dal blog dell'associazione Rumori Sinistri

Rimini - Salute e migrazione al tempo della crisi: diritto universale, non negoziabile

L'iniziativa rientra dentro il festival "Interazioni 2013" e dentro una serie di iniziative che vogliono diffondere conoscenza e informazione rispetto alla complessità delle migrazione contro le pulsioni xenofobe e razziste propagandate da Forza Nuova a livello territoriale.

29 / 5 / 2013

Mercoledì 29 maggio
ore 18 Palazzo del Podestà, Piazza Cavour - Rimini
Incontro: Salute e migrazione al tempo della crisi: diritto universale, non negoziabile  
ne parliamo con 
- Leonardo Montecchi Etnopsichiatra Ass. Esodo Rimini, 
- attivisti  Ambulanti centro di Orientamento sanitario Spazio sociale Strike Roma, 
- Chiara Bodini Centro studi e ricerche in salute internazionele e interculturale Bologna
Promosso da Ass. Rumori sinistri e Progetto Melting Pot Europa

Perchè questo incontro?
Il sole 24 ore ha pubblicato nei mesi scorsi un'approfondimento che decrive un quadro chiaro tanto quanto allarmante: “Mezza Italia non garantisce il pediatradi base ai minori stranieri privi del permesso di soggiorno. E' questo il dato più allarmante che emerge da una prima mappatura realizzata dalla Società italiana di medicina delle migrazioni (Simm), sull'applicazione a livello regionale delel normative sull'assistenza sanitaria agli stranieri”. E ancora: “Il falso mito del caro-immigrati. Le degenze imputabili a stranieri irregolari pesano solo per lo 0,34% sulla spesa ospedaliera (a fronte di un 94,57% attribuibile agli italiani e di un 4,09% agli stranieri residenti).
Il 20 dicembre 2012, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano ha adottato un Accordo dal titolo: “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province Autonome italiane”.
Per l'ASGI (associazione studi giuridici sull'immigrazione): “l’Accordo intende porre rimedio alla disomogeneità di risposte che al bisogno di cure degli stranieri è stata fino ad oggi registrata sul territorio nazionale, complice anche l’assenza di indicazioni operative in relazione a tutte le diverse ipotesi che si presentano nella pratica applicazione. Chi legga le 65 pagine dell’Accordo vi trova finalmente analizzate le diverse fattispecie che si possono presentare nella concreta esperienza: per ognuna l’Accordo prospetta una soluzione chiara.
Una sorta di “testo unico”, dunque, che chiarisce le disposizioni già esistenti e aiuta nell'applicazione di norme per cui il diritto all'assistenza sanitaria dei migranti e dei comunitari è un DIRITTO GARANTITO SECONDO UNA PROSPETTIVA UNIVERSALISTICA.
L'ASGI poi sostiene che “ciò che più qualifica l’Accordo è l’opzione di fondo per il riconoscimento della maggiore estensione possibile al diritto all’accesso alle cure degli stranieri e dei cittadini dell’Unione. Le diverse soluzioni proposte dall’Accordo sono, infatti, tra quelle possibili, le più favorevoli ad un riconoscimento pieno del diritto alla salute”.
Anche nel nostro territorio abbiamo registrato agli sportelli per i cittadini migranti e attraverso varie testimonianze, esperienze che denunciano gravi inadempienze da parte dell'AUSL di Rimini nell'iscrizione sia dei minori stranieri, sia dei migranti o comunitari non in regola con il soggiorno nel territorio. Oltre al fatto che nei principali presidi sanitari, come ad esempio il pronto soccorso, non viene rilasciato ne STP ne ENI, per cui spesso per piccoli ricoveri o visite urgenti molte di queste persone si sono viste recapitare fatture esose per il pagamento delle intere prestazioni (spesso questo accade per le donne che si sottopongono all'IVG).
Per queste ragioni come ass. Rumori sinistri abbiamo pensato di convocare questo incontro.
Un incontro che a partire dai contributi dei relatori che interverranno, vuole porre le basi per un lavoro territoriale che esprima la necessità di difendere il diritto alla salute come diritto universale e al contempo tracci una road map per future iniziative pubbliche di presa di parola e di autorganizzazione, perché in tempo di crisi non si cavalchi - oltre alla retorica degli immigrati che ci rubano il lavoro - anche l'idea che siano responsabili della spesa sanitaria.
Sono i dati e i contributi pubblicati da giornali, non certo schierati come il SOLE 24 ore, a dirci che le politiche di austerità colpiscono i soggetti più vulnerabili e che la spending review sanitaria “taglia fuori lo straniero”. Così come appare del tutto evidente, oltre che poco lungimirante, tagliare la spesa sociosanitaria, sia dal punto di vista dell'equità sia dell'interesse alla salute pubblica. Per queste ragioni uno Stato di diritto, dovrebbe essere meno servo delle politiche di austerità e dei diktat della finanza mondiale e garantire un'assistenza sociosanitaria degna a tutte le persone presenti sul territorio nazionale, a prescindere - come dice il SOLE 24 ore - “dal timbro della questura” e, aggiungiamo noi, dalla cittadinanza.