Roma: 20.000 studenti assediano Montecitorio

17 / 11 / 2010

A Roma questa mattina è stata vinta una prima sfida costruita in queste settimane, una scommessa comune alle migliaia di giovani e di studenti che in tutta Europa hanno deciso con radicalità di rifiutare le politiche di austerity:  far diventare il 17 novembre una giornata non rituale per ripartire e rilanciare i conflitti contro il ddl Gelmini e i tagli all’università.

Erano già diverse centinaia alla Sapienza questa mattina a picchettare l’ingresso, calando uno striscione eloquente “Quale futuro tra queste macerie?” , sono diventati migliaia al momento della partenza da piazzale Aldo Moro e via via sempre di più, dietro lo striscione “la vostra in-stabilità, macerie per l’università”.

Folta presenza degli  studenti medi delle scuole occupate in questi giorni a Roma dietro lo striscione di Surf, tanti i ricercatori precari che hanno calato uno striscione su via Cavour, tanti i ricercatori indisponibili, quelli che rifiutano i tentativi del governo di spaccare il fronte dell’opposizione al ddl.

Il corteo cresce incontrando gli studenti medi che si erano convocati a piazza della Repubblica, e scende su Via Cavour deciso ad arrivare al Parlamento, determinato a violare qualunque divieto si intenda porre alla libertà di movimento e di dissenso: per questo, ventimila studenti, arrivati vicino piazza Argentina, hanno scelto di avvicinarsi al Parlamento con le prime file protette da scudi di gommapiuma costruiti nelle facoltà nei giorni precedenti , colorati e a forma di libro: momenti di tensione quando la polizia prova a fermare gli studenti, che però sono tanti e cominciano una corsa sfrenata e selvaggia per vie del centro, superando i blocchi della polizia e raggiungendo in migliaia il Parlamento, mentre altri cortei provenienti dalle scuole raggiungevano altri studenti a Piazza Navona. Una vittoria quella di oggi, che è solo una parte della scommessa della prossima settimana:  esprimere con forza l’indignazione di una generazione che rifiuta di pagare la crisi e respingere la riforma!

Molti cartelli denunciano il taglio fondi per le borse di studio e l’introduzione del “debito d’onore”, il famigerato prestito d’onore sponsorizzato da questo governo, mentre veniva attaccata la retorica del governo “La vostra riforma è solo un vecchio slogan” campeggia sui cartelli, in risposta alle solite ignobili dichiarazioni della Gelmini. Forte la richiesta del rifinanziamento, per rispondere alla sparata pubblicitaria del miliardo per l’università dichiarato da Tremonti : in effetti i fondi promessi saranno molti meno,  e serviranno più a salvare il voto in parlamento sul ddl che non a finanziare l’università, dato che questi fondi (infinitamente inferiori a quelli stanziati solo un anno fa) saranno in gran parte distribuiti alle università private.

Una giornata non rituale: l’urgenza del momento parla chiaro, è necessario che le energie e le forze composte in questa giornata, a Roma come in tutta Italia, possano comporsi per dimostrare che le università non sono luoghi pacificati, che il rifiuto del ddl e la necessità del rifinanziamento siano elementi capaci di determinare la prossima settimana una risposta forte al governo che intende discutere e votare tra il 23 e il 25 di novembre il ddl.

Gli studenti sono poi tornati nelle facoltà per costruire la mobilitazione della prossima settimana, dopo la grande giornata di oggi che ha visto duecentomila studenti in piazza in decine di città.

Guarda i video della giornata su UniRiot.org

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