Partita IVA esci da questo selfie di protesta

Tratto da "Il Manifesto"

25 / 2 / 2015

Venerdì 27 feb­braio a Roma avvo­cati, free­lance e pre­cari in piazza Cavour per un wel­fare più equo. «Fare coa­li­zione» è il mes­sag­gio che sta pas­sando di rete in rete nelle ultime ore. Tra gli altri, par­te­ci­pe­ranno far­ma­ci­sti, inge­gneri archi­tetti e geo­me­tri, gli stu­denti e le reti dello “scio­pero sociale”


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Dai sel­fie con­tro l’iniquità fiscale e pre­vi­den­ziale della Cassa Forense su twit­ter alla presa di parola dal vero con tanto di mega­fono e smart­phone in uno spea­kers’ cor­ner orga­niz­zato venerdì 27 a Roma in piazza Cavour dalle nove in poi. È la breve, ma signi­fi­ca­tiva, sto­ria della Mobi­li­ta­zione gene­rale degli avvo­cati (Mga) che con i social net­work ha rin­no­vato la poli­tica forense. Ora si pro­pone come uno degli aggre­ga­tori di una coa­li­zione tra i pro­fes­sio­ni­sti a par­tita Iva iscritti ad uno degli ordini pro­fes­sio­nali e i free­lance che ver­sano i con­tri­buti nella gestione sepa­rata dell’Inps.

«Fare coa­li­zione» è il mes­sag­gio che sta pas­sando di rete in rete nelle ultime ore. Un mes­sag­gio che rispec­chia un biso­gno dif­fuso. Fino a ieri, a que­sta mobi­li­ta­zione ine­dita nel nostro paese, ave­vano ade­rito le pro­fes­sioni tec­ni­che (inge­gneri, archi­tetti, geo­logi), gli archi­vi­sti e i far­ma­ci­sti, le guide turi­sti­che, le reti dello scio­pero sociale, l’associazione dei free­lance Acta, Con­fas­so­cia­zioni, gli stu­denti della Rete della cono­scenza, le asso­cia­zioni forensi Agi­for e Adu. È pre­vi­sta la par­te­ci­pa­zione di Laz­zaro Pap­pa­gallo, neo-segretario del sin­da­cato gior­na­li­sti di Stampa Romana. Dopo la mani­fe­sta­zione, durante la quale è pre­vi­sto un «tweet­mob» dove ver­ranno ripro­po­sti i sel­fie con il for­tu­nato hash­tag #ionon­mi­can­cello, al pome­rig­gio è pre­vi­sto un incon­tro pro­gram­ma­tico tra le varie sigle all’ordine degli archi­tetti di Roma. «Final­mente ini­zia a con­cre­tiz­zarsi la coa­li­zione tra le pro­fes­sioni intel­let­tuali, ordi­ni­sti­che non ordi­ni­sti­che, una coa­li­zione da esten­dere a tutti i lavo­ra­tori auto­nomi e a tutte le par­tite Iva – spiega il pre­si­dente di Mga, l’avvocato Cosimo Mat­teucci – Chie­diamo una riforma degli ammor­tiz­za­tori sociali, un sistema pre­vi­den­ziale equo, soli­dale e pro­por­zio­nato al red­dito e l’equità fiscale. Vogliamo un sistema fiscale com­pa­ti­bile con la vita. Que­sta è la sin­tesi della linea poli­tica di tutto ciò che oggi si sta muovendo».

La spinta pro­pul­siva degli avvo­cati si spiega con la dram­ma­tica riforma della pro­fes­sione a cui sono stati sot­to­po­sti dal 2012. Una norma con­te­nuta nella bozza di rego­la­mento ema­nato dal mini­stero della Giu­sti­zia pre­vede la rego­la­rità con­tri­bu­tiva come requi­sito per la per­ma­nenza nell’albo. È una norma peri­co­losa per tutti, e non solo per gli avvo­cati. Potrebbe essere appli­cata alle altre pro­fes­sioni. Se non si pagano i con­tri­buti pre­vi­den­ziali si rischia la can­cel­la­zione dall’albo e quindi la disoc­cu­pa­zione. Se appro­vata, tale norma met­terà a rischio di espul­sione almeno il 40% degli avvo­cati ita­liani che, secondo i dati 2013 della Cassa Forense gua­da­gnano meno di 15 mila euro all’anno. Si verrà così a creare la situa­zione para­dos­sale che per fare la pro­fes­sione di avvo­cato biso­gnerà avere un red­dito ade­guato. Potrà fare l’avvocato solo chi risponde a que­sto cri­te­rio di classe o ha un geni­tore che eser­cita la sua stessa pro­fes­sione. Per i pre­cari dell’avvocatura la pres­sione fiscale sarà sem­pre più insostenibile.

Nella loro con­di­zione si rico­no­scono molti under 45. I geo­me­tri, ad esem­pio, che gio­vedì 26 hanno pro­gram­mato un sit-in a piazza del Popolo a Roma, a 300 metri dalla loro cassa pre­vi­den­ziale, la Cipag. Al pre­si­dio dei «geo­mo­bi­li­tati» par­te­ci­pe­ranno gli avvo­cati in soli­da­rietà. Il giorno dopo, si ritro­ve­ranno allo spea­kers’ cor­ner in piazza Cavour.

I pro­mo­tori sot­to­li­neano che la loro non è una mobi­li­ta­zione cor­po­ra­tiva, né indi­vi­duale, ma ha un valore gene­rale per il wel­fare di tutti. «L’alleanza poli­tica dei pro­fes­sio­ni­sti è l’unica via che ci potrebbe con­sen­tire di affron­tare e di risol­vere i pro­blemi comuni a tutte le cate­go­rie pro­fes­sio­nali – sostiene Michele Pri­vi­tera, pre­si­dente del Comi­tato Pro­fes­sioni Tec­ni­che — e tra que­sti vi è innan­zi­tutto l’eccessiva ed ini­qua pres­sione fiscale e pre­vi­den­ziale». «L’obiettivo – sostiene Andrea Auletta, segre­ta­rio del comi­tato pro­fes­sioni tec­ni­che — è defi­nire un pro­gramma comune e una rete coor­di­nata tra le pro­fes­sioni intel­let­tuali, ordi­ni­sti­che e non ordi­ni­sti­che, da esten­dere a tutti i lavo­ra­tori auto­nomi a par­tita Iva». Alla pro­te­sta hanno ade­rito i far­ma­ci­sti tito­lari di para­far­ma­cie che «con­dan­nano la man­cata libe­ra­liz­za­zione dei far­maci di fascia C». Una norma rimossa dal Ddl con­cor­renza appro­vato dal governo Renzi.

Per Davide Gul­lotta, pre­si­dente della Fede­ra­zione nazio­nale para­far­ma­cie ita­liane, «si pre­mia il capi­tale pos­se­duto e non la pro­fes­sio­na­lità dei far­ma­ci­sti, men che meno il titolo di studio».A «incro­ciare le lotte» con i pro­fes­sio­ni­sti a par­tita Iva venerdì in piazza Cavour ci sarà anche una dele­ga­zione dello «Scio­pero sociale», inte­res­sato «ad aprire un deci­sivo con­fronto tra i free­lance e i pro­fes­sio­ni­sti ati­pici e degli ordini sull’equità fiscale e previdenziale».