Continuano le proteste dei dipendenti rimasti senza un’occupazione
davanti alla Mondadori printing. Un presidio è stato messo in atto
anche ieri. Gli operai che lavoravano per la Finservice e la Rmservice
ora in liquidazione, rimasti disoccupati hanno manifestato davanti ai
cancelli e dalle 18 alle 19 hanno impedito lo svolgimento della
regolare attività dell’azienda.
A quell’ora sul posto sono arrivate
le forze dell’ordine che hanno fatto spostare i manifestanti. È bastato
invitarli a lasciare libero il passaggio, non hanno opposto resistenza
passiva come invece era accaduto martedì. Si tratta degli stessi operai
che avevano messo in atto la protesta di martedì e che erano già stati
identificati. La loro posizione è al vaglio del magistrato, Mondadori
aveva presentato un esposto per la violenza privata e l’interruzione
dell’attività lavorativa. Nell’arco della giornata i manifestanti si
erano spostati anche in strada bloccando il traffico a singhiozzo per
sensibilizzare la cittadinanza sui loro problemi.
La rabbia è salita
dopo che hanno saputo che il Comune ha fissato un incontro con le parti
in causa, il gruppo Pozzani, e la Prefettura, per venerdì 26 giugno. E
una settimana in più per chi non ha ancora ricevuto gli stipendi
arretrati. «Non ci si rende conto negli ambiti istituzionali e politici
della gravità», ha sostenuto il segretario del sindacato cobas Adl-Rdb,
Khaled Benammar. Secondo il legale Roberto Malesani «l’obbligo di
pagamento diretto è da parte dell’appaltante. È la Mondadori che deve
versare gli stipendi arretrati. La legge Biagi lo aveva espresso ed è
la stessa che è stata riconfermata con la finanziaria». Ne è talmente
convinto che ha richiesto un incontro urgente con la Prefettura; il
viceprefetto Elio Faillaci ha dato la disponibilità per oggi a
mezzogiorno.
«Troviamo ingiusto che nei nostri riguardi si pensi a
denunciarci per violazione della proprietà privata e per chi ci ha
messo in queste condizioni non ci sia nessuna sanzione», dicono.
Malesani per questo ha deciso di fare un esposto alla Procura della
Repubblica, affinché «chi è nel giusto e vuole i propri diritti
rispettati, non passi dalla parte del torto». Ora, la legge Biagi,
quella parte della normativa rivista più volte da Malesani, sembra
essere l’unica via d’uscita. E lo ha scritto in una lettera inviata con
urgenza all’attenzione di Prefettura e Comune.
Mondadori, vertice in prefettura
Slitta invece l’incontro con il Comune Ieri un’altra ora di blocco davanti ai cancelli
19 / 6 / 2009