Jesi (An) - Sciopero Fiom. Uova contro la Fiat

Operai, studenti e attivisti alla manifestazione provinciale all'interno dello sciopero dei metalmeccanici

5 / 10 / 2010


Più di 1500 persone hanno preso parte questa mattina a Jesi alla manifestazione provinciale organizzata dalla Fiom in concomitanza con le 4 ore di sciopero proclamate contro la cancellazione del contratto nazionale dei metalmeccanici.

Il corteo si è iniziato a muovere dopo le 9.00 causando un blocco delle arterie stradali in corrispondenza della zona industriale: in strada operai della Fiat NewHolland di Jesi, della Fincantieri di Ancona, del Gruppo Elica e dell'Antonio Merloni insieme a delegazioni arrivate da tutta la provincia.

Presenti alla manifestazione anche gli studenti dei collettivi della provincia e gli attivisti dei centri sociali e delle Comunità Resistenti delle Marche.

"Senza diritti siamo solo schiavi", lo striscione di apertura della manifestazione che si è snodata all'interno dell'area industriale fino a raggiungere l'ingresso dello stabilimento della Fiat Cnh, presidiato per tutto il resto della giornata di mobilitazione e di sciopero.

All'arrivo del corteo è partito un lancio di uova oltre i cancelli della fabbrica Fiat Cnh, che ha raggiunto le finestre degli uffici della direzione dello stabilimento: bersaglio immaginario Marchionne e il ricatto della precarietà generalizzata al prezzo di diritti e dignità.

Dal soundsystem messo a disposizione dal Csoa Tnt si sono succeduti gli interventi di alcuni delegati Rsu delle aziende della provincia, del segretario regionale della Fiom Giuseppe Ciarrocchi e degli studenti del Collettivo studentesco jesino Corto Circuito che hanno preceduto il comizio conclusivo di Giorgio Cremaschi.

Alta l'adesione alle 4 ore di sciopero: una media provinciale del 75 % con punte dell'80 % e del 90 % alla Fiat e nel ramo cantieristico.

Una giornata di iniziativa, quella di stamane, che è parte del percorso di mobilitazione che la Fiom sta costruendo insieme a tante altre realtà sociali contro l'attacco di Marchionne, governo e Confindustria ai diritti del lavoro. Un percorso che ha nel 16 ottobre una prima e fondamentale scadenza: "il lavoro è un bene comune", "uniti contro la crisi", queste le parole d'ordine della manifestazione nazionale di Roma.

Parole d'ordine che parlano della sfida, raccolta dai movimenti e da parte del sindacato, di ricostruire un tessuto di opposizione sociale che sappia mettere insieme le mille figure del lavoro e sia capace di reagire alle politiche anti-crisi e rispondere all'attacco generalizzato ai diritti e alle libertà nel nostro paese.