Oggi
pomeriggio si è tenuto il processo per i fatti accaduti al Cipe il 9
marzo 2012, quando i movimenti per il diritto all’abitare con centinaia
di donne, uomini e bambini decisero di protestare contro i
finanziamenti per le opere di compensazione del Tav ai comuni della Val di Susa con lo slogan: 1 km di Tav= 1000 case popolari.
Una manifestazione di massa terminata con 4 arresti effettuati da chi
evidentemente aveva deciso a tavolino di far degenerare l’ordine
pubblico, come dimostrato dalla scarcerazione dei 4 attivisti avvenuta
pochi giorni dopo e dalle tante immagini girate in rete sin dalle ore
immediatamente successive.
Nel dibattito in aula di oggi, il pm ha
chiesto l’assoluzione piena per i 4 imputati, accusati di resistenza e
lesioni, mentre gli avvocati difensori hanno fatto emergere le palesi
contraddizioni nelle testimonianze deposte dai funzionari di Polizia
tese a trovare giustificazione al loro intervento, rivelatosi del tutto
ingiustificato e causa della degenerazione di una situazione fino a quel
momento tranquilla.
Il giudice Paola De Nicola, evidentemente
ascrivibile a una cordata che dentro la procura ha deciso di giocare una
partita politica contro i movimenti, ha emesso una sentenza scandalosa
condannando Roberto e Aurel a 6 mesi, Omar a 8 mesi, tutti e tre con
pena sospesa, e Paolo a 1 anno e 6 mesi senza alcuna sospensione.
E’
evidente la volontà militante della procura romana di gestire le
questioni sociali in termine di ordine pubblico e l’accanimento nei
confronti di Paolo, ai domiciliari con Luca da oltre 60 giorni per le
mobilitazioni contro il piano casa e il jobs act dei mesi scorsi, senza
nemmeno la possibilità di recarsi a lavorare.
Consapevoli che la
strada per la conquista dei diritti è ancora lunga, ci stringiamo
intorno a Paolo, nostro compagno e fratello di tante battaglie, con la
determinazione a non fare nessun passo indietro e a rilanciare il
conflitto contro la rendita e la precarietà.
A chi pensa che
l’ingiustizia delle aule di tribunale possa scoraggiarci, rispondiamo
con la dignità collettiva di chi non ha niente da perdere e tutto da
conquistare.
Le lotte non si arrestano!
Liber@ tutt@ subito!
Blocchi Precari Metropolitani
Processo Cipe: una sentenza già scritta.
Il pm chiede l’assoluzione piena, il giudice emette una condanna tutta politica: a Paolo Di Vetta 1 anno e sei mesi
19 / 7 / 2014