Sgombero di occupazioni abitative a Salonicco - Dall'Italia alla Grecia "giù le mani dal diritto all'abitare"

Comunicato di Agire nella Crisi sugli sgomberi diKinotita Hurriya, Nikis ed Orfanotrofio

27 / 7 / 2016

Questa mattina a Salonicco una grande operazione di polizia ha portato allo sgombero di tre occupazioni abitative, Il Nikis, l’Orfanotrofio e Kinotita Hurriya. Quest’ultima era avvenuta venerdì scorso, durante le giornate del No Border Camp, ed era stata promossa ed attuata da decine di attivisti internazionali. Molti di loro hanno iniziato ad intrecciare le proprie biografie a Idomeni, nel corso delle tante attività di sostegno politico ed umanitario ai migranti presenti nel campo autogestito, sgomberato e raso al suolo lo scorso 24 maggio.

Obiettivo dell’occupazione era quello di dare un tetto ed una sistemazione degna ai migranti, sottraendoli alle condizioni spesso disumane in cui versano i campi governativi. L’occupazione di stabili abbandonati, in Grecia come altrove, oltre a rispondere ad una necessità primaria per tantissime persone, rappresenta un primo importante passo verso la costruzione di un nuovo modello di diritti, Welfare e cittadinanza, che vede migranti ed europei muoversi verso un terreno d’iniziativa comune.

Dopo lo sgombero tutti gli occupanti di Hurriya, tra cui un nostro compagno, sono stati posti in stato di fermo, per il reato di danneggiamento ed occupazione di spazio privato. Hanno caricato sui bus della polizia anche 3 bambini, un signore anziano con problemi cardiaci e una donna incinta di 8 mesi, tutti siriani. I migranti fermati sono stati tutti rilasciati dopo poche ore, mentre circa 50 attivisti risultano al momento ancora fermati. In totale sono più di un centinaio gli attivisti ancora sotto la “custodia” della polizia. I migranti che vivevano nelle abitazioni sono invece stati riportati nei campi.

In risposta agli sgomberi diversi attivisti locali hanno occupato in mattinata la sede regionale di Syriza, partito di governo ritenuto da tutti responsabile e mandante politico di uno dei più gravi attacchi al diritto all’abitare avvenuto in Grecia nell’ultimo periodo. E’ evidente che i governo di Tsipras, sempre più allineato alle politiche europee anche in materia di immigrazione e sostenitore dell’accordo con la Turchia per il rimpatrio di centinaia di migliaia di migranti giunti nei mesi scorsi nel nostro continente, tolleri sempre meno iniziative di solidarietà dal basso che mettano in luce gli enormi deficit di carattere umanitario dei campi governativi, contestandone apertamente la stessa presenza.

Iniziative radicali di solidarietà rappresentano una pratica reale di contrasto a quella “guerra all’umano” che le istituzioni europee stanno compiendo sulla pelle dei migranti, attaccando allo stesso tempo il piano complessivo dei diritti per milioni di cittadini europei. Occupare spazi abbandonati, dare vita ad esperienze politiche e sociali basate sul meticciato e la vita in comune, continuare a monitorare confini, rotte migratorie e condizioni di vita nei campi rappresenta l’unico modo per mettere al centro un piano che parli il linguaggio della riconquista universale dei diritti.

Molti di noi hanno conosciuto da vicino l’esperienza di Hurriya durante il soggiorno al No Border Camp di Salonicco, entrando nello spazio e dando agli occupanti una mano per pulirlo e metterlo a posto. Abbiamo visto con i nostri occhi la potenza di quell’occupazione, la sua capacità di proporsi immediatamente nel quartiere come uno spazio di accoglienza per tutti e tutte.

Per questa ragione riteniamo lo sgombero di questo e degli altri spazi una violenza inammissibile ed un grave arretramento politico, sociale ed umanitario per una città ancora immersa in una crisi profonda, come tutta la Grecia.

Dall’Italia solidali e complici con Kinotita Hurriya, Nikis ed Orfanotrofio.

Agire nella crisi