Il 25 ottobre 2015 Bruxelles ha visto sfilare migliaia di sans papiers a fianco dei loro numerosi sostenitori. Una manifestazione organizzata dal Cordinamento dei sans papiers del Belgio per chiedere la regolarizzazione di tutti i sans papiers residenti nel paese.
Una marcia che ha dato loro la visibilità e l’attenzione che manca da parte dei media e dei politici per squarciare l’invisibilità costretta dal lavoro in nero, che rimane pilastro delle nostre economie, e dall’assenza di diritti.
Vite nascoste obbligate a percorrere strade secondarie.
La denuncia forte è contro la politica migratoria che divide in categorie e viola i diritti umani universali perchè i sans papiers di oggi, erano richiedenti asilo in passato che aspettano ancora di essere regolarizzati, come recita il loro slogan:
"I sans papiers di oggi sono i rifugiati di ieri. I rifugiati di oggi saranno i sans papiers di domani. Tutti insieme portiamo avanti la stessa lotta.”
Attualmente sono almeno 150.000, uomini, donne e bambini, a vivere senza permesso di soggiorno legale in Belgio e a chiedere a gran voce:
-la chiusura dei centri di detenzione per migranti
-la libertà di circolazione
-la fine delle espulsioni e della criminalizzazione dei sans-papiers
-il rispetto dei diritti fondamentali come l'accesso alle cure mediche e all'educazione
-il rispetto dei diritti dei bambini
L’agenda dei sans papiers è fitta fitta di azioni e incontri nei vari collettivi che si riuniscono nel coordinamento e con sindacati e associazioni. Una vita super attiva, che ogni lunedì inizia con un presidio davanti all’ufficio di Theo Francken, del partito nazionalista fiammingo N-Va, attuale segretario di stato per le politiche di asilo e migrazione. Tutti i lunedì a ricordargli che sono ancora qui a chiedere documenti e diritti.
“non sono gli immigrati, non sono I sans papiers è la legge che va cambiata”
“La soluzione è la regolarizzazione”
Durante i giorni di preparazione della manifestazione è nata anche una nuova occupazione, La maison des migrants, che ha la volontà di diventare un centro sociale per i migranti, uno spazio che i sans papiers e i loro sostenitori possono costruire insieme, uno spazio di sperimentazione, d’incontro, di autonomia, di organizzazione della lotta e di solidarietà.
Una parte dell’edificio è dedicato ad un’occupazione abitativa e all'accoglienza provvisoria dei richiedenti asilo e delle famiglie senza documenti in situazione di difficoltà. L’altra parte è dedicate alle attività di informazione / supporto / sostegno / orientamento socio-legale dei migranti e apre le sue porte a tutta una serie di attività di sensibilizzazione della società civile. Nel cassetto ci sono proposte di dibattiti, proiezioni, laboratori, corsi di sport e non ultimo l’idea di creare un asilo per le famiglie che non ne hanno diritto.
E questo è solo l’inizio.