Padova - Sanatoria 2012. La conferenza stampa degli Sportelli Razzismo Stop ed ADL Cobas

A pagare sono i lavoratori. Nessuna chance per i lavoratori part-time: largo alle truffe

15 / 9 / 2012

A poco meno di 24 ore dall’inizio dell’inoltro delle domande di emersione per il 2012 si fa sentire a Padova la voce degli attivisti degli Sportelli ADL Cobas, insieme a quella dell’Associazione Razzismo Stop e dei migranti protagonisti delle lotte contro le truffe del 2009 che avevano portato all’occupazione del tetto della Basilica del Santo e della grù di fronte alla Prefettura.

Il tema è ancora una volta quello delle truffe, della tutela dei lavoratori, di una regolarizzazione caratterizzata da un incredibile squilibrio tra la posizione del lavoratre e quella del datore di lavoro.

Durante la conferenza stampa sotto Palazzo Moroni, a prendere per prima la parola è l’Avv. Giovanna Berti, da sempre al finaco delle due associazioni. "Si tratta" - dice il legale - "di una sanatoria con molti punti bui, con requisiti restrittivi e tutta centrata sulal figura del datore di lavoro, unico soggetto cui è data la facoltà di presentare la domanda".

I requisiti di reddito per molti proibitivi, l’esclusione dei lavoratori part-time, la prova dell apresenza in Italia proveniente da organismi pubblici, insieme alla mancanza di garanzie per i lavoratori rendono questo provvedimento paradossale se pensiamo che viene inserito all’interno di un decreto legge che si propone come scopo quello di combattere il lavoro nero.

I migranti raggontano le loro storie. Lo fa Hicham, uno dei protagonisti della mobilitiazione del 2010 alla Basilica del Santo. "Io consegno depliant pubblicitari per conto di un privato e svolgo lavori di pulizie, ma i datori di lavoro non mi regolarizzeranno perché è prevista l’esclusione dei lavori non a tempo pieno. Ma la maggior parte dei migranti senza permesso lavora così: quando ti chiamano vai e guadagni magari 35 euro in un giorno, quando non ti chiamano zero. E io dovrò continuare a rimanere irregolare".

Come lui altre migliaia di persone escluse dalla procedura.
Ma se i datori di lavoro che tenteranno di regolairzzare un lavoratore avranno comunque delle garanzie in caso di esito negativo non dipendente dal loro comportamento, lo stesso non potrà valere per il datore di lavoro. Così anche chi potrà partecipare alla presentazione delle domande potrà essere escluso in caso di reddito insufficiente da parte del datore di lavoro (che magari non ha dichiarato tutti i reddito). Il risultato? Continuerà a rimanere in nero e sottopagato.
Inoltre i lavoratori saranno chiamati a firmare una attestazione in cui dichiarano di aver percepito tutti gli stipendi come previsto dai contratti collettivi nazionale. Ma come faranno a rifiutarsi se la mancanza di quel documento per loro significherà non poter ottenere il tanto atteso permesso di soggiorno?

Su questo si sono soffermate le voci degli attivisti che hanno denunciato: "nei primi giorni di apertura dei nostri sportelli abbiamo già verificato la realtà che anche con questa procedura sta prendendo forma. In quasi tutti i casi sono i lavoratori a pagare i contributi che invece dovrebbe versare il datore di lavoro. E poi per molti è impossibile regolarizzare il loro rapporto di lavoro. Si tratta di un invito a fare affari rivolto ancora una volta a truffatori e faccendieri che già - come hanno raccontato i migranti stessi -sono all’opera.

Una sanatoria per pochi insomma, che rischia però di gonfiare le tasche di molti.

A garanzia dei lavoratori l’ADL Cobas ha messo a disposizione i suoi sportelli di viale Cavallotti 2 a Padova e di Monselice, oltre allo Sportello di via Gradenigo 8, in collaborazione con l’Associazione Razzismo Stop.

Nicola Grigion

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