Lettera aperta di Natasha Vercoe e Noah Weiss processati a Copenhagen. La polizia afferma che il fatto di non riuscire a fornire né una descrizione precisa dei piani criminosi degli accusati né alcuna prova degli stessi piani è dovuto al fatto che gli accusati sono proprio bravi a nasconderle, E questa è una prova che sono colpevoli. Processo aggiornato ad Agosto.

La repressione basata sulla sfera di cristallo

Telefoni intercettati, case perquisite, beni personali requisiti, pedinamenti..e nemmeno una prova. "Se le conseguenze personali e per la democrazia non fossero così gravi, ci sarebbe da ridere. Intanto, ogni parvenza di democrazia liberale è evaporata e ci troviamo in pieno 1984"

22 / 3 / 2010

Car* tutt*,

come prima cosa Noah ed io vogliamo ringraziarvi moltissimo per tutte le iniziative, gli articoli, le petizioni, ogni cosa che è stata organizzata ed espressa in solidarietà durante il nostro processo.

Anche se, chiaramente, la repressione coinvolge tutti gli attivisti, è comunque difficile essere quelli direttamente coinvolti ed accusati.

Ogni singola iniziativa di solidarietà ha reso ciò più semplice per noi, ricordandoci che non siamo soli. Grazie!

In questa settimana molto stressante abbiamo ottenuto diverse vittorie e passato dei momenti spettacolari in tribunale. Il processo non è terminato e ci sarà un'altra udienza di tre giorni, non prima di Agosto. Né Noah né io siamo contenti che il processo non sia concluso, ma in qualche modo siamo sollevati che la sentenza non si sia avuta ieri.

Per permettervi di avere un'idea di ciò che è successo durante il processo, accludo la versione inglese di ciò che la stampa Danese ha scritto.

Inizialmente il processo era fissato in due giorni (martedi e venerdi della settimana appena trascorsa). Eravamo accusati di avere organizzato violenze contro la polizia, disordini generalizzati, attentati alla proprietà e alle infrastrutture. Due di queste accuse ricadevano nell'ambito della legge Danese antiterrorismo. Secondo la polizia noi avremmo fatto ciò nel periodo fra ottobre e dicembre 2009, e che molto di ciò sarebbe accaduto dall'11 al 18 dicembre. Senza successo proprio grazie all'azione preventiva della polizia che ha arrestato Noah l'11 Dicembre e me il 13 Dicembre tenendoci in prigione per tutta la durata del COP-15 (e tre settimane in più, giusto per essere sicuri).

Nellla mattina del primo giorno i nostri avvocati hanno chiesto che il caso venisse archiviato. Infatti, in Danimarca la legge prevede che la accuse siano circostanziate da una precisa descrizione di cosa gli accusati stessero facendo, come, dove e quando. Elementi di realtà, insomma. In conseguenza di ciò una delle accuse di terrorismo (boicottaggio generalizzato delle infrastrutture) è caduta. Inoltre, la polizia ha dovuto ammettere che nulla di quanto è successo in città durante i giorni del COP15 aveva nulla a che fare con i nostri supposti piani. Di conseguenza ora siamo accusati solo di aver tentato qualcosa, ma di non aver fatto nulla.

A questo punto la pm ha introdotto il concetto della “sfera di cristallo”: proprio perché non la possiedono la polizia non ha potuto fornire, sulle nostre intenzioni criminose, alcun dettaglio più preciso di una generica affermazione tipo “qualcosa avrebbe dovuto succedere in un qualche momento da qualche parte”. In una spettacolare esibizione di fiducia nelle accuse, la pm ha addirittura fatto notare alla corte di non aver redatto lei le accuse.

Nonostante ciò, la corte ha deciso di continuare comunque il procedimento per le altre accuse, ma dopo due giorni mi chiedo se ora se ne stiano pentendo. La pretese “prove” del fatto che noi stessimo organizzando ciò di cui siamo accusati sono state come minimo molto confuse e in alcuni momenti hanno causato scoppi di risa non solo tra il pubblico ma negli stessi componenti della giuria.

Hanno estratto brani di conversazione telefonica fra noi ed altre persone chiedendoci di spiegarne in contenuto, tentando di reinterpretarne artificiosamente il significato in chiave criminosa, ad un punto tale che persino il presidente della giuria ha dovuto obiettare.

Per demonizzarci hanno usato appunti da riunioni, annotazioni scarabocchiate e stravaganti congetture.

Personalmente, la mia preferita è stata una mia nota a proposito di alcune “grandi cesoie per catenacci”. Invece di richiedere un interrogatorio durante le tre settimane di prigionia (che formalmente dovevano servire ad approfondire le indagini), hanno deciso di attendere il processo per chiedere cosa intendessi con questa nota presente in un mio quaderno di appunti confiscato. Ho spiegato che si trattava di una proposta per una dimostrazione con due grandi cesoie di circa 2 metri fatte di cartapesta. Dovevano essere usate durante la giornata “no-borders” per simboleggiare come sia illegittimo ingabbiare esseri umani. La pm ha tentato in ogni modo di mettere in dubbio l'onestà della mia riposta, fino a che due persone tra il pubblico non sono andate a prenderle in un vicino centro sociale, producendole davanti alla corte e provocando le risate di tutti tranne che della pm.

La natura delle “prove” sarebbe davvero ridicola se non fosse che le conseguenze potrebbero essere davvero serie per noi e per la democrazia in Danimarca. Il nostro è il primo processo di una serie contro persone accusate essenzialmente di essere organizzatori. Sembra che lo stato Danese ci stia usando come test per una nuova legge anti-attivisti che hanno approvato, l'estensione della normativa antiterrorismo a ogni forma di protesta politica, e per stabilire la possibilità di processare persone per avvenimenti che nella realtà non sono poi avvenuti.

Noah ed io siamo stati entrambi prelevati lungo la strada, mentre stavamo pedalando sulle biciclette, minacciati, imprigionati in custodia cautelare e tenuti in isolamento per più di tre settimane, con serie ripercussioni personali. Ancora più preoccupante è il pensiero dell'effetto che ciò può potenzialmente avere nei confronti di chiunque in Danimarca cerchi di alzare la voce a proposito di qualcosa che gli stia a cuore.

Se riescono a criminalizzare le proteste al punto che recarsi ai meeting, organizzare gli speakers per una dimostrazione o curare il rapporto con i media può condurti in prigione, in che razza di mondo stiamo vivendo? Se possono sostenere che è legittimo spiare e monitorare gli attivisti, i loro amanti e amici, ed arrestarli sulla base di sospetti degni di una sfera di cristallo, ebbene abbiamo ormai abbandonato anche la parvenza di una democrazia liberale e ci siamo avvicinati al mondo di “1984” molto più di quanto chiunque di noi vorrebbe ammettere.

È chiaro che ciò non sta avvenendo soltanto in Danimarca. Dal nostro arresto siamo venuti a conoscenza di innumerevoli casi di attivisti vittime della repressione. Dopo l'esperienza di questa ingiustizia, sentiamo sulla nostra pelle quanto sia importante che tutti noi alziamo la voce e non lasciamo che questa repressione continui.

Libertà per tutti i prigionieri politici!

Cancellazione di tutte le accuse legate al COP-15!

Stop alla repressione politica ORA!

Amore, solidarietà e azioni per un mondo migliore

Tash & Noah