Milano, contestata la Gelmini

16 / 6 / 2009

Milano, la Gelmini contestata abbandona la presentazione di un libro. Il ministro era nella libreria Mondadori in piazza Duomo insieme con Fedele Confalonieri e Mario Giordano

Contestato il ministro Mariastella Gelmini, costretta ad abbandonare il tavolo dove era seduta per la presentazione di un libro sulla scuola assieme a Fedele Confalonieri e a Mario Giordano nella sede Mondadori in piazza Duomo a Milano. nel blitz docenti e genitori di Rete scuole, al grido di "Buffoni" e "Gelmini bocciata", hanno alzato i toni fino a che il ministro e i relatori si sono visti costretti ad abbandonare la sala.

Ci sono stati attimi di tensione anche tra i presenti in sala, fra chi rivendicava il diritto ad ascoltare e i manifestanti. Quelli di Rete scuole e Assemblea delle scuole del Milanese hanno distribuito il fac-simile di una pagella per il ministro con elencati tutti i tagli e i cambiamenti materia per materia e il giudizio finale: "Mariastella Gelmini non è stata ammessa alla seconda classe primaria". Invano il direttore del Giornale, Mario Giordano, ha provato a richiamare tutti a un "confronto democratico", cosi' come il ministro. Confalonieri è rimasto invece impassibile. "Siamo qui oggi e saremo il primo settembre davanti a tutte le scuole - attacca Paolo Limonta di Rete scuole - la riforma della Gelmini non passera'". Dopo una decina di minuti di caos in sala, ministro e relatori se ne sono andati e l'incontro è stato annullato.

Il ministro era nella libreria Mondadori in piazza Duomo insieme con Fedele Confalonieri e Mario Giordano La protesta all'esterno della libreria Contestato il ministro Mariastella Gelmini, costretta ad abbandonare il tavolo dove era seduta per la presentazione del libro sulla scuola Cinque in condotta assieme all'autore Mario Giordano e a Fedele Confalonieri nella sede Mondadori in piazza Duomo a Milano. nel blitz docenti e genitori di Rete scuole, al grido di "Buffoni" e "Gelmini bocciata", hanno alzato i toni fino a che il ministro e i relatori si sono visti costretti ad abbandonare la sala.

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ALTA TENSIONE. Ci sono stati attimi di tensione anche tra i presenti in sala, fra chi rivendicava il diritto ad ascoltare e i manifestanti. Quelli di Rete scuole e Assemblea delle scuole del Milanese hanno distribuito il fac-simile di una pagella per il ministro con elencati tutti i tagli e i cambiamenti materia per materia e il giudizio finale: "Mariastella Gelmini non è stata ammessa alla seconda classe primaria". Invano il direttore del Giornale, Mario Giordano, ha provato a richiamare tutti a un "confronto democratico", cosi' come il ministro. Confalonieri è rimasto invece impassibile.

IL MINISTRO. Gelmini: "Impedire, in un Paese democratico, che si svolga la presentazione di un libro dà il senso dell'intolleranza e della prepotenza di chi vuole lasciare la scuola così com'è, opponendosi al cambiamento". E ancora: "Nessuno potrà mai impedirmi di raccontare come stanno le cose. La scuola non è proprietà privata di un gruppo organizzato e rumoroso di sinistra, ma appartiene al Paese. Le persone che contestano difendono una scuola indifendibile. Queste proteste sono solo battaglie strumentali di chi non ha a cuore la qualità dell'istruzione".

RETE SCUOLE E GIORDANO. "Siamo qui oggi e saremo il primo settembre davanti a tutte le scuole - attacca Paolo Limonta di Rete scuole - la riforma della Gelmini non passerà". Dopo una decina di minuti di caos in sala, ministro e relatori se ne sono andati e l'incontro è stato annullato. "Quando si impedisce la presentazione di un libro, la si dice lunga sullo stato della democrazia": ha commentato Giordano. "Si può essere d'accordo o meno, ma impedire di parlare la dice lunga. E' legittimo esprimere il dissenso, ma in modo civile". E poi: "Grazie ai fascisti che sono nel pubblico, che sono il male del Paese".

L'EX SINDACO ALBERTINI. "Fascisti rossi", "corporazioni talebane": così l'ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, ha definito le contestazioni. Albertini era presente all'incontro e dice di essere "rammaricato per questo momento di sopruso". "L'alternativa - ha osservato - sarebbe stata la violenza fisica per portarli fuori. Ma non era il caso".

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