Padova - Asili nido: prima i padovani o prima il buon senso?

28 / 1 / 2015

 Il nuovo regolamento per l'assegnazione dei posti negli asili nido, varato dalla Giunta Bitonci, ha sollevato in questi giorni forti polemiche in città, soprattutto per quanto riguarda l'indroduzione della premialità basata sull'anzianità di residenza. Con questo criterio si dà la precedenza ai figli di genitori (ne basta uno) residenti nella città di Padova da almeno 20 anni.

Non crea nessuno stupore questa scelta della maggioranza, che è in perfetta sincronia con quanto fatto in questi primi mesi di governo della città. E' in linea sia perchè sostenuta dalla solita ideologia razzista e di esclusione, sia perchè anche questo provvedimento è inutile, insensato e slegato dalla realtà.

I dati risalenti a novembre 2014 rivelano che in città ci sono circa 170 posti liberi negli asili nido comunali. La domanda è infatti in diminuzione, poichè la disoccupazione crescente fà si che i genitori, sia per disponibilità di tempo che per difficoltà economiche, preferiscano gestire i propri figli a casa. La giunta è ben a conoscenza di ciò, infatti ha offerto la possibilità di iscrizioni part-time.

Il criterio di residenzialità non va quindi a trovare una soluzione, seppur discutibile, ad un problema di eccedenza di richieste per gli inserimenti negli asili nido. Viene quindi da chiedersi: se la situazione reale in città è questa, che senso ha introdurre il provvedimento in questione?

Sfavoriti da questi punteggi sarebbero non solo i cittadini migranti, ma anche le coppie giovani di studenti universitari che scelgono di rimanere a Padova e portarvi la residenza. Allo stesso modo vengono penalizzati i padovani andati via dalla città per qualche tempo e poi tornati. Inoltre ne pagano le conseguenza le coppie di ex residenti che per i più svariati motivi vivono nei comuni limitrofi ma lavorano a Padova, o viceversa, le coppie che hanno abitato la provincia e poi si sono trasferite nel capoluogo. Un provvedimento quindi che scoraggia l'inserimento in città di giovani genitori con figli, non tiene in considerazione i concreti bisogni di chi vive quotidianamente la città e contribuisce al suo sviluppo, ma mira semplicemente a creare disuguaglianza tra i cittadini.

A fronte di queste considerazioni emerge chiaramente l'identità demagogica e di puro idealismo del regolamento varato dalla Giunta Bitonci. Le continue campagne di "prima i padovani" risultano essere nient'altro che proselitismo, ma di certo non sono reali soluzioni utili a risolvere le necessità della città e dei suoi abitanti. Quando si continua a tagliare sui servizi e su welfare in generale, non esiste un "chi prima e chi dopo", ma tutti ne pagano le conseguenze (vedi anche la questione abitativa).

Solo ridistribuiendo equamente la ricchezza e ridefinendo con maggior logica i settori di spesa pubblica si può ottenere un reale miglioramento delle condizioni di vita. Un miglioramento che riguarderebbe tutti, senza creare un'incusione differenziale della cittadinanza.