Mentre non si ferma la passerella di visite a Lampedusa, la Procura di Agrigento apre un procedimento, a sua detta dovuto, nei confronti dei sopravvissuti al naufragio di giovedì scorso.
Intanto il dibattito intorno a quanto accaduto ha aperto una discussione sulla necessità di cancellare la legge Bossi Fini. Osteggiato da molti, agitato da altri, rischia però di riempire le pagine della cronaca senza che però nulla di concreto si faccia.
Il pericolo insomma è che se ne parli molto per non cambiare nulla.
Ed infatti chi oggi parla di "fare di più" perché non si ripetano queste
tragedie, propone poi di rifinanziare e rinforzare le operazioni di
Frontex, riorganizzare i respingimenti, riscrivere in maniera più
restrittiva nuovi accordi bilaterali con il solo scopo di rinforzare
quel sistema di controllo delle frontiere e quel mosaico di normative
europee sull’immigrazione che ha alla base della strage di Lampedusa.
L’iscrizione nel registro degli indagati dei superstiti di quel naufragio è qui a ricordarci quale sia il quadro normativo in cui si consumano queste tragedie, una sceneggiatura scritta tra egoismi degli stati e mancanza di un’ Europa dei diritti.
Perché cancellare la Bossi-Fini? Perché diritto d’asilo europeo?
Perché è la legge Bossi-Fini a rendere impossibile l’ingresso legale in
Italia, perché il sistema dei flussi per lavoro, dei ricongiungimenti,
delle restrizioni nel rilascio dei visti, si traducono in mercati di
compravendita di vite umanie.
Perché se in gioco c’è la vita di chi fugge dalla guerra, dei loro
figli, delle loro famiglie, non c’è procedura o controllo che tenga. Se
si restringono le possibilità di ingresso legale, cresceranno le strade
di ingresso irregolare. Perché chi non muore viene incriminato,
internato nei CIE, sottoposto al ricatto ed allo sfruttamento,
politicamente e culturalmente messo ai margini, continuamente ricacciato
nell’ombra del non diritto.
Perché se il diritto d’asilo in Europa è una gabbia che costringe i
richiedenti asilo, con il regolamento Dublino, a rimanere nel primo
paese d’approdo senza poter raggiungere altri Stati, si cercheranno
altre vie per raggiungerli, quelle più rischiose, lasciando al Governo
italiano la possibilità di gridare all’allarme e di invocare
l’intervento europeo per coprire la sua incapacità di gestire l’arrivo
di poche migliaia di persone.
Insomma, se vogliamo evitare che
ancora si ripetano tragedie come quelle dello scorso giovedì, non c’è
altra strada se non quella di cancellare la Bossi-Fini, il sistema di
internamento diffuso che ha costruito, ed insieme ad essa l’ approccio
generale delle politiche europee.
Iniziamo da qui.