Gli attivisti di TPO, Bartleby e Ya Basta incontrano il Sub Commissario con delega alla Scuola e chiedono il ritiro immediato del provvedimento contro i bambini stranieri.

In Comune contro la decisione di negare l'iscrizione dei bimbi irregolari agli asili nido di Bologna

Campagna per la cancellazione del requisito del permesso di soggiorno per iscriversi ai nidi d'infanzia.

8 / 4 / 2010

Leggi il comunicato di TPO

Una trentina di attivisti di TPO, Bartleby e associazione Ya Basta sono andati oggi negli ex uffici del Gabinetto del Sindaco, oggi sede del Commissario, per chiedere un incontro con lo staff del Commissario in merito alla decisione del Comune di negare l'iscrizione ai nidi di infanzia ai bambini figli di stranieri irregolari.

Dopo una trattativa con la Segreteria del Commissario durante la quale gli attivisti hanno incontrato la stampa, distribuito volantini ed esibito cartelli con le scritte “Nessun permesso per crescere - Asilo nido per tutti – Integrazione non segregazione ecc” hanno potuto incontrare Raffaele Ricciardi, Sub Commissario con delega alla Scuola.

Gli attivisti hanno chiesto ragioni di una decisione che penalizza i figli dei migranti per il solo fatto di essere nati da genitori senza permesso di soggiorno, attirando la sua attenzione sulla modulistica predisposta dal Comune per presentare la domanda.

Il Sub Commissario Ricciardi ha risposto contraddicendosi più volte: dapprima ha affermato che l'amministrazione si sarebbe attenuta alle disposizioni della legge 94/2009 (Pacchetto Sicurezza), incalzato dalle argomentazione dei giovani sulla normativa, sulla giurisprudenza e sul dibattito in corso in merito all'obbligo di esibizione del permesso di soggiorno ai fini dell'accesso ai nidi di infanzia, ha confusamente affermato che chiunque potrà presentare la domanda ed attendere poi una valutazione.

Colpisce che il Commissario abbia deciso, in un momento di vuoto politico, di applicare una decisione che presenta, al contrario, un forte carattere politico poiché abbraccia una interpretazione restrittiva e non confermata della nuova normativa.

Violando la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, ignorando le leggi e le sentenze della Corte Costituzionale che definiscono i nidi di infanzia un “servizio di interesse pubblico” e “strutture che concorrono alla formazione del minore” il Comune di Bologna si rende colpevole di favorire la segregazione dei migranti, allontanandoli dai servizi pubblici e negando loro le tutele previste ai minori, nel superiore interesse del fanciullo.

Dopo aver chiesto quindi la sostituzione della modulistica e del ritiro della condizione del permesso di soggiorno per accedere alle graduatorie dei nidi di infanzia, gli attivisti hanno lanciato una campagna di mail-bombing verso l'indirizzo email del Settore Istruzione, invitando tutte le realtà dell'associazionismo, del sindacalismo, dei movimenti e tutti i cittadini ad intasare la casella postale del Comune per chiedere l'immediato ritiro della disposizione.

Mail bombing al Comune di Bologna per chiedere il ritiro della decisione

Divieto d'integrazione, politica per l'infanzia del Comune di Bologna

Bologna- Diritto di Asilo Nido