La carta di Lampedusa incontra gli abitanti dell'isola

La mattina il partecipato incontro con gli studenti e nel pomeriggio l'affollata assemblea con più di trecento persone

1 / 2 / 2014

L’incontro con gli abitanti dell’isola, la mattina con gli studenti del Liceo Scientifico “Majorana” e il pomeriggio con l’affollata assemblea presso l’aeroporto, ha dato avvio alla prima giornata del meeting “la Carta di Lampedusa”.

Così come hanno subito la frontiera e la spettacolarizzazione del confine i rifugiati e i migranti approdati come numeri a Lampedusa e qui tornati per attraversare le giornate del meeting euromediterraneo, anche i cittadini di Lampedusa sono, a loro modo, vittime della Fortezza Europa.

Lampedusa e i suoi abitanti in molti casi si sono trovati in prima linea a fronteggiare gli sbarchi e il ricorrersi dei naufragi e delle stragi al largo delle coste, mentre continuava il totale disimpegno dei governi nel sostenere welfare, infrastrutture e servizi primari.

Non è quindi un caso che il tema ricorrente che ha attraversato la giornata di oggi sia stato proprio quello di dar voce e soggettivizzare queste due figure, quella dei lampedusani e dei migranti.

Proprio per queste ragioni la prima giornata del meeting è stata inaugurata con un'assemblea di istituto presso il Liceo Scientifico “Majorana”. Un'aula magna coloratissima e decorata con librerie autoprodotte attraverso il riutilizzo di cassette della frutta, ha ospitato oggi l’incontro fra un centinaio di studenti e studentesse e tanti attivisti e attiviste arrivate sull'isola per costruire la Carta di Lampedusa.
Nicola Teresi, di Libera Palermo, è stato fra i promotori di questa iniziativa, da tempo infatti per la sua associazione si occupa di interventi all'interno delle scuole.
Durante l'intervista - rilasciata a GlobalProject - Nicola ha ricordato che “non è possibile parlare dell'attuazione piena dei diritti di cittadinanza per i migranti senza che questo comporti una riflessione generale sulle condizioni di vita dei cittadini e delle cittadine lampedusane”, ricordando anche che “gli studenti presenti oggi all'incontro sono cresciuti fra naufragi, detenzione prolungata dei migranti e rifugiati sull'isola, militarizzazione costante di tutto il territorio”.
Fabio Ballerini di Africa Insieme (associazione di Pisa da tempo impegnata sui diritti dei migranti) che ha presentato - durante l'assemblea - un documentario video sull'esperienza di autogestione del centro per i cosiddetti profughi dell'Emergenza Nord Africa, si è invece soffermato sulla necessità “di quanto sia importante spiegare a questi ragazzi le drammatiche condizioni di esclusione ed invisibilità che i migranti continuano a subire anche quando lasciano Lampedusa”.

Nel pomeriggio le attività si sono spostate presso la sala convegni del nuovo aeroporto, messa a disposizione dal Comune per lo svolgimento delle tre giornate del meeting.

Fin dalle prime ore del pomeriggio, la sala e la zona antistante all'aeroporto, sono state attraversate da moltissime persone. Non era facile distinguere i tanti attivisti e attiviste presenti dai cittadini e dagli studenti di Lampedusa che, dopo l'assemblea di oggi e il volantinaggio di ieri, erano stati invitati caldamente ad attraversare questo momento di incontro e interazione, fondamentale per poter iniziare i lavori della stesura della Carta.

L'incontro con gli abitanti è stato preceduto da una carrellata di interventi di presentazione delle numerosissime realtà europee approdate sull'isola in questi giorni.

I capannelli di attivisti e attiviste, i tanti accenti e lingue diverse che risuonavano all'interno della sala e nella hall dell'aeroporto, sono state poi interrotte solo dall'arrivo del sindaco Nicolini.

Un attimo di silenzio prima dell'intervento di apertura, segno di un'attenzione e una partecipazione attenta di tutti i presenti: “Siamo qui – ha detto Nicola Grigion del Progetto Melting Pot che ha introdotto l'assemblea – perché l'Europa che vogliamo costruire, un'Europa di diritti e dignità, non può che partire da Lampedusa e dai suoi abitanti”, abitanti che per più di un decennio hanno provveduto a soccorrere i migranti ed ad offrire un minimo di accoglienza contro quella miserevole imposta dall'Europa ed eseguita dai governi italiani di ogni colore che si sono susseguiti negli ultimi anni.

Nel frattempo è stato allestito uno spazio per la traduzione simultanea per permettere ai migranti e agli altri attivisti e attiviste non italiani di poter seguire i vari interventi proprio grazie al maxi schermo dove in tempo reale venivano proiettate le traduzioni.

Il sindaco, Giusi Nicolini, ha affrontato con franchezza ed onestà tutti i problemi che riguardano Lampedusa. Un grande applauso ha interrotto l'intervento quando ha affermato che “è proprio sulla linea del confine e della frontiera che si cancellano i diritti dei migranti così come quelli dei lampedusani” per poi ricordare come sia “ipocrita e falso che l'Europa non riesca a farsi carico dell'accoglienza”.
Nicolini ha poi proseguito ricordando come in altre parti del mondo ci siano tante Lampedusa, per questo il percorso che si apre con la costruzione della Carta di Lampedusa e la sua declinazione in un'agenda di lotte e scadenze europee, è di estrema importanza poiché può sicuramente favorire la sua riproducibilità anche altrove. Il sindaco si è poi soffermato, a conclusione del suo lungo intervento, sulla necessità di smilitarizzare l'isola e non solo: “un Mediterraneo senza più Mare nostrum può essere solcato da altre possibilità”, per dare una possibilità all'Europa che vogliamo costruire.

Importante è stato anche il contributo dell'associazione degli imprenditori lampedusani, che si sono detti piacevolmente sorpresi dalla Carta di Lampedusa “che ci fa sentire più vicini all’Italia e all’Europa”. Hanno poi voluto sottolineare ed aggiungere che quando si parla di quello che succede ai migranti bisogna pensare anche a tutti gli effetti che questo produce sull’isola, che vede nel turismo la sua principale attività. L'intervento si è poi concluso con la lettura di un documento, dedicato ai problemi dell’isola, elaborato appositamente per contribuire fattivamente e con ulteriori stimoli alla stesura della Carta.

Giacomo Sferlazzo di Askavusa, associazione di movimento molto attiva sull'isola (sabato 1 febbraio ci sarà l’inaugurazione della nuova sede dell’associazione “Spazio M”), ha precisato come il violento disciplinamento sulla mobilità dei migranti e l'esternalizzazione del controllo delle frontiere siano strettamente organiche e interne al sistema capitalistico. Una lunga riflessione, Sferlazzo, l'ha poi dedicata al terribile naufragio del 3 ottobre 2013 “troppe anomalie e stranezze sono accadute quel giorno, bisogna far chiarezza sulle responsabilità di questa strage” e fra gli applausi di tutti i presenti ha concluso dicendo che “dobbiamo liberare Lampedusa dalla militarizzazione e dal controllo”.

L'assemblea si è poi conclusa con l'intervento dei migranti che dopo essere passati per la dolorosa esperienza di Lampedusa oggi lottano dentro collettivi di movimento ad Amburgo e a Pisa per i diritti di tutti e tutte noi. “I nostri occhi non piangono più i compagni morti in mare, ma quelli sopravvissuti agli sbarchi chiamati clandestini”.

Il futuro dell'Europa è già qui, perché la giornata di oggi ha segnato un fatto nuovo e straordinario. L’incontro tra chi abita l’isola e i movimenti antirazzisti è la dimostrazione non solo che il Mediterraneo può ma deve diventare spazio di libera circolazione per una nuova cittadinanza in Europa.

Contributi video della prima giornata della Carta di Lampedusa

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