Direttamente da Atene

Le voci dalla Grecia

Interviste a personalità ed attivisti ad Atene. In aggiornamento

3 / 7 / 2015

La redazione di Global Project ha raccolto assieme alla delegazione di Blockupy goes Athens una serie di interviste alle personalità pubbliche e accademiche, agli attivisti dei gruppi politici, collettivi e centri sociali che animano la capitale greca sull’importantissimo evento del referendum di domani, domenica 5 luglio. Una coralità che è fatta di differenze analitiche e di prospettiva e che compone il vasto panorama dell’opinione pubblica greca in questi giorni così importanti per la storia dell’Europa.

Per altri video ed altre interviste, visita il blog Blockupy goes Athens

Seraphim Sephariades, professore di Scienze Politiche all’Università di Atene e professore associato all’Unviersità di Cambridge, dà possibili interpretazioni dello sviluppo del voto per il no, sull’incertezza provocata dall’ambiguità della proposizione del referendum e sulla timidezza del governo nell’attaccare la campagna mediatica che affibbia l’euroscetticismo a Syriza. Quel che è certo, secondo il docente, è che il “NO spignifica sperimentazione, mentre il SI sottomissione e formalizzazione dell’austerità”.

Spyros del nodo ateniese di AlphaKappa riconosce in domenica un importante tappa per la riattivazione del conflitto sociale nel Paese, se e solo se i movimenti saranno in grado di riprendersi dalla fase di bassa che hanno avuto in questi ultimi mesi; il loro rapporto con Syriza è sempre stato all’insegna del conflitto in quanto da una parte stanno i governati e dall’altra i governanti, da una parte la classe e dall’altra lo Stato. I tempi sono indubbiamente interessanti, ma c’è il rischio di un’aggressione del sistema di poteri dell’Unione Europea nel caso in cui dovesse prevalere il NO. E’ necessario, inoltre, tenere alta l’attenzione sulla dinamica della destra populista, fortemente ostacolata nell’ultimo anno dall’antifascismo militante nei quartieri, che d’altra parte sta iniziando a riaffacciarsi sulla scena pubblica sfruttando questo momento di estremo posizionamento. “ Se la gente andrà a votare per il SI’, per le paure di una classe media intimorita, vince il capitale europeo e il potere dello Stato. Gli effetti del NO, invece, sono molto ambivalenti […] Se si riesce a creare piattaforme di autorganizzazione e di lotta, forse possiamo prendere questo “flusso di no” e farlo diventare dispositivo di partecipazione di massa contro il capitale

Christos Giovannopoulos ribadisce che tutte le attività politiche devono proseguire per non interrompere quel legame sociale di solidarietà creato dalle reti dei servizi autogestiti dal basso. L’importanza delle azioni per l’OXI in tutta Europa rispondono alla positività del momento che chiede un cambiamento radicale in Europa riscoprendo nell’internazionalismo una difesa dalla paura per l’incertezza del NO.