Due
anni fa un agricoltore, Giorgio Fidenato, si costituì cavallo di
troia della Monsanto in Italia e, per alcuni aspetti, in Europa,
sotto le sigle di “movimento libertario” e “agricoltori
federati”, seminando del Mais GM, il Mon810.
Si inserì,
forzandole, tra vizi di forma e vuoti nelle pieghe di una normativa
complessa, che merita un approfondimento a parte, in cui si
intrecciano sovranità nazionale e potere normativo Europeo.
Fu
un atto esplicitamente corsaro – al di fuori quindi della
legge formale ma al servizio (di fatto) di un sovrano, in
questo caso la Monsanto (che con 5 sorelle controlla il 60% delle
sementi utilizzate nel mondo).
Come attivisti
dell'associazione Ya Basta!, dopo aver presentato un esposto contro
l'illegalità di quella semina – che poi fu posta sotto sequestro
ma non distrutta – rispondemmo con un legittimo atto di pirateria,
distruggendo le piante nei campi prima della fioritura.
Dicemmo allora:
Ci saremo, duri e determinati come il legno degli alberi, per affermare il diritto e il desiderio delle comunità di riappropiarsi del territorio e restituirlo alla vita anziché al mercato. Il diritto e il desiderio di averne cura come un bene comune, per tutti.
Ci saremo per costruire e difendere la comunità a partire da ciò senza cui non c'è vita: il cibo.
Il tempo della giustizia è ora, ovunque.
Siamo qui per ribellarci a una delle tante violenze che vengono esercitate.
Una violenza vigliacca e pericolosa, che è la materializzazione biologica del capitalismo più sfrenato: la capitalizzazione e lo sfruttamento del bios nella sua materialità primitiva e fondamentale.
A
due anni di distanza, Fidenato e i suoi accoliti ci riprovano(*), dopo
aver ottenuto ragione dalla Corte Europea sulla base di, dice la
Corte, mancanze nella legge italiana, l'impossibilità di vietare una
coltura regolarmente presente nel registro dell'EFSA, e la classica
inversione dell'onere della prova della pericolosità degli OGM.
Vi
sono fondate ragioni per pensare che anche tecnicamente la sentenza
sia errata ma in realtà, sebbene sia utile usare ogni strumento a
disposizione, il punto ora è un altro.
A livello Europeo il tentativo è di creare una legittimità forzata all'inserimento delle colture OGM in barba ad ogni volontà locale o nazionale: cibo e ogm sono un vero e proprio terreno di scontro, un terreno su cui si sta costruendo un diritto, imposto dall'alto come in altri ambiti.
È necessario quindi costruire una coalizione sociale larga, capace di esprimere una reazione e una resistenza di comunità, di costruire e praticare un “diritto dei beni comuni”che vada oltre l'evento in sé e che sia altro rispetto all'azione di lobbying delle associazioni evidentemente limitata nel suo intrinseco meccanismo rappresentativo e nel suo essere ostaggio di una disponibilità politica mutevole.
L'orizzonte necessario oggi è questo.
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In Friuli Venezia Giulia il 2
Settembre una rete di soggettività che comprendono singoli
cittadini, agricoltori, associazioni, cooperative, sindaci,
assessori, ha convocato un'assemblea regionale, ampia e aperta, ospitata da una fattoria sociale a Rauscedo, con
l'obbiettivo di essere il momento seminale di una coalizione sociale
con un chiaro obbiettivo: impedire le colture ogm, fare del Friuli
Venezia Giulia un laboratorio di resistenza contro l'aggressione
delle multinazionale del biotech e di sperimentazione di un diverso
rapporto con la terra e il cibo.
Ripartendo da tre: terra, cibo,
comunità.
Il 1 settembre è convocato, dalle assemblee e dai movimenti territoriali del FVG, alle ore 10 un primo appuntamento ai campi di Mais GM di Vivaro.
Ci vediamo a Vivaro il 1 settembre, a Rauscedo il 2 settembre.
Appello per l'assemblea del 2 settembre
La semina
di mais OGM a Vivaro non è una scelta privata di un agricoltore,
puramente tecnica e solo apparentemente locale ma l'imposizione di un
intero modello di coltura e cultura della terra e del cibo; essa
coinvolge chi abita e coltiva il territorio circostante e, facendone
un vero e proprio laboratorio nazionale, inevitabilmente coinvolge
tutti.
Per la Monsanto, le colture OGM sarebbero risolutrici
di tutti i problemi dell'agricoltura: aumenterebbero di molto la
produttività richiedendo meno diserbanti e pesticidi, senza alcun
problema di convivenza con le altre colture, garantirebbero sicurezza
alimentare nel futuro senza alcun dubbio per la salute umana.
È
facile dimostrare che questo pensiero magico è un falso.
L'ONU ritiene gli OGM del tutto secondari per lo sviluppo agricolo e la sicurezza alimentare
L'aumento di produttività dovuto agli OGM è molto minore rispetto a quello dovuto ad altri fattori e “tecnologie” (anche bio)
L'esperienza trentennale negli USA mostra che determinano infine un aumento notevole nell'uso di diserbanti ed erbicidi per ovvii meccanismi di resistenza e selezione degli infestanti.
Infine,
vi sono molti studi nella comunità scientifica che raccomandano
l'approfondimento degli aspetti di pericolo per la salute e che,
insieme a valutazioni a proposito di biodiversità ed equilibri
ecologici, richiedono l'applicazione del principio di precauzione,
per cui è doveroso innazitutto comprendere gli effetti di una
tecnologia prima di adottarla, evitando il pericolo di divenire cavie
per il profitto dei privati.
La semina delle poche piante di
mais OGM della Monsanto a Vivaro è in questo momento non solo un
problema agricolo locale ma anche un'importante battaglia culturale
di ampio respiro.
La storia dell'umanità è una storia che
attraversa la terra, vive sulla terra e vi affonda le sue radici.
La
sapienza della terra e della sua coltura sono il frutto collettivo
della storia umana, di una paziente accumulazione, e in quanto tali
devono essere considerati tra i beni comuni per eccellenza.
L'addomesticamento e la selezione delle piante e dei semi è il filo rosso di questa storia, una crescente sapienza millenaria, tramandata e diffusa, accresciuta dalla cura comune dei luoghi e delle colture, arricchita dalla fusione di migliaia di varietà locali, scambiate tra le comunità con i semi, rafforzate con gli incroci, in un processo continuo, libero e aperto che ha preservato e riprodotto la biodiversità di quelle 15 colture che rappresentano il 90% delle nostre calorie garantendo la sicurezza e la qualità alimentare per migliaia di anni.
Oggi, al contrario, quasi il 60% delle sementi utilizzate è di
proprietà di 6 multinazionali, 4 delle quali controllano, non
casualmente, più del 50% della produzione di pesticidi (quasi l'80%
insieme ad altre 2 compagnie).
L'agricoltura industriale e, in
particolare, la dinamica legata agli OGM, spingono inesorabilmente
verso la drastica riduzione della biodiversità, la privatizzazione
delle sementi e la criminalizzazione della selezione e dello scambio
liberi, la standardizzazione delle colture e l'adozione di tecniche
distruttive e inquinanti, con un forte impatto sulla sovranità e
sulla sicurezza alimentare, sugli equilibri ecologici e climatici,
sulla distribuzione delle risorse e la libertà di scelta e di
produzione del cibo da parte delle comunità.
Chi controlla il
cibo controlla l'umanità, e chi controlla e impone le sementi e
le tecniche agricole controlla il cibo.
A nostro avviso è questo,
oggi, il terreno di confronto.
Un terreno che coinvolge
tutti.
Per questo, pensiamo sia necessario costruire momenti
di incontro e lotta comune non solo sull'emergenza attuale ma su
quella che appare l'onda lunga degli OGM nel futuro.
Proponiamo
quindi un'assemblea pubblica, aperta, di molti e diversi, Lunedi 2
settembre alle ore 20 presso la fattoria sociale agriturismo
"Tina" a Rauscedo, per decidere come mobilitarsi,
insieme e in modo condiviso.
Primi firmatari:
Elena Beltrame, preesidente Casa del Popolo, PN
Gigi Bettoli, presidente Lega Coop Sociali FVG
Gianpaolo Bidolfi, Sindaco di Tramonti di Sotto
Gianni Cavallini, Medico, dirigente ASL n. 2
Amanda Ciri
Silvano Lapietra, Associazione Modo, Coop. Agricola Agri.Spe.
Gilberto Macaluso,
Stefano
Mantovani, presidente
Coop Soc. Noncello (PN)
Carlo
Mayer, rete GAS Pordenone
Alessandro Metz, Lega Coop Sociali FVG
Elisabetta Michelin, rete GAS Pordenone
Cristina
Micheloni, responsabile scientifica AIAB
Marco
Pavanello
Gregorio Piccin, Assessore all'Ambiente, Tramonti di Sopra
Monica Tiengo, Ass. Ya Basta Treviso
Luca Tornatore, Ass. Ya Basta FVG
Carlo Visintini, Ass. Ya Basta FVG
Michela
Vogrig, presidente Consorzio Sociale COSM (UD)
AIAB
FVG, Associazione Italiana Agricoltura BIologica
Ass. Ya Basta FVG
Ass. Ya Basta Treviso
Casa delle Culture, Trieste
Lega Coop Sociali FVG