Incenerimento dei rifiuti nei cementifici: grazie Clini!

27 / 4 / 2012

Si è svolto il 12 aprile, un Convegno proposto da Aitec-Confindustria (Associazione italiana tecnico economica cemento) dal titolo “Potenzialità e benefici dell’impiego dei combustibili solidi secondari (Css) nell’industria”. Lo studio commissionato dai produttori di cemento, ha fornito i dati sulle potenzialità dei Css derivati dai rifiuti urbani, da utilizzare in parziale sostituzione dei combustibili “tradizionali”, quali carbone e pet-coke. Va precisato che secondo l’attuale normativa, i CSS sono classificati come rifiuti speciali e i cementieri, da anni premono affinché siano emanati decreti ministeriali che tolgano a tali combustibili la qualifica di rifiuto.

Invitato alla presentazione di questo studio, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha annunciato entro il 30 aprile il decreto che farà uscire i Css dalla gestione dei rifiuti, ne stabilirà l’impiego nei processi industriali e in particolare nel settore del cemento.

Secondo i cementieri, con l’attuale produzione si potrebbe arrivare a sostituire 2 milioni di tonnellate l’anno di combustibili fossili, pari al 50% di energia consumata. Attualmente la sostituzione calorica dei combustibili fossili con quelli alternativi, come i rifiuti, raggiungere già l’8% ma il riferimento dicono sia il 61% della Germania, il 38% dell’Austria e il 27% della Francia.

Nel corso degli ultimi anni l’industria del cemento ha perso più del 30 per cento della produzione, dovuta al ristagno dell’edilizia e delle opere pubbliche. Così la possibilità di bruciare rifiuti diventa il nuovo business capace di far risparmiare nell’acquisto dei combustibili tradizionali e aggiungere guadagno per lo smaltimento dei rifiuti. Erano anni che i cementieri cercavano di creare quest’opportunità, e solo così si spiegano i consistenti investimenti attuati o stanziati per il rinnovamento degli impianti esistenti.

Nella zona di Este-Monselice, dove sono presenti tre cementifici e si produce il 60% del cemento veneto, questo provvedimento rischia di generare una sciagura epocale. Ecco serviti i fautori del revamping di Italcementi. L’incubo dei cementifici (che già utilizzano migliaia di tonnellate di rifiuti nel processo produttivo), trasformati in veri e propri inceneritori ormai è sempre più vicino alla realtà, con una differenza sostanziale: i cementifici che bruciano i rifiuti hanno limiti di emissioni ben maggiori di quelli degli inceneritori. E bruciare rifiuti non è la stessa cosa di bruciare combustibili fossili: le emissioni variano in base al contenuto di metalli e plastiche e sono caratterizzate da una forte produzione di diossine. Dobbiamo dire con chiarezza che presto questo territorio potrebbe trasformarsi da “area dei cementifici” a “zona degli inceneritori”, con tutte le note conseguenze sulla salute dei cittadini.

Inoltre, con questa scelta, subiranno un colpo mortale tutte le attività economiche parallele cresciute in questi anni all’interno del Parco Colli, dal turismo ambientale e culturale alle strutture ricettive famigliari, dalle produzioni di qualità e biologiche al circuito termale. L’occupazione da difendere e rilanciare è anche questa! Inoltre, come ampiamente dimostrato, il ciclo virtuoso del recupero e del riutilizzo dei rifiuti potrebbe creare molti più posti di lavoro, minor spreco di risorse, ma soprattutto minori danni alla salute.

Crediamo sia giunto il momento di togliere la maschera ai sostenitori del revamping dei cementifici nel Parco dei Colli Euganei, e fermarli prima che sia troppo tardi.

Comitato Popolare “Lasciateci Respirare"

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