Le specialissime regole del processo No Tav

Gli avvocati difensori denunciano una situazione insostenibile

18 / 1 / 2014

  1. Torniamo nuovamente ad interessarci di quello che sta succedendo a Torino al processo NO TAV: un vero e proprio processo speciale.

  2. Il processo speciale si fa in un’aula speciale. Non in tribunale a Torino, non in Val di Susa, ma nell’aula bunker accanto al carcere Le Vallette. Nell’immaginario collettivo diventa un processo specialissimo. L’aula bunker fu inaugurata per il processo storico alle BR e poi utilizzata per processi alla mafia ed alla ndrangheta. Se sei processato lì, qualcosa di grave hai fatto sicuro

  3. Il processo speciale si deve fare comunque: non esistono buoni motivi per cui può essere rinviato. Gli imputati che vengono da tutt’Italia devono tenersi liberi per quel processo, e non possono chiedere rinvii per nessun motivo, neppure se sono imputati in due processi in contemporanea. Gli avvocati poi men che meno, si facciano sostituire.

  4. Il processo speciale ha tempi contingentati. Deve finire obbligatoriamente entro ottobre. Quindi si svolge rapidamente, con almeno un’udienza a settimana, persino di sabato, persino l’antivigilia di Natale.

  5. Il processo speciale non ammette tempo perso in domande a difesa, in eccezioni ed istanze. Quindi, l’esame dei testi si fa in velocità, con i tempi dettati dalla Procura; anzi, la Procura detta in realtà anche i temi dell’interrogatorio dei testi. Non sono ammesse domande della difesa su temi diversi da quelli trattati dai PM nell’esame del testimone.

  6. Il processo speciale procede comunque, anche se non ci sono le trascrizioni delle udienze precedenti

  7. Il processo speciale viene governato direttamente dai PM. L’intervento dei Giudici è raro e quasi inutile. I PM (in numero non inferiore a tre) interrompono i difensori, decidono le questioni proposte, interrompono anche l’esame da parte delle difese quando i testi sono in difficoltà

  8. Il processo speciale non ammette interventi degli imputati, i quali anche se sono quasi gli unici fruitori dell’enorme spazio dell’aula bunker, ne vengono sovente allontanati

Fermiamoci qua. Il processo speciale non ammette critiche

Di seguito un comunicato firmato da tutti gli avvocati difensori al processo agli attivisti NO TAV

COMUNICATO STAMPA

I sottoelencati difensori, parti processuali nel proc. pen. n. 18038/11 a 54 attivisti NO TAV per i fatti relativi alle manifestazioni del 27/6 e del 3/7/2011, attualmente in corso presso la IV Sezione del Tribunale di Torino, osservano quanto segue:

sin dall’inizio del suddetto processo, complesso per il numero degli imputati, delle persone offese e dei testimoni indicati dalle parti e per la rilevanza sociale della questione sottesa ai fatti per cui è processo, il Collegio difensivo aveva sottolineato la necessità di gestire il dibattimento in termini di normalità ed aveva rilevato, invece, come la scelta di tenere il processo presso l’Aula delle Vallette, con cadenza bisettimanale e con un orario dalle ore 9 alle 17, rendesse sostanzialmente impossibile ai sottoscritti difensori un esercizio pieno e sereno del diritto di difesa. Onde evitare inasprimenti della questione, si è cercata, allora, la via di una conciliazione tra gli interessi in discussione; il tentativo, lungo e faticoso, aveva finalmente prodotto un risultato positivo nell’incontro organizzato del Presidente del Tribunale, in data 3/12/2013 alla presenza del Collegio giudicante, delle parti processuali e del Presidente e della Consigliera Segretaria del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati.

In quella riunione, era stato raggiunto un sostanziale accordo, in base al quale il processo sarebbe proseguito presso il Palazzo di Giustizia, con udienze con cadenza settimanale e con l’impegno delle parti ad elaborare un calendario con il nominativo dei testi da escutere, udienza per udienza, onde avere certezza sulla conclusione in tempi accettabili (indicati nell’ottobre 2014) dell’istruttoria dibattimentale.

Sempre in un’ottica di collaborazione, i sottoscritti avevano accettato che le udienze dei giorni 7 e 23 dicembre si svolgessero ancora nell’Aula presso il Carcere delle Vallette, convinti che il percorso concordato sarebbe stato rispettato, convinzione confermata, tra l’altro, da una bozza provvisoria di calendario redatta dal Presidente del Collegio e dalla predisposizione da parte del P.M. del calendario delle udienze riservate all’escussione dei suoi testi.

Secondo accordi informali con il Presidente del Collegio all’udienza del 23/12 sarebbe stata data ufficialità al nuovo calendario di udienza e sarebbe stato sancito il rientro del processo alla sua sede naturale, il Palazzo di Giustizia.

Inopinatamente, invece, alla conclusione dell’udienza del 23/12, non solo il processo è stato rinviato al 10/1/2014 sempre presso l’Aula c.d. “bunker”, ma è stato, altresì, comunicato che nemmeno il calendario già predisposto poteva ritenersi confermato.

Alla successiva udienza del 10/1/14, poi, è stato informalmente comunicato che il processo sarebbe proseguito sempre presso la c.d. Aula Bunker, riservando, altresì, l’ufficializzazione del calendario d’udienza.

Tutto ciò premesso, i sottoscritti difensori, certi di aver cercato ogni via per una definizione di buon senso, e che tenesse conto dei diversi interessi contrapposti, delle questioni in discussione, ritengono ingiustificato e incomprensibile il diniego alla prosecuzione del processo nella sua sede naturale e la mancata ufficializzazione del nuovo calendario delle udienze.

Ribadiscono l’oggettiva impossibilità di garantire, nelle attuali condizioni, un sereno e concreto esercizio del diritto di difesa.

Rilevano come le attuali modalità di svolgimento del processo sottolineino una asserita “diversità” del processo in corso rispetto agli altri processi, che si svolgono presso il Palazzo di Giustizia e con modalità ordinarie, per presunte ragioni di ordine pubblico che parevano, peraltro, superate in esito agli incontri tenutisi con il Presidente del Tribunale, alla presenza delle parti processuali.

Ritengono fondamentale informare l’opinione pubblica di quanto sta accadendo, che contrasta con lo svolgimento di un processo nel pieno rispetto delle garanzie per gli imputati, in un clima di serenità e di imparzialità, come la Costituzione impone.

Riservano ogni ulteriore iniziativa a tutela del diritto di difesa dei propri assistiti.

Torino, 13 gennaio 2014

Avv. Bertone Stefano Avv. Bisacca Simone

Avv. Bongiovanni Massimo Avv. Ciarlantini Gabriella

Avv. Colletta Valentina Avv. Cognini Paolo

Avv. D’Agostino Aurora Avv. D’Alessio Massimiliano

Avv. D’Amico Emanuele Avv. Deorsola Manuela

Avv. Fattizzo Lea Avv. Ghia Danilo

Avv. Grenci Ettore Avv. Lamacchia Roberto

Avv. La Matina Maurizio Avv. Losco Eugenio

Avv. Lucentini Marco Avv. Melano Marco

Avv. Milano Federico Avv. Molè Andrea

Avv. Novaro Claudio Avv. Panini Tiziano

Avv. Patrito Cristina Avv. Pellegrin Enzo

Avv. Pezzucchi Sergio Avv. Rasulo Maria Teresa

Avv. Romano Giuseppe Avv. Sabattini Simone

Avv. Straini Marco Avv. Stroppiana Roberto

Avv. Vitale Gianluca