Il flash mob One billion rising del 14 febbraio scorso, accolto con grande partecipazione anche a Reggio Emilia, ha acceso in noi non solo dubbi sulla sua valenza (politica e mediatica), ma ha anche stimolato la voglia di andare oltre un singolo evento, per cercare di costruire un percorso di riflessione e di autodeterminazione.
Vogliamo interrogarci
sulle origini e le motivazioni della violenza sulle donne senza
banalizzarla, e avviare dei percorsi di riflessione sulla tematica di
genere, tenendo conto di come l’acuirsi della crisi generale in cui
siamo immersi esasperi tratti culturali già largamente presenti
nella nostra società.
Oggi la donna in Italia non è più solo
madre e casalinga ma anche lavoratrice precaria, studentessa,
migrante, lesbica, bisessuale e tanto altro ancora. Per questo la
violenza assume costantemente tratti inediti, che non si possono
ridurre o sintetizzare nei soliti discorsi mainstream.
Spesso il discorso
sul genere si riduce a un tentativo di riaffermazione dei valori
insiti nell’essere “donna” ma non coglie il punto centrale
della questione: le differenze non devono diventare
diseguaglianze.Quando le differenze producono categorie
sociali a cui sono connessi differenti sistemi di valore e di potere
si produce diseguaglianza, nonché dipendenza e gerarchia.
Si può
dire che siamo ancora lontani, nella nostra società, a considerarci
“persone” al di là del genere, e questo si riflette, spesso, o
nella stereotipizzazione della donna, o al contrario in un’
autodifesa della stessa, che però non si slega dalla
categorizzazione ma la sposta semplicemente di valore.
In una cultura edonista basata sul profitto, il corpo diventa oggetto di consumo e per il consumo e crea dei modelli uniformanti e degradanti, che vedono la donna relegata alla figura stereotipata di “bambola sexy”; disponibile ma non pensante, che porta molti a ritenere che se l'uomo colpisce la donna, la stupra o la uccide, in fondo è un po' colpa proprio delle donne stesse.
Nello stesso tempo non si può generalizzare sulle situazioni: abbiamo nella società esempi estremi e opposti, che vanno dalle famiglie patriarcali con le donne relegate in cucina, alle ragazze che interpretano e riproducono i modelli corpo=oggetto fino a donne manager ai vertici dei più importanti sistemi istituzionali del mondo le cui decisioni ricadono sulla vita di milioni di persone. Il punto qui non è se sia o meno la donna a fare da mangiare; il problema è nella possibilità o meno di scegliere, nella negoziazione o meno dei ruoli, nell’adesione o meno a un modello. In sostanza: nella possibilità di avere potere sulle proprie scelte.
Per questo la questione di genere è irriducibile e va continuamente ripensata e riproposta.
Sentiamo quindi la necessità di aprire un ragionamento di fondo che possa comprendere tutte le possibili sfaccettature della questione di genere.
Vogliamo affrontare il tema della violenza sulle donne e della femminilità da un punto di vista conflittuale, come quello di Virginie Despentes: per questo venerdì 8 marzo ospiteremo l'assolo di teatro-danza "Io, Virginie" di Laura Gibertini, ispirato proprio al romanzo della Despentes "King Kong Girl". La forza delle donne trova espressione nella forza delle parole e nell'interpretazione del corpo.
"C'è una forma di forza che non è né maschile, né femminile...che impressiona, spaventa, rassicura. Una facoltà di dire no, d'imporre i propri punti di vista"
King King Girl, Virginie Despentes
Donna significa forza, significa sensualità. Donna è la vita e la cura di essa, nei suoi aspetti più intimi e nascosti, nelle sue sfumature più carnali. Donna è anche il grido, la lotta contro qualsiasi forma di violeza o discriminazione.
In queste ultime settimane, all’interno dello spazio di art-crossing BABEL (http://www.facebook.com/events/504123999637891/) ha preso vita una performance che porta in scena diverse sfaccettature dell’identità femminile attraverso danza, musica e teatro. Un intreccio di espressione creativa, al quale si è cercati di arrivare attraverso le idee, capacità e impressioni riguardo questo tema messe a disposizione da parte di tutti i partecipanti.
Rete Artistica Indipendente
Invitiamo Tutt*, donne ma soprattutto uomini, a prendere parte alla serata di venerdì 8 marzo presso il Laboratorio AQ16, via F.lli Manfredi 14, ex Foro Boario, Reggio Emilia
ore 20.30
apertura della serata con buffet
dalle 22.00 in poi
performance di danza, parole e musica a cura di Rete Artistica Indipendente
assolo di danza teatro "Io, Virginie" di e con Laura Gibertini
a seguire djset