Porto Tolle - Convegno contro il carbone- Comunicato stampa

9 / 10 / 2011

ROVIGO

Comunicato stampa

8 ottobre 2011

“Oltre il carbone, una risposta alla crisi”, è il titolo del convegno organizzato dai Comitati polesani contro il carbone insieme al Coordinamento veneto contro il carbone e a grandi associazioni nazionali come Legambiente, Wwf, Greenpeace e Italianostra etc ...

Una sala gremita dal passaggio di circa 200 persone ha potuto interagire con un parterre di relatori che comprendeva medici, ingegneri, fisici, imprenditori, attivisti.

Gli interventi, aperti da una prolusione di Don Carlo Marcello in rappresentanza del Vescovo di Adria-Rovigo, hanno abbracciato tutto l'ampio spettro degli aspetti che il dibattito sulla centrale coinvolge.

Partendo da una sessione sul lavoro, dal titolo “alternative per un lavoro degno”, si è passati alle sessioni sulla salute, sui cambiamenti climatici e l'ecologia ed infine sulla costruzione di una vera democrazia delle scelte per il futuro.

Ciò che emerge con forza dai dati portati a partire dalle esperienze reali – che producono reddito ed economia in italia e nei molti paesi che più intensamente stanno scegliendo la via di un cambio di paradigma energetico (in prima fila la Germania) – è che la strada delle rinnovabili è quella di un reale sviluppo del territorio.

Uno sviluppo che coinvolge non solo pochi grandi stabilimenti di produzione ma migliaia di posti di lavoro per la riqualificazione urbana e architettonica, la riqualificazione energetica degli edifici, la ricostruzione di una rete di distribuzione diffusa (smartgrid) e di piccoli e medi impianti sul territorio.

Anche nel caso di grandi impianti di potenza paragonabile alla centrale di Polesine camerino, le cifre occupazionali – ricavate da impianti simili già funzionanti – sono largamente superiori a quelle degli impianti gemelli a quello proposto da enel nel caso, ad esempio, di impianti eolici offshore e onshore ( 1000 e 750 addeetti rispettivamente).

È di questi giorni, peraltro, uno studio medico che evidenzia i costi sanitari delle fonti energetici fossili, carbone in particolare, legati alle emissioni di microparticolati (pm2.5, soprattutto), come ricordato dall'esponente di Medici per l'ambiente.

È urgente interrogarsi democraticamente se la salute degli addetti e di centinaia di migliaia di cittadini abbia un valore irrinunciabile o meno, o se sia un bene da affidare alle necessità di enel. Un'urgenza tanto più cogente se ricordiamo che quella centrale emetterebbe, oltre che particolati, tanta CO2 quantà metà di tutte le case italiane, o quanto 10 milioni di veicoli, insieme a migliaia di tonnellate di nitrati e ossidi di zolfo.

Così come è inevitabile interrogarsi velocemente e democraticamente sulla necessità di salvaguardare l'ecosistema ed il clima non solo per questioni etiche ma (forse) soprattutto perché da quella salvaguardia dipende la reale possibilità del benessere comune.

Le scelte energetiche, a fronte dell'esaurimento del petrolio e del costo crescente – monetario, ecologico ed umano – del carbone, rappresentano in generale una sfida alla democrazia.

Si tratta, come reclamano milioni di persone in tutto il mondo, di volere e praticare una democrazia reale e non di diventare semplici macchine produttrici per gli interessi di pochi, mettendo a disposizione tutto ciò che di prezioso e unico abbiamo, come individui e come collettività.