società
partecipata da A2A, Iren ed Acea.
Il sito dovrebbe essere l’attuale centrale a turbogas dell’Enel situata nella
zona ASI Ponte Riccio ai confini tra il comune di Giugliano e quelli di
Qualiano e Villa Literno. Un sito a pochi chilometri dal mare ed attaccato al
trafficatissimo asse mediano, strada di collegamento dal litorale domitio alla
città di Napoli. Strade che senza dubbio si riempiranno ben presto di cittadini
infuriati.
I comitati territoriali preparano la battaglia contro l'inceneritore.
Giugliano: si scaldano i motori della rivolta.
di Antonio Musella
9 / 8 / 2013