«Venezia è un bene comune». E' lo
slogan che oggi avrebbe dovuto attraversare i luoghi simbolo della città
nel corteo organizzata dalla rete di Uniti per l'alternativa.
Obiettivo: «Veneto libero, dalla Lega Nord». Mobilitazione più che
annunciata, itinerario noto fin nei dettagli. Partenza alle 15 dal
piazzale della stazione Santa Lucia; arrivo in Riva Sette Martiri, dove
Bossi domani terrà il comizio finale della Festa dei popoli padani.
E' Beppe caccia,
consigliere comunale e tra i promotori dell'iniziativa a spiegare i
dettagli dell'altolà. «Il questore Fulvio Della Rocca ha risposto solo
ieri pomeriggio alla notifica della manifestazione con un'ordinanza che
impone disposizioni che - sulla base di motivazioni pretestuose e
autoritarie - di fatto costituiscono un inaccettabile impedimento al
corteo. A una manifestazione che non avrebbe creato problemi di ordine
pubblico e che doveva svolgersi lungo strada Nuova viene imposto di
concludersi a campo Santa Margherita. E pensare che abbiamo scelto il
giorno prima del raduno leghista proprio per evitare problemi. Questa
ordinanza - continua Caccia - è una vera e propria provocazione contro
l'esercizio del diritto a manifestare liberamente». Dichiarazioni
sottoscritte in un comunicato anche da Giorgio Molin (segretario
generale Fiom Veneto), Sebastiano Bonzio (consigliere comunale), Sandro
Sabiucciu (coordinatore Sel), Vittoria Scarpa (Razzismo Stop), Michele
Valentini (Rivolta) e Tommaso Cacciari (laboratorio Morion). Fanno
notare: «Ai militanti della Lega che due anni fa si sono resi
responsabili della devastazione di un ristorante e dell'aggressione
razzista a un cameriere albanese viene concesso di scorazzare a
piacimento. Ai cittadini democratici si vuole vietare un corteo
pacifico». Da qui la denuncia dell'«emergenza democratica nelle scelte
compiute dal Ministero dell'Interno». E l'appello al prefetto: «Si
faccia garante di un diritto costituzionale».
Ma prima, squadernare
il conflitto d'interesse: «In pratica il ministro dell'Interno della
Lega limita il corteo che avrebbe messo in difficoltà la Lega». La prova
che il "cartello" di associazioni, centri sociali, sindacati (Fiom e
Cobas) migranti, insieme a genitori, studenti e insegnanti (che comunque
oggi alle 15 saranno a Santa Lucia) fanno davvero paura. «Sburgiardiamo
la favola della diversità leghista e sveliamo l'inganno che ha prodotto
l'attuale manovra finanziaria, il razzismo e il fallimento delle
poltiche securitarie» spiega la ventina di realtà sociali che ha firmato
l'appello «contro la speculazione». Da qui l'operazione-verità sulla
devolution: «Al posto del federalismo sono arrivati i tagli alla sanità e
al welfare. Al posto dell'autonomia impositiva ticket e nuove tasse».
Il
tutto, naturalmente, non ferma il tradizionale tam-tam leghista. La
pubblicità della giornata conclusiva della Festa dei popoli si affida
alla cicloturistica Monviso-Venezia che prosegue idealmente il Giro
della Padania. In Veneto, marketing più che necessario alle alte sfere
del Carroccio preoccupate di placare gli effetti dell'alleanza con
Berlusconi e delle "guerre" non più intestine. Sullo sfondo, il carbone
della centrale Enel di Porto Tolle, «pulito» dai vincoli di legge con
una norma ad aziendam sponsorizzata (anche) dalla Lega che non convince
il popolo padano. In ogni caso domani, agli Schiavoni, tutti concentrati
sul palco del comizio di Bossi. Sovieticamente, disegnerà il nuovo
diametro del «cerchio magico». Al punto che nella Lega c'è chi assicura
conteranno più le foto delle parole.
tratto da IlManifesto del 17.09
In Veneto è proibito manifestare contro la Lega
Il Viminale blocca il corteo antagonista.Il cartello «Uniti contro la crisi»: «Rappresentiamo un problema, sveliamo la falsa diversità dei leghisti»
17 / 9 / 2011
Così
fino alle 17 di ieri. Poi il clamoroso stop della questura con
l'obbligo di limitare il corteo a metà percorso. Motivo ufficiale?
Ordini superiori. Del ministero dell'Interno.