In tutto il Veneto è ancora vivo il ricordo della disastrosa alluvione del 2 novembre 2010. Anche nella provincia di Padova ci furono danni ingentissimi e finirono sott'acqua molti comuni. A Ponte San Nicolò, alle porte della città, si verificò la rottura dell’argine destro del Bacchiglione proprio all’altezza della discarica di Roncajette, che fu completamente sommersa per settimane, con il conseguente inquinamento dei terreni circostanti e delle falde acquifere. Nonostante questo ACEGAS-APS non recede dal proposito di apportarvi altri rifiuti ed il 23 novembre2011 negli uffici della Regione a Venezia ha presentato il suo progetto alla commissione V.I.A. (valutazione di impatto ambientale), il cui parere sarà valutato dall’amministrazione regionale, cui spetta l’ultima parola, anche in presenza di un parere negativo della commissione stessa.
La situazione quindi è allarmante. Si parla di riutilizzare ed ampliare il famigerato lotto A della discarica (quello oggetto del processo che ha portato alla condanna dei vertici Acegas – Aps) per altri 12 anni, apportando altre 753.000 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, che possono essere di varie tipologie, ad esempio terre di bonifica, fanghi di dragaggio, ceneri del carbone, scorie provenienti da inceneritori e così via, ma anche rifiuti solidi urbani che dopo aver subito un procedimento di tritovagliatura vengono classificati come rifiuti speciali non pericolosi. Ricordiamo che i rifiuti provenienti dalla Campania (ecoballe) bruciati nell’inceneritore di Padova nell’aprile 2011 erano rifiuti speciali non pericolosi, e solo la mobilitazione del Comitato portò alla luce questa vicenda, colpevolmente occultata da ACEGAS-APS e dal Comune. 30 anni di veleni e l’alluvione del 2010 ha reso evidente a tutti che quello è un terreno alluvionale, che non potrà mai più essere un luogo idoneo a contenere un insediamento così pericoloso per la salute dei cittadini.
Ma il problema discarica non può essere visto solo come un rischio per gli abitanti di Roncajette: il riutilizzo della discarica è funzionale al raddoppio dell’inceneritore di Padova (stesso proprietario Acegas-Aps), il quale ha bisogno di discariche in cui stoccare le scorie. Un inceneritore, è bene ricordare, non risolve il problema dello smaltimento dei rifiuti, anzi ne produce altri, oltre ad emettere nell’aria sostanze nocive e cancerogene. E' l'intera gestione del ciclo dei rifiuti basato su discariche ed inceneritori che crea seri danni alla salute dei cittadini e all’ambiente, rispondendo a logiche di tornaconto economico e non al bene comune. Un’altra gestione del ciclo dei rifiuti è possibile incrementando la raccolta differenziata porta a porta, il riciclo totale dei materiali, il riuso, la riduzione drastica degli imballaggi.
Le richieste dei cittadini e dei Comitati sono semplici e di buon senso. Si chiede che la Regione non approvi il progetto di apporto di nuovi rifiuti presentato da Acegas-Aps, escludendo tale riutilizzo dal nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti speciali; la chiusura definitiva e la bonifica della discarica ad opera di Acegas-Aps, che per anni ha sfruttato ed inquinato (la prescrizione della sentenza non può cancellarlo) il sito, traendone indebiti guadagni; la restituzione dell’area ai cittadini di Ponte San Nicolò, con la creazione di un parco; il dragaggio del Bacchiglione, la messa in sicurezza degli argini e il completamento dell' idrovia Pd-Ve, opere fondamentali per la sicurezza idraulica dell'intera zona.
I comitati invitano quindi tutti i cittadini all'iniziativa contro la discarica di Roncajette, a ponte San Nicolò (Pd), sabato 3 marzo con appuntamento alle ore 11.00 sul Ponte della Statale, lato argine destro, per dire che: 30 anni di veleni e un' alluvione possono bastare! Promuovono il presidio il Comitato per Roncajette e il Comitato Lasciateci Respirare Padova. Hanno aderito il Coordinamento Alluvione Veneto, WWF Padova, Amissi del Piovego, Comitato Difesa Salute e Ambiente Pd-est.
Articolo Mattino di Padova su manifestazione 3 marzo
