Stamattina
abbiamo appreso della operazione di polizia giudiziaria messa in atto dal Noe
dei Carabinieri nei confronti delle ditte Ibi e Edil Car. Gli agenti del Noe
sono entrati intorno alle 9:00 nella discarica di Chiaiano perquisendo gli
uffici amministrativi all’interno del sito di Cava del Poligono. Già intorno
alle 10:00 decine di cittadini ed attivisti della Rete Commons! si sono
radunati ai cancelli della discarica di Chiaiano con bandiere e striscioni.
Apprendiamo dell’inchiesta che verte sulla qualità dell’argilla che ricopre i
rifiuti in discarica e la gestione dei subappalti. I clan Mallardo e Zagaria
avrebbero pilotato la gestione degli appalti e la scarsa qualità dell’argilla
comprometterebbe l’impermeabilizzazione della discarica.
Lo Stato per poter aprire la discarica di Chiaiano è sceso a patti con i poteri
criminali, e questa inchiesta è la riprova delle denuncie da noi fatte in
questi anni.
Siamo davanti ad un disastro che viene fuori con grande ritardo, il 16 maggio
infatti è prevista la chiusura della discarica.
Le mobilitazioni di questi anni portate avanti dai comitati e dai cittadini del
territorio, supportate dai nostri tecnici indipendenti, hanno affermato da
sempre l’intreccio di malaffare e rischio per l’ambiente e la salute che questa
discarica rappresentava.
La magistratura e gli inquirenti a cui abbiamo rivolto delle denuncie formali
da tanto tempo, potevano agire molto prima invece di attendere le ultime
settimane di attività della discarica.
Come è stato possibile affidare ad aziende legate ai poteri criminali la
realizzazione e la gestione di questa discarica ? E come si fa, ora che tutto è
venuto alla luce del sole, a non porre sotto sequestro la discarica di
Chiaiano?.
Siamo stanchi di registrare continuamente le nostre ragioni che vengono
supportate sempre più dalle inchieste giudiziarie. Bisogna mettere una parola
fine alla vicenda di Chiaiano ed adoperarsi da subito per la bonifica
dell’intera zona.
E’ assurdo che la magistratura non abbia sequestrato la discarica è come
sostenere che un palazzo sia costruito con materiale scadente, ed una volta
accertato il fatto si lasci costruire lo stesso senza scongiurare un disastro
ulteriore.
L’ulteriore assurdità della vicenda è che ancora oggi sono in atto misure di
restrizione della libertà per quegli attivisti che hanno denunciato questo
scempio in questi anni. Mentre politici e camorra facevano i loro affari chi
denunciava e lottava veniva perseguito dalla magistratura. Ancora oggi c’è chi
è sottoposto ad obbligo di firma per aver messo in gioco il proprio corpo
contro il disastro della discarica di Chiaiano. Ci chiediamo dove sta la
legalità, e soprattutto dov’e’ la giustizia.
Chiediamo il sequestro della discarica, e vogliamo capire dal procuratore capo
Giovandomenico Lepore per quale motivo non si metta in essere un provvedimento
che potrebbe almeno scongiurare altri disastri.
Chiediamo che la SapNa blocchi immediatamente il conferimento a Chiaiano e che
si metta una parola fine ad un ciclo dei rifiuti fondato su discariche ed
inceneritori ed un intreccio permanente tra politica e malaffare.
Nei prossimi giorni ci mobiliteremo per porre fine a questo scempio.
Commons! – Rete dei comitati per i beni comuni
Presidio permanente contro la discarica di Chiaiano e Marano