La presentazione del progetto EuroNomade

Sovvertire il presente, reinventare l'Europa: una nuova politica per il comune

Venerdì 11 aprile a Roma (Facoltà di Scienze Politiche - Università La Sapienza) alle ore 15

10 / 4 / 2014

Dopo l’appuntamento costitutivo del settembre scorso a Passignano sul Trasimeno, EuroNomade ha cominciato la sua esperienza.

Abbiamo dato vita a un sito che prova a rispecchiare il nostro stile di intervento: una ricerca aperta sulla ridefinizione degli spazi e dei confini, sull’eterogeneità del lavoro vivo e sui nuovi dispositivi di cattura del valore, sulle sperimentazioni di possibili forme del comune e di inedite combinazioni di soggettività. Venerdì 11 aprile, scegliendo volutamente giornate dense e importanti per le mobilitazioni sociali contro l’austerity e per i movimenti di riappropriazione metropolitana e di costruzione del welfare dal basso, diamo vita alla prima presentazione “ufficiale” del nuovo collettivo.

Lo facciamo nel momento in cui ci sembra ancora più importante riaffermare le parole chiave del nostro percorso. Lo spazio europeo, innanzitutto. Ci sembra evidente che l’evoluzione della crisi, le forme di concentrazione e anche di (relativa) stabilizzazione che le trasformazioni del capitalismo contemporaneo hanno mostrato, chiamano ad una riflessione importante su come affrontare i nemici su un piano in grado di dare nuova concretezza e capacità di far male all’azione dei movimenti sociali. Uno spazio europeo non “dato”, non “presupposto”, ma reinventato dalle lotte, lungo linee aperte e mobili che sovvertono completamente le classiche raffigurazioni della “centralità” europea. Siamo convinti che, dentro questa crisi, ogni rifugio nazionale è spiazzato, completamente fuori scala, destinato alla residualità politica. Anzi, ci sembra che questa crisi faccia emergere ancora più chiaramente, oggi, come una delle ragioni della progressiva marginalizzazione delle sinistre europee in questi ultimi decenni sia stata l’illusione nazionale, l’incapacità di pensare, di muoversi, di creare organizzazione all’altezza degli spazi e delle velocità ai quali il capitale si andava riorganizzando. Al tramonto di tutto questo, è più che mai possibile ora reinventare e rilanciare tutta l’intelligenza e l’immaginazione di un nuovo “internazionalismo”

La stessa urgenza di evitare ricadute all’indietro e arroccamenti su impossibili trincee difensive, ci impegna alla formulazione di un concreto piano di programma, da concepire come una continua sperimentazione di dispositivi di connessione delle lotte. Welfare del comune, e anzi “moneta del comune” intesa come una produzione di moneta che sia finalmente misura della forza, della ricchezza produttiva della cooperazione sociale e non della valorizzazione finanziaria: perché siamo convinti che non ci sia nessuna credibile uscita dall’austerità che non parta dal riconoscimento della produttività diffusa, dalla liberazione del lavoro vivo dai dispositivi di sfruttamento, di controllo, di gerarchizzazione che lo attraversano. Reddito di base, come riconoscimento della centralità della società contro ogni ritorno alla centralità dell’impresa e ogni nostalgia laburista tradizionale; apertura finalmente di una battaglia per una fiscalità europea finalmente progressiva, contro le fiscalità nazionali, uscite dagli anni ruggenti del neoliberalismo come veri e propri dispositivi di riproduzione perpetua dell’iniquità; campagne costituenti a dimensione europea contro la rinazionalizzazione feroce delle politiche sociali europee. Ci proponiamo di fare inchiesta con attenzione sulle nuove forme di “sindacalismo”, diffuso, sociale, metropolitano, che si muovono lungo quel crinale di indistinguibilità, ma anche di potenziamento reciproco, tra vita e lavoro: di lì si dovrà passare per cercare risposte alle non più differibili domande sulle modalità dell’agire politico e dell’organizzazione, che possano dare consistenza e forza d’urto all’eterogeneità della composizione sociale contemporanea, alla mobilità delle soggettività  che abitano le nostre metropoli. Reinventare l’Europa per non lasciare spazio agli identitarismi, ai mostri nazionalisti, patriarcali, securitari, ai biopoteri del controllo, alle volontà infami, che pure risorgono da più parti: un’Europa molteplice, della cooperazione e delle singolarità, una politica europea per il comune contro la barbarie, per reinventare uno spazio di connessione e di moltiplicazione di una non retorica efficacia delle lotte.

Venerdì 11 aprile dalle 15 ci vedremo a Roma presso la Facoltà di Scienze Politiche della Sapienza (Aula XIII), grazie all’impegno e all’amicizia dell’Assemblea di scienze politiche: discuteremo di “crisi ed Europa”, di “nuova politica del comune” di “biopoteri e soggettività”, per mettere alla prova il percorso fatto, e sperimentare insieme quello futuro. Relazioni di Toni Negri, Federico Tomasello, Giso Amendola, Roberta Pompili.