INIZIATIVA DELLA RETE RECLAIM E DEL LABORATORIO PALAYANA

Napoli : contestato senatore Ichino all’ universita’ da studenti e precari

I CONTESTATORI: “LA SUA PROPOSTA DI RIFORMA CI RENDE PRECARI A VITA”

20 / 1 / 2012


Oggi pomeriggio presso la sede centrale dell’Università Federico II di Napoli in Corso Umberto I, il senatore Pietro Ichino, tra i promotori della riforma del mercato del lavoro, è stato contestato da un gruppo di 50 tra studenti dei collettivi dell’Università Federico II (tra cui il Laboratorio Palayana e il Movimento di Giurisprudenza) e precari della Rete Reclaim.

Il senatore stava presentando il suo libro “Il Coraggio delle scelte” invitato dall’associazione Elaborando. All’iniziativa erano presenti anche diversi esponenti del Pd cittadino e diversi docenti, oltre alla segretaria Uil Anna Rea.
Noi, studenti ed i precari, abbiamo fatto irruzione nell’aula Pessina dove si svolgeva la presentazione del libro di Ichino interrompendo i lavori ed esponendo uno striscione con la scritta “Diritti e precarietà non pagheranno la crisi” ed intonando slogan contro la precarietà.
Abbiamo letto anche un documento per dire al "teorico della flessibilità" quanto la nuova povertà incalzante e la precarietà diffusa, pesino sulla nostra pelle.

Noi che siamo la generazione dei non garantiti e veniamo già dopo la fine delle tutele, già dopo la contrattazione nazionale, già dopo la crisi del welfare familiare, dopo l’impoverimento. Noi che siamo la generazione che assiste alla perdita del lavoro dei propri genitori. Abbiamo voluto dire ad Ichino che non ci facciamo ingannare dall’esotismo di parole come FLEXICURITY ALLA DANESE, dietro alle quali fin troppo chiaramente si nasconde un ennesimo favore a quei datori di lavoro che già oggi ci sfruttano e ci sottopagano, ingrassando le fila dei working poor, lavoratori a cui è impedito di conseguire un livello di vita sostenibile.

Siamo convinti come il senatore democratico che vada eliminato lo spartiacque tra garantiti e non-garantiti, ma questo proposito di equità non può avvenire schiacciando, tutti, indistintamente, dalla parte dei non garantiti. Non viviamo quindi con soddisfazione l’aggressione all’articolo 18 perché non riteniamo che aumentare indiscriminatamente il numero di persone costrette a vivere la nostra condizione, il numero di persone che non sa come pagarsi le rate di un auto e figurarsi l’idea di poter vivere per conto proprio, sia una risposta al nostro disagio, una garanzia per il nostro futuro. La posizione assolutamente pionieristica della nostra generazione in termine di fine dei diritti non è qualcosa che ci auguriamo di veder proliferare proprio perché sulla nostra pella sappiamo già cosa significa.

Sappiamo bene che in tempi di crisi la piena occupazione non è né possibile, né auspicabile per nessun paese europeo, meno che mai per l’Italia. La risposta alla fine di questo mito lavorista non è né il modello Marchionne né il fantoccio di un sussidio di disoccupazione che non risolve la condizione di intermittenza e precarietà e inoccupazione che, soprattutto al sud, lacera il nostro tessuto sociale.

Non capiamo, e non per ingenuità, quale mai sia il nesso causale che lega aumento dello spread, crisi del debito e aggressione ai diritti. Non possiamo accettare che lo spauracchio di una crisi che non abbiamo provocato inneschi i noti dispositivi emergenziali che permettono di portare avanti disegni che in tempi di stabilità non sarebbero neanche proponibili. Lo scudo del governo tecnico non può ammantare di neutralità manovre odiose che hanno ricadute immediate nella nostra esistenza: aumento dell’iva, caro benzina e la riforma delle pensioni sono alcuni degli esempi che restituiscono in modo plastico la portata di quest’impoverimento.

Si è contestato ad Ichino anche di essere stato tra i firmatari di un’interrogazione in Senato che chiede l’aumento delle tasse universitarie adeguandole a quelle inglesi.
Gli studenti hanno preso la parola leggendo un documento di contestazione alla proposta Ichino ed hanno poi abbandonato l’aula.

Con questa iniziativa, anticipiamo pure la nostra adesione alla mobilitazione del prossimo 11 febbraio quando la manifestazione nazionale della Fiom, proprio sul tema della riforma del mercato del lavoro, sarà generalizzata dai movimenti anche come la prima manifestazione nazionale contro il governo Monti.

" Reclaim ! " – rete urbana contro la crisi
Laboratorio Universitario "Palayana"
Movimento di Giurisprudenza - Federico II

cosa dicono di noi i media:

Corriere del Mezzogiorno
la Repubblica
Il Mattino

Contestazione ad Ichino alla Federico II di Napoli