Nazirock: a Verona cambiamo musica?

Sabato 7 novembre ancora gruppi nazifascisti a Verona

5 / 11 / 2009

Apprendiamo dai giornali e dalla Questura che alcuni giovani sarebbero accusati di aver tentato di imbrattare con vernice un locale dove si terranno, il prossimo sabato, concerti di band neonaziste, come Gesta Bellica e Hobbit, gruppi che incitano all’odio razziale ed esaltano le esperienze storiche nefaste del fascismo e del nazismo.

Pensiamo che la violenza fascista condiziona la vita della nostra città e mette a rischio le libertà e l’incolumità soprattutto dei giovani.

Ricordiamo solo i più gravi episodi di squadrismo contro le persone:
-che in una via del centro, i neonazisti  hanno ammazzato Nicola Tommasoli;
-che a S.Luca, sempre loro, precedentemente avevano accoltellato due ragazzi;
-che in Piazza Viviani hanno massacrato di botte una ragazza;
-che fuori dalle scuole, intimidiscono e aggrediscono gli studenti antifascisti;
-che, sistematicamente, quasi tutti i fine settimana, in centro ma anche in altri quartieri continuano ad aggredire in città i giovani “diversi” da loro;
-che insomma, Verona ha un’anima nera che agisce contro le persone come e quando vuole, quasi sempre protetta dalle Istituzioni cittadine che danno loro credito, spazi, agibilità, riconoscimento.

Contro le persone quindi, si accaniscono le squadracce neonaziste.


Ben diversa ci sembra l’accusa rivolta a questi giovani fermati per aver tentato di graffitare le vetrine di un locale.
Noi, che siamo antifascisti, antirazzisti, noi che siamo la Verona libera, il veneto libero, noi pensiamo che ci sia una differenza sostanziale tra le due cose.

Chi aggredisce, chi ammazza e chi, semplicemente, imbratta, non sono sullo stesso piano.

Noi pensiamo che sia grave per la città la violenza che i neonazisti fanno sulle persone, che sia grave dare loro spazi di aggregazione.

Noi pensiamo che i Gesta bellica e gli Hobbit non devono suonare né a Verona né altrove.


Che quindi bisogna soffocare la cultura fascista in ogni ambito e che pertanto siano legittimi i graffiti di un gruppo di ragazzi che vogliono contestare le aggregazioni di chi incita alla pratica della violenza fascista.
Se poi, come ci risulta, la Polizia ha usato armi da fuoco, e botte e minacce, sapendo di avere a che fare non con pericolosi terroristi ma con ragazzi poco più che diciottenni armati, al massimo, di un po' di vernice, questo sì ci sembra estremamente grave. Anche la vicenda di Stefano Cucchi, ucciso dentro le carceri a Roma, sta a dimostrare come le forze dell’ordine abbiano spesso mano pesante e impunità. Anche e soprattutto verso i più deboli.
Se poi, come riportato dai media, sono state trovate “pericolose armi” quali bastoni e sassi, pensiamo che, forse, per andare a fare graffiti in una città come Verona, viste le continue aggressioni, sia importante garantirsi l'incolumità con l'autodifesa.
E, infine, pensiamo che questa città debba schierarsi, una volte per tutte, contro questo fascismo del terzo millennio che riproduce le pratiche violente dei padri storici, che questa città debba essere libera, culturalmente aperta e non connivente o condiscendente alla violenza fascista.
Questo pensiamo e pratichiamo.

L’abbiamo detto mille volte e lo ripetiamo.
Non vogliamo una città minacciosa e aggressiva, una città della paura nella quale si muovono impunemente razzisti e fascisti, fatta del rastrellamento di immigrati, di ordinanze che chiudono gli spazi di libertà, una città securitaria e triste, una città forte coi deboli e debole coi forti. Una città in cui botte e retoriche dell'ordine pubblico vanno a braccetto e si sorridono perché si riconoscono parti di una stessa cultura
Vogliamo invece una città da costruire con i nostri sogni; la città descritta dalle traiettorie eretiche e testarde della libertà. La città aperta che afferma il rifiuto della guerra, l'incontro tra le culture, che difende i beni comuni, che guarda avanti e accorcia la strada del futuro e dell'integrazione.

Collettivo Metropolis