Parigi - #8mars: Vivre libre

Straordinario successo del corteo lanciato dai collettivi femministi e popolari delle periferie di Parigi che rivendicano atuodeterminazione, diritti e welfare per tutt*.

8 / 3 / 2014

 " Comment je m'habille, comment je gagne ma vie, ce choix me revient, mon corps m'appartient. "

Una vera giornata di ricomposizione a Parigi nella giornata di lotta dell'8 marzo. Nonostante la presenza di un altro corteo istituzionale a Bastille che ha avuto una larghissima pubblicizzazione, la piattaforma del “ 8 mars pour toutES” è riuscita a far convergere migliaia di partecipanti all'appuntamento di Belleville.

 I collettivi sociali e femministi dei quartieri popolari – primo tra tutti quello di Saint Denis – hanno infatti deciso di lanciare un corteo alternativo che attraversasse una zona tanto turistica quanto contrassegnata dalla marginalità come Pigalle, per rivendicare un tipo di femminismo e attivismo rispetto alle questioni di genere che fosse di parte. 

Fin dai comunicati apparsi in rete, ciò che i collettivi hanno contestato alla manifestazione istituzionale è la vuota retorica rituale che niente ha a che vedere con percorsi di rivendicazioni e conquista di nuovi diritti: “ in nome dell'unità di tutte le donne – si legge nel comunicato delle Femmes en lutte 93 – il femminismo istituzionale nega le nostre realtà sociali”, ossia le condizioni di precarietà e stigmatizzazione che sono specifiche e differenziano i soggetti che le vivono tutti i giorni in base al loro essere migranti, prostitute, omosessuali, transessuali e abitanti dei quartieri popolari. Proprio a partire da queste zone, sono state organizzate sia in mattinata che nei giorni precedenti delle iniziative per far emergere le radici di solidarietà e di lotte sociali che fanno parte della storia popolare, contro ogni stereotipo che vede nelle banlieue solamente un territorio sessista, omofobo e soggetto alle guerre tra gruppi etnici. Di nuovo, come è stato scritto nel volantino di lancio della giornata, i manifestanti hanno voluto “ uscire dall'ombra per criticare i movimenti sociali che dicono che il femminismo non è né una questione degli abitanti dei quartieri, né dell'immigrazione né del movimento operaio. Noi, femministe dei quartieri, francesi o migranti, sfruttate e precarie, con o senza papiers, usciamo dall'ombra per difendere un femminismo popolare e multiculturale di lotta di classe”.

Le esigenze e i desideri di chi ha partecipato al corteo non si sono quindi riferiti ad un'internità alle istituzioni amministrative o alla rappresentanza. Hanno piuttosto ribadito la necessità della lotta per l'autodeterminazione e la libertà di scelta, da quella di poter circolare liberamente nei territori delle città con o senza papiers fino alle decisioni sul proprio corpo per quanto riguarda la maternità e la sessualità; dal diritto al reddito contro la precarietà a quello alla casa e alla salute aperti a chiunque viva la città.

E' per questo che la piattaforma di Belleville ha saputo riunire una composizione variegata: ha saputo individuare una condizione comune nel continuo attacco e/o restrizione dei diritti che con la crisi si sono intensificati, anche sotto il governo dell'ormai ex-socialista Hollande. Collettivi e associazioni antifascisti e sans papiers, lgbit, sindacati come lo STRASS che da anni si battono per i diritti dei/delle sex workers, hanno marciato per tutto il quartiere respingendo qualsiasi forma di discriminazione e attaccando apertamente tutti quei partiti e cosiddetti movimenti di destra ormai diffusi in Francia radicatisi attorno alla difesa della famiglia tradizionale e all'opposizione alla migrazione.

Il corteo è poi terminato, infine, nella storica zona di Pigalle lanciando le prossime date di mobilitazione, prima tra tutte quella del 15 marzo per opporsi alla legge islamofobica che interdice l'accesso ai luoghi pubblici per chi porta evidenti simboli religiosi come il velo.

#8marzo Parigi