Dopo la grande assemblea di ieri e verso venerdì 24 settembre

Indisponibili ma indispensabili

Una proposta, un invito

21 / 9 / 2010

“NOI NON SIAMO DISPONIBILI!” con questa ferma presa di posizione l'assemblea dei ricercatori di Bologna ha riaffermato con forza la decisione di non dare la disponibilità a svolgere attività didattica per il nuovo anno accademico. Di fronte all'ultimatum del rettore Dionigi i ricercatori non hanno fatto un passo indietro. 

Anzi, hanno di fatto costretto il Rettore Dionigi a proporre la sospensione dei corsi per la prima settimana di lezione.

La posta in palio è opporsi tutti insieme all'ennesimo tentativo del ministro Gelmini di distruggere l'università e la ricerca pubblica. Nel nuovo decreto legge di prossima discussione alla camera la figura del ricercatore viene messa in esaurimento, eliminando di fatto chi tiene in piedi da decenni gli atenei di tutto il Paese, svolgendo attività didattica con un contratto che non lo prevede e non riconosce economicamente queste prestazioni lavorative.

Il decreto si inserisce in un ampio disegno di dismissione dell'istruzione pubblica che da anni, sordo alle proteste di tutto il mondo della formazione, dalle scuole elementari all'università, taglia drasticamente le risorse per l'istruzione. 

La rinuncia all'insegnamento da parte dei ricercatori strutturati è un segnale forte, al quale ci sentiamo di dare tutto il nostro sostegno, come studenti e precari che ogni giorno vivono nei dipartimenti e nelle facoltà di questo ateneo. 

Una protesta, quella dei ricercatori, che per vincere non può e non deve essere di una categoria contro le altre, ma al contrario deve generalizzarsi e coinvolgere tutte le figure del mondo della formazione, per affermare che l'università pubblica non si riforma a colpi di tagli, ma con l'apporto delle intelligenze che ogni giorno la rendono viva: studenti, ricercatori, precari e docenti. Per queste ragioni è per noi prioritario trovare tempi e modi di incontro, di scambio, di iniziativa comune. 

Dalla prossima settimana dunque vorremmo organizzare, assieme ai ricercatori e ai precari, momenti pubblici nei quali sia possibile spiegare agli studenti le ragioni della protesta.

Inoltre crediamo che sia fondamentale provare a sperimentare nelle piazze e nelle aule lezioni "indisponibili". Appuntamenti in grado di coinvolgere contemporaneamente studenti, precari e ricercatori-momenti nei quali sia possibile sperimentare nuove pratiche di sapere-rovesciando di fatto quella stanca retorica che vorrebbe contrapposte le ragioni degli studenti a quelle del mondo della ricerca.

Di fronte a una governance dell'ateneo che non ha saputo fin dall'inizio prendere una posizione netta contro questa riforma non ci spaventa il blocco della didattica, ma il futuro della nostra università e della ricerca.

Venerdì 24 settembre l'università di Bologna dedica un'intera notte a celebrare la ricerca, proprio nel momento in cui il governo la mette in ginocchio!

Crediamo ci sia ben poco da celebrare, preferiamo invece cogliere l'occasione per far incontrare tutte le figure del mondo della formazione con la cittadinanza e dar voce alle ragioni di chi lotta per un'università migliore.


Venerdì 24 settembre alle ore 19  in pazza verdi invitiamo docenti ricercatori studenti e precari a prendere parola sul futuro dell'università pubblica, per costruire insieme una stagione di mobilitazione contro la riforma Gelmini!


Studenti e precari

Bartleby