Le ordinanze in breve:
- è vietata la libertà
- è vietata la socialità
- è vietata la spontaneità
- è vietata la gioia dello stare insieme
Ieri
sera abbiamo visto tutti, con i nostri occhi, una città di nuovo viva,
una città che si è ripresa gli spazi che sono suoi di diritto, dal basso
e spontaneamente.
E' stata riscoperta una socialità libera e non
preordinata, che da qualche tempo Padova aveva perduto.
Quella Piazza delle Erbe che un tempo era simbolo della vita universitaria, quel cuore pulsante della cosiddetta "movida", è tornato a battere, forte e chiaro. Attraversando la piazza, nessuno ha visto quel fantomatico degrado, che tanto piace al sindaco Bitonci, ma facce felici, persone che sentivano di poter finalmente respirare una boccata d'aria, senza costrizioni o divieti, una socialità libera ed autodeterminata: musica, canti, balli, una celebrazione della gioia di vivere e di stare insieme, che per anni era stata simbolo della Padova viva.
La risposta alle
nuove ordinanze è stata questa.
L'unico risultato, di fronte al
tentativo di rendere Padova una città morta e deserta, è stato quello di
riunire tutti coloro che a queste condizioni non ci stanno.
Il
tentativo di tarparci le ali ha ottenuto l'effetto opposto: quello di
unirci tutti, compatti e decisi, per dare un segnale alla città, alla
giunta, e al sindaco.
La città è viva, vuole restare viva, e vuole anzi esserlo anche più di prima, in barba a divieti e restrizioni.
E' stato un primo segnale, un segnale forte, un segnale che dovrebbe far riflettere Bitonci e il suo #hovisto4gatti.
Non eravamo quattro gatti, eravamo centinaia.
E saremo sempre di più.
CSO Pedro