Macerata - No war! No al minuto di silenzio!

La consigliera comunale Gabriella Ciarlantini non prende parte alla commemorazione per la morte degli alpini in Afghanistan

22 / 10 / 2010

Il testo diffuso in Consiglio Comunale e alla stampa da parte della consigliera comunale Gabriella Ciarlantini (Verdi per Macerata) attivista e da sempre impegnata nei movimenti sociali e nelle mobilitazioni contro la guerra:

Non partecipo al minuto di silenzio per la morte dei quattro militari italiani in Afghanistan.

"Gli italiani non erano abituati ad avere morti in guerra dopo che il fascismo aveva inviato molti dei nostri parenti ed amici nelle avventure mostruose della seconda Guerra Mondiale. Non avevamo certo bisogno che un regime democratico, sconvolgendo gli stessi termini della Costituzione italiana mandasse delle persone, dei disgraziati a morire in una guerra di cui la maggioranza degli italiani non capisce le ragioni e alla quale è contraria."

Non ho certo deciso e non voglio rendermi complice di questa guerra a cui io (e molti cittadini maceratesi) sono contraria e contro cui mi batto e sempre mi batterò. Una guerra che viola la nostra Costituzione nei suoi articoli fondamentali e che in nove anni ha prodotto solo morte e distruzione.

La stanca e vuota ritualità delle commemorazioni istituzionali non allevia il dolore dei familiari dei 4 soldati caduti, nè il dolore per le migliaia di afghani uccisi dall’inizio della guerra.

Non allevia il dolore nemmeno la vergognosa mistificazione della missione umanitaria dietro cui il governo si copre: quella condotta in Afghanistan è una guerra di occupazione, una guerra che le forze Nato stanno perdendo, come dichiarato da fonti autorevoli dello stesso esercito statunitense.

Noi che ci battiamo per la fine della guerra e per il ritiro delle truppe in Afghanistan, siamo dalla parte di tutte le vittime, contro tutti i governi e gli eserciti occupanti.

Noi siamo dalla parte di chi come Emergency, con un mese di spese militari ha costruito tre centri chirurgici, un centro di maternità, 28 pronto soccorsi e ha curato oltre due milioni e mezzo di afghani.

Non un minuto per lo ‘spettacolo del cordoglio’ (come lo ha definito uno fra i parenti delle vittime) delle autorità.

Non un minuto di più per l’immediato ritiro dell’esercito italiano e di tutte le forze d’occupazione dall’Afghanistan.