Tratto da adlcobas.it

Rimini - La Apple Italia sfrutta, i lavoratori si ribellano. La storia di Sara

7 / 11 / 2014

We are hungry, we are foolish!

La Apple sfrutta, i lavoratori si ribellano: il #14N Social Strike!

Pubblichiamo l’intervista a Sara Ballestriero – lavoratrice dell’Apple Store di Rimini – licenziata a pochi giorni dalla fine del periodo di prova (della durata di tre mesi) ma soprattutto dopo aver firmato un contratto a tempo indeterminato e aver lasciato la precedente occupazione.

Venerdì 7 novembre dalle ore 15.00 si terrà, in occasione della prima udienza contro la APPLE Italia, un presidio presso il Tribunale di Bologna (via Farini), il presidio sarà una tappa di avvicinamento verso lo sciopero sociale del 14 novembre.

Sosteniamo Sara e supportiamo la sua determinazione! Partecipa al Presidio e diffondi la sua video intervista!

COMUNICATO STAMPA 

A fine settembre 2013 come Associazione Diritti Lavoratori siamo entrati in contatto con un gruppo di 7 lavoratori e lavoratrici licenziati/e dalla APPLE Italia durante il periodo di prova all’Apple Store di Rimini (inaugurato il 3 agosto 2014) dopo aver firmato un contratto a tempo indeterminato.

Le mansioni dei 7 lavoratori fra loro erano differenti, ma ciò che colpiva – dal racconto e dalle analisi collettive emerse in lunghe assemblee a volte molto inconcludenti ma utili sul piano dell’elaborazione collettiva - erano i dispositivi totalizzati e di controllo agiti dalla APPLE nei loro confronti; già a partire dal periodo iniziale del rapporto di lavoro viene inculcata l’ideologia aziendale (“Apple siamo noi! Noi siamo la Apple!”, “Stay Hungry. Stay Foolish!”) per essere motivati al meglio alla funzione produttiva ovvero ai processi di vendita della merce. Per non parlare poi dello stress ripetuto nell’essere continuamente spostati di “staffettatura”.

Dei 7 lavoratori licenziati solo una, Sara Ballestriero – dopo la prima fase assembleare e la discussione intorno alle possibili azioni di lotta e percorsi formali – ha deciso di ribellarsi, impugnando tramite il nostro legale il licenziamento contro la Apple.

La cosa più dolorosa è che, dopo più di un anno – ci racconta Sara nella video intervista che alleghiamo - mi chiedo ancora il motivo del licenziamento dopo avermi fatto firmare un contratto a tempo indeterminato, tipologia di contratto ‘grazie’ al quale mi sono dovuta licenziare dal precedente lavoro.” Non è forse una legittima aspettativa questa? Legittima aspettativa completamente disattesa se consideriamo il fatto che con le dimissioni dal precedente lavoro ed essendo stata licenziata per mancato superamento del periodo di prova Sara non ha potuto accedere a nessun ammortizzatore sociale.

Potremmo per tanto dire che vi è in APPLE un uso del contratto a tempo indeterminato come contratto atipico grazie ai tre mesi di durata del periodo di prova (come peraltro previsto dal CCNL del commercio) allo scadere dei quali si può essere licenziati per mancato superamento del periodo di prova e senza motivazione alcuna.

APPLE ha utilizzato, in questo caso, come mera manovalanza di ricambio, 1/3 dei neoassunti (7 su 21 neoassunti, su 50 lavoratori e lavoratrici occupate nel negozio) sacrificati al lancio e alla stabilizzazione dei profitti del nuovo Apple Store di Rimini.

Nel giro di 15 minuti – prosegue Sara nel suo video racconto – ho perso un lavoro che credevo a tempo indeterminato, non mi è stata data una motivazione e mi è stato chiesto di uscire per la porta posteriore. Mi hanno scortato fino all’uscita ed è stata una delle umiliazioni più grandi della mia vita.”.Questo non ricorda forse l’altro segmento della produzione, delocalizzato però in Cina e subappaltato ad aziende come la Foxxcon, che produce componenti elettroniche e responsabile dell’assemblaggio dei prodotti APPLE?

Arriviamo così all’udienza di Venerdì 7 novembre 2014;per la prima volta una lavoratrice italiana, Sara, sfida una delle più grandi corporation mondiali, la Apple , proprio nella giornata di avvicinamento allo Sciopero Sociale del 14 novembre.

Cogliamo quindi come un segnale estremamente positivo questa coincidenza, consapevoli che dobbiamo risvegliarci dal torpore delle umiliazioni e agire contro lo sfruttamento lavorativo qualunque forma esso assuma.

Mentre Renzi e co. – in linea di continuità con i governi dei tecnocrati che l’hanno preceduto – ci raccontano che per combattere la disoccupazione e la precarietà dobbiamo togliere tutte le tutele e garanzie per il lavoratore e la lavoratrice, imponendo ad es. modelli contrattuali come il contratto a tutele crescenti che più che di far crescere le tutele permette licenziamenti liberi entro i primi 3 anni e nonostante il contratto sia a tempo indeterminato (come accaduto a Sara del resto), noi lottiamo per chiedere e conquistare nuovi diritti e dignità nei luoghi di lavoro.

Vi aspettiamo dunque oggi 7 novembre dalle ore 14:45 davanti al Tribunale di Bologna (via Farini 1). Saremo là in presidio fino al termine dell’udienza sul ricorso contro il licenziamento di Sara.