I ribelli delle città. Costruzione del conflitto dentro e fuori l’Università

1 / 9 / 2016

La crisi globale che stiamo vivendo mette in luce un dato: con il crollo del concetto di Stato – nazione, le città sono tornate ad essere il terreno sociale in cui si pratica il conflitto e si sperimentano nuove pratiche di mutualità e democrazia diretta.

Già da qualche anno appare evidente che le soggettività politiche studentesche trovano delle difficoltà ad istaurare un rapporto continuo con il tessuto studentesco che attraversa gli atenei di tutta Italia ma è proprio nelle città che i collettivi studenteschi ritrovano la possibilità di creare soggettivazione politica mettendo al centro del dibattito il rapporto che si instaura tra lo studente universitario e il tessuto cittadino in cui è collocato, apportando un enorme contribuito pratico e teorico a quelle che sono le lotte territoriali e sociali che quotidianamente attraversano i nostri territori.

Le scelte degli ultimi anni attuate dai governi centrali e cittadini hanno reso le città e le università luoghi sempre più inaccessibili, in cui la posizione dello studente ha assunto un estremo grado di subalternità ed emarginazione, distruggendo di fatto il diritto dello studente a vivere la propria realtà cittadina e di ottenere un’istruzione pubblica veramente accessibile a tutti; trasformando le università in luoghi di passaggio, bacini di manodopera a basso costo dando possibilità ai privati di trattare come filiali quelli che dovrebbero essere luoghi del sapere.

L’ingresso dei privati nel mondo della formazione è sotto gli occhi di tutti, l’abbiamo visto nel mondo della scuola secondaria con l’avvento della ‘Buona Scuola’ ed con la riforma Gelmini nelle università, dove diversi privati, non ultimo caso quello della Apple a Napoli, entrando nel consiglio di amministrazione, subordinano la direzione degli atenei ad interessi economici di natura neoliberista modificando radicalmente non solo i corsi di studi e in generale il mondo della formazione ma anche la struttura urbanistica della città subendo un processo di gentrificazione che con l’aumento generalizzato del costo degli affitti e il disincentivo all’investimento nei trasporti pubblici locali porta ad escludere le fasce più deboli della popolazione rendendo sempre più elitario l’accesso alla città e alla formazione.

I dati degli ultimi anni parlano chiaro: stiamo assistendo ad un processo di smantellamento del welfare universitario che, a seguito dei tagli del FFO, ha avuto come conseguenza la diminuzione delle borse di studio, degli alloggi per universitari ed un drastico calo delle iscrizioni e dell’abbandono universitario, i cui effetti si declinano in modo catastrofico nel tessuto sociale in quanto annullano completamente le possibilità di riscatto di territori già martoriati da anni di devastazione e saccheggio da parte dei governi centrali.

Il piano di distruzione di qualsiasi tipo di diritto e stato sociale, portato avanti dal governo Renzi in questi ultimi anni con la ‘Buona Scuola’, Jobs Act e Sblocca Italia, si completerà con il progetto di Riforma Costituzionale che ci consegnerà un paese completamente nelle mani di chi ci vuole sfruttati e precari e di chi vuole le nostre città e i nostri territori come luoghi da devastare per trarne il maggior profitto possibile riducendo ancor le modalità di partecipazione attiva dei cittadini alle politiche nazionali e locali.

Questi sono gli stimoli che hanno spinto i collettivi universitari italiani a riunirsi il 17 settembre, in un contesto di una due giorni di assemblee e workshop presso il Chiostro della basilica di Santa Maria della Sanità (detta Chiesa di San Vincenzo), con la sfida di riuscire a portare le contraddizioni che quotidianamente si vivono all’interno delle università, verso i territori e le città per incontrare quelle che sono le istanze sociali dei cittadini e delle cittadine riuscendo a costruire un fronte comune e complessivo che riesca a portare un attacco letale ad un governo centrale e ad un tipo di gestione delle risorse che ci vede come soggetti utili solo alla produzione e al consumo.

La sfida è sicuramente dura, ma non ci tireremo indietro.

D.A.D.A. – Dipartimento Autogestito Dell’Alternativa – Napoli

Collettivo S.P.A.M. – Padova

Li.S.C. – Venezia