Lettera di risposta al Mattino di Padova sulla Prandina e la prostituzione

A seguito dell'articolo apparso il 27.08 sul Mattino di Padova, una risposta di una cittadina.

28 / 8 / 2015

Gentile Direttore,

sono una donna che il caso ha fatto nascere sulle coste europee del Mediterraneo. Tale scelta del destino mi ha permesso di crescere e maturare in un contesto più o meno di pace, di avere ogni giorno cibo a sufficienza e soprattutto di poter studiare e costruirmi una cultura, grazie alla quale ho anche maturato dei valori etici. 

E' proprio per questi valori che mi sento di chiedere a lei e a chi scrive per il suo giornale con quale coraggio possiate pubblicare certi articoli. 

Come giornalisti sapete bene che le parole hanno un potere forte...e che molte volte non sono le parole stesse a "parlare", bensì è il modo in cui si costruiscono le frasi a comunicare e soprattutto a lasciar intendere! 

Vorrei porre alla sua attenzione l'articolo sugli episodi di prostituzione presso la caserma Prandina , apparso oggi 27 agosto 2015 su "Il mattino on line". Personalmente sono indignata dal modo in cui è stata trattata la questione, sia come donna che come residente di una città che vanta un certo pregio culturale. 

Procedo ad analizzare alcuni punti:

"L’istinto, si sa, è difficile da sopprimere ma ......." 

E' molto scivolosa questa questione dell'istinto: cosa si vuol esprimere con questa parola? Forse che l'uomo (maschio) è fatto puramente d'istinto e quindi giustificabile se cerca il "sesso a pagamento"? O forse che uomini e donne siamo tutti come bestie che non sanno controllare l'impulso sessuale?

Ripeto "molto ,molto" scivolosa come parola se si pensa che più volte nella storia si è anche cercato di giustificare violenze con la scusa dell' "istinto", dell'"impulso". 

"Nigeriane"/ "Donne nigeriane /donne africane" 

Nell'articolo , per ben quattro volte si ripete l'origine di queste donne e solo una volta si parla semplicemente di "donne". Mi chiedo quindi quale è il senso di far risaltare così tanto la loro provenienza, quando la questione appare già grave di per sè , visto che si parla di prostituzione e disperazione. 

"Il problema è che il malcostume si è diffuso anche tra le donne sposate che cercano di rimediare qualche spicciolo nello stesso modo .[...] Sei donne nigeriane hanno pensato di far fruttare il loro momentaneo “limbo” con il sesso. Hanno fatto leva sulla debolezza più grande della maggior parte dei migranti presenti e con molti di loro si sono appartate.[...]Ma nonostante la presenza del coniuge alcune africane continuano a ricevere denaro in cambio di prestazioni sessuali: compromesso evidentemente concordato a tavolino per tirar su qualche soldo e magari raggiungere una cifra congrua per lasciare l’Italia".

Proprio non riesco a capire come si possano usare certi termini, quasi a mostrare la cattiva fede di queste donne, che anche se sposate le provano tutte per "tirar su " qualche soldo. Come si fa a non vedere l'immensa tragedia che sta dietro all'azione di queste ragazze, che non hanno altra possibilità che vendere il loro corpo a sconosciuti?Come si fa ad essere ciechi alla disperazione umana che sta in quest'atto?

Inoltre non mi capacito di come si possa affermare che il bisogno di rapporti sessuali sia "la loro più grande debolezza". Dopo quello che i migranti passano per terra e per mare , le violenze, il rischio di perdere la vita e le deboli speranze nel futuro, mi chiedo come si possa scrivere una cosa del genere.

"Ciò che spaventa chi gestisce le strutture è che ci possa essere un proliferare delle gravidanze in una situazione così precaria e delicata."

Ammesso che tale rischio esiste oggettivamente ed è questione molto grave, sinceramente mi sembra esistano anche altre questioni pericolose, per esempio eventuali possibilità di violenza sulle donne, possibilità che possano crearsi rapporti di sfruttamento della prostituzione,ecc. Parlare come unico rischio quello delle gravidanze, mi pare molto semplicistico e molto simile ai discorsi che si fanno sui cani randagi che procreano.

Detto questo mi congedo e spero che le mie riflessioni possano essere prese in considerazione.