Rimini - L’antifascismo non si processa!

40 denunce per la manifestazione antifascista del 5 maggio 2012

28 / 6 / 2012

Sulla stampa locale di oggi sono state diffuse due notizie particolarmente rilevanti che mettono in luce strategie e tempistiche a dir poco sospette se l'obiettivo è il medesimo ovvero sminuire la pericolosità di Fn nel nostro territorio.
Da un lato infatti - proprio ieri - sono state depositate le motivazioni con cui la Quinta Sezione Penale della Cassazione, il 14 marzo scorso, ha dimezzato - visto il decadere dell'aggravante eversiva - le condanne della Corte d'Appello di Bologna per otto iscritti all’organizzazione di estrema destra Forza Nuova,  accusati di tentato incendio e tentato sequestro di persona per l'attentato del 24 settembre 2007 contro il Laboratorio sociale Paz. Nelle motivazioni si legge:“L'eversione dell'ordine democratico non può identificarsi nel concetto di una qualsiasi azione politica violenta, ci deve essere un pericolo concreto per le Istituzioni democratiche”.
Dall'altro la seconda notizia diffusa dalla stampa locale è l'avvio della procedura di notifica di quaranta denunce per manifestazione non autorizzata, che coinvolgono anche figure istituzionali (un consigliere comunale, un assessore e un ex assessore), con riferimento all'iniziativa antifascista del 5 maggio scorso.
Non ci dimentichiamo di ricordare che proprio in concomitanza ad epoche storiche di crisi come quella attuale che si sta abbattendo con violenza sulle nostre vite, le organizzazioni di estrema destra tornino alla ribalta,  funzionali ad un drastico restringimento degli spazi di democrazia e libertà nonchè alla restaurazione e ritorno a forme di dittatura e politiche nazionaliste e protezioniste.
Le due notizie diffuse dalla stampa mettono in evidenza come passando dalla questura riminese e agli apparati giudiziari, sia agita una "giustizia asimmetrica", che colpisce chi dal basso coopera per una società dei beni comuni, antirazzista, aperta e plurale mentre si continua a ridimensionare l'operato di chi dell’odio agito attraverso azioni incendiarie e violenze fisiche fa uno strumento di lotta politica e di pratica di vita. Le scelte politiche imposte dal governo, gli operai caricati davanti alle fabbriche, l'isolamento e la repressione che riceve chiunque cerchi di opporsi alla dittatura dei mercati ci parlano proprio anche di questo.
Sabato 30 giugno a Parma ci sarà una manifestazione cittadina che chiede la chiusura della locale sede di Casa Pound. Anche da Rimini, la Campagna No nazi in my town, attraverserà questa importante scadenza, una scadenza  che parla dell’importanza di mettere in gioco i propri corpi, fuori dai meccanismi della delega, per riaffermare dei nuovi anticorpi e riattualizzare una pratica antifascista come cultura popolare. Cultura popolare antifascista intesa come capacità comune di costruire dal basso una società più giusta, fuori dai meccanismi della "democrazia dello spread", della paura e della precarietà.
Campagna No nazi in my town
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