Gli stati generali sul clima e l'aria condizionata di Renzi

Sul convegno governativo di lunedì 22 giugno verso Cop21

22 / 6 / 2015

A Roma il 22 giugno va in onda l’ennesima operazione di maquillage politico del Governo Renzi. Questa volta il campo in cui “il fiorentino” si cimenta, è quello del cambiamento climatico.

Nel sito governativo “italiasicura” – molto giovanile e molto green – viene presentata l’iniziativa degli “Stati generali sui cambiamenti climatici e la difesa del territorio in Italia”, che si terrà dentro l’aula dei gruppi parlamentari in Via Campo Marzio.

Con un linguaggio quasi da "militante ambientalista" il Governo si fa ascoltatore, mediatore e portatore delle istanze ambientali che vengono dal mondo delle categorie, delle associazioni e, addirittura, da quello dell' "attivismo" in vista del summit COP21 che si terrà nel mese di dicembre a Parigi.

Il Governo parla di energie alternative mentre continua a finanziare l’utilizzo di fonti fossili; parla di valorizzare i prodotti locali e il cibo di qualità, mentre dentro Expo o dentro Eataly l’unica cosa a essere “valorizzata” è il bieco sfruttamento dei lavoratori; parla di riqualificare e rinnovare l’edilizia urbana (case, scuole, edifici pubblici ecc) mentre continua a finanziare le grandi opere e le clientele mafiose che ne fanno parte; parla di diminuzione della CO2 e pensa di farlo tramite lo stoccaggio nel Mare Adriatico, riducendolo a una groviera.

Lo Sblocca Italia è la negazione di ogni “democrazia energetica”, perché aumenta il dissesto idrogeologico dei nostri territori, permette alle grandi multinazionali del petrolio di appropriarsi e speculare sui beni comuni, non prevede nessun piano reale ed efficace sul tema della casa e dell’edilizia pubblica e sociale, permette che si continui a cementificare le nostre città, centralizza e finalizza ogni finanziamento pubblico agli enti locali, infine, tramite la possibilità di definire un sito d’interesse strategico nazionale con la conseguente militarizzazione, nega ogni forma di controllo popolare e di democrazia partecipata.

Cambiare il sistema, non il clima” non è un semplice slogan, ma una prospettiva politica che per chi non è stupido o non ha interessi di bottega, non può avere nessuna conciliazione e neanche nessuna interlocuzione con chi al governo cerca di recuperare il consenso perduto indossando per l’occasione la maschera – per altro ridicola – di una “democrazia verde”.

Gli stati generali sul clima del Governo Renzi non vanno attraversati ma disertati. Con essi non vanno create occasioni d’incontro, ma di scontro. Per quanto ci riguarda, riteniamo inconciliabile con luoghi e prassi di movimento la partecipazione all’ennesimo palcoscenico renziano.

I sei minuti di visibilità offerti dal governo sottoforma di micro interventi concessi alla "società civile" in cambio della legittimazione pubblica dell'iniziativa non possono che essere rispediti al mittente. Quando si accetta di sedersi al tavolo con chi ogni giorno umilia i nostri territori affossandone ogni possibilità di controllo e di gestione da parte di chi ci vive; quando si parla di profughi climatici e ci si siede accanto ai ministri francesi mentre un‘umanità ritenuta in esubero è accampata sopra gli scogli del confine italo-francese; quando la conquista di un frammento di visibilità prevale sugli obiettivi reali, si finisce con il perpetuare e rafforzare proprio quel “sistema” che lo slogan tanto citato ci dice – giustamente – di cambiare.

L'appuntamento del governo Renzi sul clima, pomposamente rappresentato come l'incontro degli "stati generali", fa parte del problema e non della soluzione: abbiamo bisogno di ossigeno e non di un'altra razione di CO2.

Centri Sociali Marche