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Iren rischia il fallimento. I Comitati referendari: “L’acqua torni bene pubblico”

"Distribuiti dividendi superiori agli utili, rischio liquidità", spiega Luca Martinelli del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, "sono in crisi anche a Piacenza, Torino e Genova. Dalla privatizzazione dei servizi pubblici difficile ottenere profitti". Lanciato l'appuntamento per la grande manifestazione del 15 dicembre nel capoluogo reggiano

9 / 12 / 2012


“Se non possiamo dire che è fallita, di sicuro possiamo affermare che Iren è in gravi condizioni finanziarie”. A parlare è Luca Martinelli, membro del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e giornalista per Altreconomia, che non ha paura di lanciare l’allarme.

Nell’occhio del ciclone la famosa Iren, multiutility del Nord quotata in borsa tra i cui azionisti troviamo i Comuni di Piacenza, Reggio Emilia, Parma, Genova e Torino.

Secondo le rivelazioni di un dossier del Comitato acqua pubblica di Torino, una gestione aziendale fallimentare degli ultimi anni della struttura avrebbe minato la stabilità societaria. Anche se i numeri, a causa dell’architettura azionaria, restano nascosti tra le pieghe del bilancio. Unica soluzione proposta di fronte a questa “febbre da eccesso di finanza”? Il ritorno al pubblico. È il messaggio lanciato dai movimenti dell’acqua che, ad un anno e mezzo dal referendum del giugno 2011, ancora risultano attivi sul territorio e sono pronti a tornare in piazza.

Prossimo appuntamento sabato 15 dicembre, quando a Reggio Emilia si svolgerà una manifestazione nazionale per ricordare i quesiti del referendum e fare pressione sugli amministratori locali. Qui come a Piacenza infatti, i noti risultati referendari potrebbero essere finalmente applicati: la concessione della rete idrica a Iren è scaduta da un anno e, dicono i comitati, “è arrivato il momento di pubblicizzare l’acqua e toglierla dalle mani dei privati”. Una manifestazione nazionale alla quale i comitati di tutta Italia si preparano mostrando la propria intenzione a dare battaglia e far sentire la propria voce.

“Nel caso specifico di Iren, – continua Martinelli, – è molto difficile immaginarne un ‘salvataggio‘. Qualora venissero a mancarne le concessioni, quindi gli utenti e la liquidità che deriva dalle bollette, probabilmente si aprirebbe lo spettro del fallimento per la società stessa”. A parlare della storia di Iren e della holding Finanziaria Sviluppo Utilities (Fsu), attraverso la quale i Comuni di Torino e Genova detengono il 33,3% della società, è il Comitato acqua pubblica di Torino, che lancia l’allarme con un dossier straordinario.

Qui Iren è presentata come un bancomat, un fondo da cui estrarre liquidità senza tener conto delle riserve patrimoniali necessarie per i momenti di crisi e da cui le amministrazioni locali hanno attinto senza scrupoli per anni. Nella pratica significa che sono stati distribuiti dividendi ai soci in misura superiore agli utili, andando ad intaccare le riserve della società. “La multiutility è in crisi un po’ ovunque sul territorio, – conclude Martinelli, – a partire da Piacenza e Reggio Emilia, dove il servizio è scaduto e gli investimenti sono bassi. Pensiamo poi a Genova dove gli operai edili impiegati per la manutenzione sono scesi in piazza perché i fondi destinati agli interventi con la nuova gara erano inadeguati. E infine c’è la situazione di Torino, dove la Città è prossima al fallimento e la relazione viziata con Iren ne è in parte responsabile”.

Il comportamento di Iren spa avrebbe determinato un forte indebolimento della struttura, fino a costringere Torino e Genova a svalutare di oltre 250 milioni di euro le proprie azioni. La denuncia è che la multiutility stia dimostrando di non essere un’impresa adeguata a stare sul mercato: una situazione di non ritorno sulla quale sarebbe necessario intervenire al più presto. Così fanno sapere dal Forum per l’acqua e la manifestazione del prossimo 15 dicembre a Reggio Emilia rappresenta una tappa fondamentale.

“Quello che è chiaro, – dice Tommaso Dotti del Comitato acqua pubblica di Reggio Emilia, – è che siamo di fronte al fallimento del modello di gestione Iren. Ovvero l’idea che dalla privatizzazione dei servizi pubblici si possano ottenere efficienza e profitti. È il momento di cambiare e di tenere a mente le richieste dei cittadini. Lo diciamo e lo diremo sempre: si scrive acqua e si legge democrazia”. Una battaglia ancora viva e che verrà presentata nella giornata reggiana con ospiti d’eccezione provenienti da tutta Italia.

Nella mattinata del 15 infatti, si svolgerà un convegno dedicato alle esperienze di ri-pubblicizzazione dell’acqua in Italia e all’estero. Tra gli ospiti anche il Comitato di Torino che presenterà il dossier sullo stato di salute di Iren. Nel pomeriggio invece, sarà la volta di un corteo organizzato dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua per le vie del centro emiliano. Reggio Emilia ha un forte valore simbolico: in primo luogo è la città dove, in percentuale, è stata più alta l’affluenza alle urne durante la consultazione referendaria del giugno 2011; inoltre qui sono state presentate alcune mozioni popolari che potrebbero essere discusse in Consiglio comunale entro fine 2012 proprio per rispettare il risultato del referendum nell’anno più delicato in assoluto, a scadenza della concessione a Iren già avvenuta.

“Non dimentichiamo infine, – aggiunge Luca Martinelli, – che questa è la città di Graziano Delrio, sindaco Pd ma soprattutto Presidente Anci. Il Forum vuole fortemente questa giornata di mobilitazione per cercare di fare pressione sull’amministrazione comunale e creare un dialogo con l’associazione degli enti locali che purtroppo manca da sempre”.