Che interessa, a noi, di questa Europa?!!

Redemption Fund

Un Europa senza democrazia

di Bz
22 / 8 / 2013

Le elezioni in Germania si stanno avvicinando a grandi passi e la signora Merkel spinge sull’acceleratore europeo e su quello internazionale, esternando sui grandi network mediatici per rafforzare la centralità del ruolo tedesco nelle dinamiche globali sia sotto il profilo economico sia su quello politico. Così l’abbiamo vista prendere in mano l’iniziativa in relazione alla deriva autoritaria, con i rischi evidenti di guerra civile, del generale Al Sissi in Egitto ed anche per quella, già incancrenita, in Siria; così come l’abbiamo sentita lanciare avvertimenti trasversali agli USA rispetto alle scelte di politica economica e finanziaria che ledono la stabilità e le possibilità di ripresa dell’economia europea. Insomma la Merkel parla per l’Europa, la Merkel è, sempre più, l’Europa dei capitali.

Quello che, ancora, non traspare in maniera evidente è il raggiunto accordo prospettico tra la Bundesbank e la BCE, guidata da Mario Draghi, laddove gli interessi del capitalismo finanziario tedesco frizionavano con le fragilità di quello europeo, in specie nell’Europa mediterranea. Dopo uno scontro da duellanti, in cui faceva occhiolino il nodo dell’imputabilità politica, della governance e quello della riforma delle Istituzioni comunitarie, alla breve distanza di 8 mesi dalle stesse elezioni europee, si va a costituire, con la proposta di un Redemption Fund, quello che diverrà il centro nevralgico di potere per l’intera Europa, che colloca ufficialmente il capitalismo finanziarizzato alla guida dei processi di inclusione ed esclusione economica e sociale su scala continentale e non solo.

La proposta di questo Redemption Fund è tedesca, e precisamente del Consiglio Tedesco di Esperti Economici e fin dal nome richiama  un fondamentalismo ed un puritanesimo che rievoca la chiesa riformata protestante del protocapitalismo.

Il documento che ne parla è della Commissione Europea *.

Ecco cosa sta per accadere: il 70% del debito pubblico italiano di più di 2 mila miliardi di euro sarà trasferito a un fondo europeo comune, chiamato Redemption Fund (di seguito RF), dove saranno convogliate anche tutte le eccedenze di debito pubblico degli altri Stati dell’Eurozona. Il Trattato di Maastricht stabilisce che il debito pubblico degli Stati non deve essere superiore al 60% del PIL, quindi tutto ciò che eccede questo limite nei debiti pubblici dei 17 Paesi dell’euro sarà trasferito in questo Redemption Fund. Ok? Saranno quindi cifre immense di migliaia di miliardi di euro, che diverranno a quel punto di proprietà del RF.

Dunque gli Stati europei con divisa euro trasferiranno tutte le eccedenze di debito pubblico sopra al limite del 60% sul PIL al RF, ma saranno comunque tenuti a onorare quella parte del debito trasferita (cioè a ripagare interessi e scadenze). Ma il RF farà una cosa nuova che dovrebbe aiutare tutti gli Stati, e soprattutto quelli più indebitati come Italia, Grecia, Portogallo. Il RF venderà dei suoi titoli agli investitori per racimolare soldi, e con quei soldi i governi dell’Eurozona potranno

a) finanziarsi

b) onorare il proprio debito pubblico che fu trasferito nel RF

Il vantaggio è che siccome i titoli del RF saranno garantiti da tutti i 17 Paesi euro, essi saranno, agli occhi dei compratori, super sicuri, quindi gli interessi che il RF pagherà su di essi saranno molto bassi. Certamente più bassi degli interessi che Italia, Spagna, Grecia, Francia, Portogallo pagano oggi per finanziarsi coi propri titoli di Stato. E qui sta la parte vantaggiosa, cioè i 17 dell’euro si potranno finanziare e potranno finanziare i ri-pagamenti sul loro debito pubblico a tassi molto più bassi grazie a questi titoli RF. Tutto bene, dunque. NO

No, perché il documento della Commissione Europea che descrive questo meccanismo specifica in toni perentori che l’adesione al progetto RF da parte degli Stati comporta condizioni severissime, fatte di tagli alla spesa pubblica, agli stipendi, alle pensioni, all’occupazione, a tutti i servizi pubblici, di privatizzazione vendita di beni e servizi pubblici, di garanzia sugli impegni assunti attraverso le riserve auree di ciascun paese, con una supervisione decisionale, infatti la Commissione parla di “super potere d’intervento nei programmi di spesa dei governi, come se non bastassero quelli che già ha grazie al Fiscal Compact.

Inoltre la Merkel – se bene abbiamo compreso - ha proposto che al fine di garantire – per la Germania - il ri-pagamento da parte degli Stati in crisi del debito fin qui assunto e coperto dagli aiuti europei, in larga parte tedeschi.

a) una quota del già micidiale prelievo fiscale di oggi sia trattenuta, oppure che si introducano nuove tasse, in specie dirette, cioè sul consumo.

b) gli Stati partecipanti promettano a garanzia le loro riserve di moneta straniera e le loro riserve d’oro.

Nulla di nuovo, potrebbe dire qualcuno. Vero, se rimanesse all’interno delle discussioni delle cricche e dei salotti del potere economico, finanziario e politico e non stesse per essere formalizzato e trasformato in costituzione materiale dell’Unione Europea, con tutto quello che ne discende per i suoi cittadini. Ma così non è.

* Il doc della Commissione è questo http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2012:0777:FIN:EN:PDF

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