L’assemblea di Reggio Emilia è per noi un punto di partenza.
Perché il ricatto della legge Bossi Fini, la violenza del confinamento e
delle espulsioni, la politica del razzismo istituzionale e dei
respingimenti, l’Europa dei confini e della mobilità imbrigliata, la
ricetta con cui in questi anni è stata costruita la gerarchia delle
nostre vite ed il modello di sviluppo che l’ha dominata, già le
conosciamo e sono cosa vecchia. Sono un pezzo di quel mondo entrato in
crisi che vuole uscirne ridisegnando un modello sociale ancora basato
sull’autoritarismo e la negazione di diritti, di cui è invece venuto il
momento di liberarsi.
Il nostro ordine del giorno oggi è scrivere il nuovo presente ed il
nostro futuro e sappiamo che per farlo dobbiamo fare i conti con chi,
ancora, vorrebbe riproporre nuove strategie di sfruttamento, nuove
gerarchie della cittadinanza, nuove deroghe ai diritti, nuovi confini e
confinamenti.
Il primo marzo e nei giorni che lo precederanno saremo in piazza ed in movimento con i migranti e per i loro ed i nostri diritti, con scioperi e mobilitazioni, per fare nostra questa sfida.
Vogliamo aggiungere anche la nostra voce a quella di tanti altri che in
questi mesi hanno rivendicato dignità per il loro futuro.
Per questo il primo marzo saremo nelle tante piazze
colorate di giallo di questo paese rivendicando lo SCIOPERO GENERALE e
generalizzato, tappa per una marcia comune per la democrazia, della
cittadinanza, per un nuovo welfare.
Le lotte di questi anni, insieme alla crisi che sta ridefinendo gli
assetti politici e sociali di questo e di altri Paesi, hanno aperto un
varco su cui innestare oggi, nell’immediato, conquiste e vertenze come
tasselli per l’affermazione di un nuovo statuto dei diritti.
Ci sono una infinità di condizioni diverse che ci dividono, ma abbiamo
un comune da costruire insieme, un’ alternativa da disegnare uniti,
migranti e non.
E conquistare la regolarizzazione permanente, ottenere giustizia dalla
sanatoria truffa e dall’oscena lotteria dei decreti flussi e dei “click
day”, liberarsi dal lavoro schiavistico e da una vita a punti, affermare
il diritto all’apprendimento della lingua, mettersi in cammino per il
diritto di voto e la cittadinanza piena nella società e nei luoghi di
lavoro, piegare i confini dell’Europa e imporre un diritto d’asilo
europeo, sono pezzi di questa alternativa, sono la nostra agenda, perché
i diritti, o sono per tutti, o non sono per nessuno.
Di fronte agli sbarchi di questi giorni il Ministro Maroni ha invocato l’Europa: è il momento di scriverla insieme dal basso.
Noi diciamo WELCOME: ecco la nostra sfida, che sarà anche la
nostra campagna nei prossimi mesi per raccogliere la sponda gettata da
migliaia di giovani da una parte all’altra del Mediterraneo. E’ un
appello che rivolgiamo a tutti, da Sud a Nord, da Lampedusa a Gradisca
d’Isonzo, dalla Frontiera mediterranea a quella che ci porta verso
l’Europa di Schengen e di Dublino.
Mettiamoci in rete, costruiamo iniziative per rivendicare la libertà di
circolazione, cancellare gli accordi con i dittatori, dare forma ad un
diritto d’asilo Europeo, per opporci alla detenzione ed al confinamento
di chi, dal Sud del Mediterraneo, ha violato il potere dei regimi e dei
confini, ma anche alle gabbie (Dublino-Schengen) che impediscono la
mobilità all’interno della stessa Europa.
Costruiamo insieme questa campagna per il diritto di scelta.
Mettiamoci insieme in movimento.
Assemblea di Reggio Emilia. Uniti contro la crisi.