Senigallia - Per il diritto all'abitare: blitz in Comune

Contro il patto di stabilità

1 / 11 / 2013

José è un cittadino italiano di origine argentina che da tredici anni vive a Senigallia. Ha sempre lavorato, finché la crisi non l’ha lasciato senza lavoro. Il resto è facile da immaginare; l’impossibilità di continuare a pagare l’affitto, lo sfratto, persino il tentativo fallito di trovare un lavoro in Spagna e poi il ritorno a Senigallia dalla sua famiglia.

Da tre anni José vive con sua moglie e le tre figlie minorenni in una stanza di poco più di 30mq a Casa Stella. I servizi sociali lo hanno parcheggiato lì e da lì non si è più mosso.

Qualche settimana fa è venuto allo Spazio Comune Autogestito Arvultùra e ci ha chiesto una mano per uscire da questa situazione, dicendoci una cosa molto semplice: vivere in cinque in 30mq non è vita, e dopo tre anni la situazione sta diventando insopportabile, soprattutto per la salute psico-fisica delle figlie.

Per questo giovedì 31 ottobre alcuni nostri attivisti insieme con José hanno temporaneamente occupato l’atrio dell’ufficio del Sindaco, chiedendo di incontrare il primo cittadino, che ha subito accettato.

L’incontro si è concluso con un niente di fatto. Mangialardi ha detto che il Comune più che continuare a fare quello che sta facendo, cioè pagare l’affitto di una stanza di 30mq a 700 euro al mese, non può fare. Nessuna apertura. Nessuna alternativa.

Questa volta pur riguardando il tema della casa, abbiamo scelto di rivolgerci direttamente al Sindaco e non all’Assessore ai servizi sociali, non solo per interrompere una stantia routine consolidata negli anni, ma soprattutto perché riteniamo politicamente centrale la battaglia sul diritto alla casa.

La legge di stabilità del Governo Letta-Alfano prevede per rientrare dentro l’odiato patto di stabilità, l’ennesima svendita del patrimonio pubblico e, per la prima volta, il pagamento di una parte dell’imposta sulla prima casa da parte degli inquilini in affitto. Tutto questo non farà che aumentare l’emergenza abitativa presente nel paese; Senigallia compresa.

Il 19 ottobre eravamo a Roma insieme agli occupanti di case per chiedere una sola grande opera “casa e reddito”. Martedì 31 ottobre, mentre occupavamo gli uffici comunali, a Roma i movimenti di lotta per la casa ancora una volta cingevano d’assedio Palazzo Chigi.

Pensiamo che sia maturo il tempo di generalizzare la lotta per il diritto all’abitare, portando le occupazioni dalle metropoli alle città di provincia.
Pensiamo che davanti alla risposta del Sindaco Mangialardi e davanti al cappio del patto di stabilità, non si possa far altro che occupare case, perché la dignità di Josè e della sua famiglia - come quella di ognuno di noi - viene prima di qualsiasi legge imposta.

Spazio Comune Autogestito Arvultùra

Blitz negli uffici del Sindaco