Forme di lotta estreme. Lucide e disperate

Murati in miniera

Gli operai sardi della Rockwool con grande dignità e determinzione gridano aiuto

21 / 12 / 2012

MURATI IN MINIERA

operai in lottaE', quantomeno dall'occupazione dell'Asinara - l'isola dei cassaintegrati - che assistiamo, specialmente in Sardegna ad un susseguirsi di lotte durissimime, con manifestazioni, scontri, botte, violenze, autolesionismo, occupazioni, minacce con l'esplosivo, blocchi stradali, aereoportuali, e, non sappiamo quanti altri modi per sostenere le vertenze operaie in corso nell'isola. Vertenze che hanno al centro la richiesta di reddito e di rispetto per la dignità dei lavoratori e delle loro famiglie che - sembrano - non essere possibili se non legati al lavoro, qualunque esso sia, anche nel fondo di un pozzo minerario.

Abbiamo grande rispetto per tutto quello che questi grumi di classe operaia sono riusciti ad esprimere, vorremmo poter essere al loro fianco, sappimo che il miglior modo di farlo è produrre conflittualità anche nei nostri territori, ovunque sia possibile, ma al tempo stesso, rifiutiamo l'idea che un altro lavoro non sia possibile, che altre forme di reddito non possano essere scovate, che ci sia davanti solo il vicolo cieco della produzione - spesso nociva - a tutti costi, del lavoro nelle viscere della terra. Le storie operaie di Sardegna, dell'Ilva, dei Petrolchimici, dei cementifici molto ci hanno detto, ci dicono e su cui, tutti dobbiamo interrogarci, in primis i sindacati ufficiali che ciecamente rimangono abbarbicati al dio lavoro.

Di seguito riportiamo cronaca della lotta degli operai Rockwooll, aggiungendo che in serata è giunta la garanzia occupazionale da parte della Regione Sardegna, domani gli operai, in assemblea, decideranno se accogliere o meno l'accordo prospettato.

+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++

in minieraSi sono murati vivi nella galleria Villamarina di Monteponi a Iglesias, oggi all'alba, gli operai ex Rockwool. Protestano contro la Regione, rea di non aver mantenuto gli impegni presi il 22 dicembre dello scorso anno. In quell'occasione i lavoratori ebbero rassicurazioni dal presidente Cappellacci in persona: "Questa situazione di precarietà sarà sanata nel giro di pochi giorni".

Ieri, all'assessorato regionale all'Industria, si è tenuto il vertice per affrontare la questione Rockwool: presenti l'assessore Zedda, la rappresentanza sindacale dei lavoratori al gran completo con Rsu, territoriali e confederali e Giorgio Oppi. Il presidente Cappellacci ha fatto solo una brevissima apparizione lasciando però la gestione del vertice all'assessore Zedda.

Si aspettavano notizie confortanti e risolutive, invece niente di tutto ciò; agli ex Rockwool è stata prospettata una ricollocazione presso le società Ati e Ifras attualmente impegnate in lavori di manutenzione del territorio effettuati dagli ex lavoratori socialmente utili. Come dire: da una situazione di precarietà ad un'altra, forse anche più traballante.

La reazione dei lavoratori è stata di assoluto rigetto: "Ribadiamo con forza che il punto di partenza da cui iniziare un discorso costruttivo per trovare una soluzione alla nostra vertenza deve essere l'accordo del 22 dicembre 2011 – ha detto Ignazio Pani, della

Rsu Cisl – che prevede il nostro reinserimento in una delle società in house della Regione che si occupano di bonifiche. Abbiamo fatto un corso della durata di un anno per specializzarci in questo tipo di lavoro ed è ciò che vogliamo fare. Siamo stati anche presi in giro quando 12 di noi sono stati selezionati per entrare in Igea e anche di questo non se ne sa più niente. La politica deve fare la sua parte".

Insomma la tensione è alle stelle e lo dimostra la determinazione con cui hanno preso la decisione di "murarsi vivi" all'interno della galleria, una situazione altamente rischiosa per la loro incolumità. Da una piccola feritoia nel muro appena realizzato si intravedono gli operai con i loro passamontagna; non hanno voglia di parlare, solo tanta rabbia che traspare dalle poche cose che hanno detto: "Non andremo via da qui senza una soluzione per noi e per le nostre famiglie", una dichiarazione che la dice lunga sulle loro reali intenzioni. E infatti che la situazione sia altamente preoccupante lo dimostra anche la presenza della Digos, con i funzionari molto preoccupati per la piega che la cosa potrebbe prendere.

" Siamo stati ingannati – rincara la dose Tore Cappai, Rsu Cgil – perché vogliono farci credere che Carbosulcis e Igea non hanno un futuro quando invece noi siamo convinti del contrario e anche questo tentativo di ricollocarci nell'Ati-Ifras nasconde oscure manovre clientelari".

Insomma la situazione si sta facendo ora dopo ora sempre più complicata anche alla luce delle dichiarazioni che hanno fatto, sotto voce, i minatori asserragliati all'interno della galleria: "Questo è solo l'inizio - dice uno di loro - ne vedrete delle belle".

E mentre i minatori, alle prime luci dell'alba, ergevano la loro barriera contro un mondo politico ostile, su Videolina, in un programma di approfondimento politico, andava in onda l'intervista a Giorgio Oppi nella quale, in assoluta tranquillità, affermava che la vicenda Rockwool era stata risolta grazie al suo intervento che, secondo il suo 'cronoprogramma', aveva portato alla soluzione della vertenza.

All'esterno della galleria Villamarina si è presentata tanta gente, solidale: tutti al cospetto di un emblema della lotta operaia, una lotta contro la precarietà e l'incertezza del futuro.

Intanto per i minatori, trincerati all'interno di una galleria mineraria dove a far loroi compagnia c'è solo un tristissimo albero di Natale addobbato con tante piccole copie di quell'accordo fantasma che non si vuol materializzare, si preannuncia un altro 25 dicembre all'insegna della grande precarietà e al cospetto di un futuro che nessuno sa cosa loro riserverà.

altre news su: lanuovasardegna.geolocal.it

vedi anche il video:su www.isoladeicassaintegrati.com