Padova - Trovarsi nel 2015 a combattere coi fogli di via

Anacronistico, surreale, quasi kafkiano

20 / 2 / 2015

Eppure a Padova (a dire il vero non solo) sono tornati di moda questi strumenti di controllo di polizia, di remota origine, mai cancellati dal nostro ordinamento, purtroppo, da nessuna delle varie compagine governative succede tesi nel tempo ed anzi rivisitati nel “riordino” della normativa in materia di leggi antimafia e misure di prevenzione nel 2011.

Strumenti di polizia basati non su accertamenti di responsabilità del soggetto “indesiderato”, ma su poteri discrezionali residuati in capo alle autorità di pubblica sicurezza, consentiti nei confronti di persone considerate “socialmente pericolose” sulla scorta di “elementi di fatto” e “valutazioni” svolte dal Questore.

Oggi assistiamo ad una recrudescenza di questo genere di provvedimenti adottati non più soltanto nei confronti di soggetti ritenuti partecipi della criminalità organizzata o (altri destinatari classici) ritenuti pericolosi per la “moralità pubblica” (perché sex workers, perché “disagiati”, senza fissa dimora e simili), ma direttamente contro soggetti ritenuti “antagonisti”, militanti di movimenti, “portavoce” di istanze di base.

Sta avvenendo, insomma, qualcosa di veramente preoccupante: allontanare forzatamente dalla città in cui vivono e studiano attivisti protagonisti di battaglie politiche e sociali assomiglia veramente troppo da vicino ai famigerati istituti fascisti dell’”esilio”.

Che la Questura possa permettersi di decidere se uno studente fuori sede possa permanere a Padova in base alle denunce (non condanne, neppure non definitive) di cui è stato oggetto, di sindacare in base al numero di esami sostenuti se meriti o meno di rimanere a frequentare l’Università cui è iscritto, di esercitare in maniera veramente discrezionale i propri “poteri di polizia”, pare un dato estremamente grave per tutti, per la democrazia sostanziale.

Se poi si aggiunge il dato che contro questi provvedimenti l’unico rimedio esperibile è il ricorso al Tar, il cui costo base (di solo contributo unificato) è di SEICENTOCINQUANTA EURO, ben si comprende la difficoltà di chiedere ed ottenere giustizia in materia.

Poche osservazioni, giusto per comprendere l’importanza e l’assoluta necessità di intervenire in questa materia- tutta da rimettere in discussione, a pena della perdita di ogni garanzia democratica, con grande decisione, da subito.

Oggi ad essere stati espulsi da Padova sono due giovani studenti fuorisede; domani forse toccherà a un precario non residente (o occupante, visto che a loro, grazie al Decreto Lupi, non viene neppure data la residenza).

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Bertold Brecht