Tratto dal Blog dell'ass.Rumori sinistri

Stagione 2014 - Il distretto turistico romagnolo produce nocività e malattia. Che fare?

Dall'attualità del dibattito intorno al nodo salute e nocività nei luoghi di lavoro alla necessità di mantenere viva una critica radicale alle associazioni padronali del turismo.

2 / 3 / 2014

Il distretto turistico romagnolo produce nocività e malattia. Che fare?
Dopo il ritrovamento del cadavere di Florentina Ciobanu in un hotel di Rimini (era il 19 settembre 2013), morta per cause ancora non conosciute, salvo la versione ufficiale che parla di suicidio e che lascia molti dubbi su ciò che realmente è accaduto nella Pensione Scilla dove Florentina lavorava e viveva e in attesa che l'avvocato Raffaele Pacifico - nominato dai famigliari su sollecitazione di Rumori Sinistri ed ADL Cobas Rimini - pronta è stato la risposta di chi ha visto intorno alla vicenda di Florentina, un epilogo triste e drammatico degli effetti del sistema capitalistico territoriale.
Ha ridosso della stagione 2014 e in occasione dell'incontro di lunedì 3 marzo promosso dall'AIA dal titolo “Operazione incoming: 10 opportunità per ottenere il meglio dalla stagione turistica 2014”, abbiamo deciso di pubblicare il report della due giorni “Diritti violati nel turismo: Ora Basta!” che si è tenuta a Rimini il 12 e 13 ottobre 2013 proprio per ricordare Florentina.
Pubblichiamo pertanto il report consapevoli da un lato dell'attualità del dibattito sviluppato in quella due giorni soprattutto intorno al nodo salute e nocività nei luoghi di lavoro e dall'altro della necessità di mantenere viva una critica radicale alle associazioni padronali del turismo.
Report della due giorni “Diritti violati nel turismo: Ora Basta!”
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La due giorni dedicata alle due giovani donne e lavoratrici rumene, Eva e Florentina, morte in due aziende turistiche riminesi, è stata l'occasione per affiancare all'azione militante di Rumori Sinistri e di ADL Cobas sul settore, un lavoro di rete/coalizione di scopo fra tanti e diversi.
PRESO ATTO CHE, nelle due assemblee che hanno animato la due giorni, gli interventi hanno ribadito:
- come le politiche proibizioniste che hanno prodotto e producono le stragi dei migranti alle frontiere esternalizzata e spettacolarizzata della Fortezza Europa e le condizioni di grave sfruttamento lavorativo della manodopera non autoctona nelle nostre aziende siano la faccia della stessa medaglia;
- come il Lavoro Gravemente Sfruttato nel turismo sia endemico e strutturale e interno alla governance turistica e all'industria ad essa collegata;
- come il problema non sia quello delle poche mele marce o delle sole infiltrazioni malavitose e che non è possibile fare una distinzione fra economia “sana” ed economia “sporca/sotterranea” che si contrappongono perché lo sfruttamento lavorativo e un processo intrinseco alla natura congenitamente corrotta del capitale anche nel turismo;
- come dai referti medici raccolti da Rumori sinistri, in questi anni di supporto alle lavoratrici e ai lavoratori stagionali e dalle loro narrazioni sulle condizioni degradanti dei luoghi di lavoro, emerga chiaramente come la nocività del sistema turistico sia un minimo comune denominatore fra questi;
- come emerga chiaramente una questione di genere dato che la femminilizzazione del lavoro stagionale (la maggior parte degli occupati nel settore sono donne non autoctone) è un processo in corso da anni;
l'assemblea plenaria conclusiva della due giorni, grazie ai vari contributi emersi nelle varie discussioni, ha deciso di investire impegno e progettualità intorno al nodo Salute e Diritti nel luogo di lavoro”.
Salute e Diritti nel luogo di lavoro: Che fare?
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La malattia come condizione patologica, di cui si è parlato sulla stampa locale sia nel caso di Eva e di Florentina per giustificare la tesi del suicidio, non è un processo morboso individuale ma indotto dalle condizioni di vita nella sua interezza quelle sociali, quelle lavorative, quelle di genere.
I racconti delle lavoratrici intervenute alla due giorni ci hanno mostrato come i rapporti di classe negli hotel siano imbarazzanti e come questa subalternità fra padrone e stagionale produca malattia. Dobbiamo pertanto agire sulla necessità di favorire un contropotere dei lavoratori stagionali allo strapotere degli imprenditori turistici puntando a due obiettivi:
1) favorire fra i lavoratori e le lavoratrici stagionali una coscienza di classe (abbiamo tutti uno stesso destino) a partire dalla sistematica violazione dei diritti umani e sociali (in primis la salute) nel distretto turistico romagnolo;
2) produrre conflitto autorganizzato in un contesto del mercato del lavoro destrutturato e connotato da una stridente contraddizione: quella della ricchezza degli imprenditori turistici (e con dichiarazioni dei redditi ridicole) e in generale di questo settore economico (più di 14 mila presenze, più di 3 mila arrivi, 1 milione di euro per la promozione turistica) e la condizione di estrema povertà ed indigenza dei lavoratori e delle lavoratrici stagionali che producono tale ricchezza.
Nella provincia di Giurgiu da dove proveniva Florentina, solo il 15% della popolazione residente ha un'occupazione stabile, le case non hanno ne acqua, ne luce, ne servizi igienici.
Il tema della salute nei luoghi di lavoro e quello della medicina del lavoro sono tematiche emerse grazie e dalle lotte operaie degli anni '70, lotte che hanno attraversato non solo le fabbriche ma anche il mondo della ricerca e dell'Università e prodotto un nuovo sapere ed una nuova conoscenza sulla materia. I servizi di medicina del lavoro, il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro sono frutto delle conquiste dal basso delle lotte degli operai che avevano capito come la nocività dei luoghi di lavoro produceva malattia, e non volevano più morire di tumore o altre patologie mortali derivanti dal loro lavoro.
Per queste ragioni è importante sollevare il nesso fra povertà, condizioni degradanti del lavoro e malattia come espressione di una costrizione ad un dispositivo totalizzante: quello del Lavoro Gravemente Sfruttato.
Dai referti raccolti in questi anni sugli accessi al PS di diverse lavoratrici stagionali dopo essere state maltrattate dai loro padroni emerge chiaramente un elemento: quello della nocività del lavoro stagionale. “Attacchi di panico, crisi respiratorie, amenorrea, vomito e nausea prolungati, insonnia” - come ci ha detto Sandra Polini - sono la manifestazione patologica delle condizioni degradanti in cui vivono per 3-4 mesi all'anno queste lavoratrici. Ma nel momento in cui attraverso la medicina narrativa queste storie individuali assumono una dimensione collettiva e divengono dati epidemiologici rilevanti, favoriamo una presa di coscienza, quella di classe.
Aspetti problematici e punti di forza delle lotte contro il Lavoro Gravemente Sfruttato nel Turismo
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Nella discussione sono emersi anche gli aspetti problematici:
Il primo la frammentazione dei lavoratori e delle lavoratrici stagionalisparsi in 2.400 aziende turistiche, una fabbrica diffusa e gigantesca. Pochissimi sono gli alberghi con più di dieci dipendenti.
Il secondo, sono lavoratori e lavoratrici per lo più in transito nel territorio per pochi mesi, pochissimi sono quelli residenti.
Per questo dall'assemblea è stata ribadita l'importanza dei singoli casi emersi in questi anni e anche la scorsa estate, perché pur trattandosi di singoli lavoratori, la loro azione/ribellione ha comunque permesso di produrre conflitto attraverso presidi, vertenze e azioni legali, rompendo i rapporti di classe dentro gli alberghi e spingendo le istituzioni ad intervenire e ad essere presenti insieme ad ADL Cobas nelle trattative contro gli sfruttatori turistici.
Questa è la direzione giusta che va attuata, allargata ed implementata.
Quando una lavoratrice - dopo essere stata buttata fuori in piena notte dal proprietario dell'albergo e con il sostegno dei carabinieri solo per aver chiesto giustamente il suo stipendio - è ritornata dopo un mese presso quella struttura accompagnata da ADL Cobas e dal vice sindaco di Riccione per ritirare assegno e busta paga, quella lavoratrice ha vinto perché non era sola.
Bisogna lavorare perché queste azioni passano divenire azioni collettive, rafforzare la presa di coscienza sulle condizione comune e non abbandonare i lavoratori che vivono la rassegnazione proprio a causa dell'assenza di conflitto, assistenza/supporto legale e sociale nelle aziende turistiche.
Se questi sono gli aspetti problematici si è riflettuto anche su quali azioni mettere in campo e sulla necessità di tracciare una road map delle progettualità che sappiano imporre una nuova agenda politica, quella dei diritti dei lavoratori stagionali.
Per questo l'assemblea conclusiva della due giorni si è soffermata sul nesso fra i referti medici delle lavoratrici raccolti in questi anni, il contesto di lavoro descritto dalle stesse e la nocività del lavoro nel distretto turistico.
Come possiamo ricostruire anche formalmente questo nesso? Attraverso due azioni principali:
  1. costruire un'equipe di attivisti, esperti in materia (medici e psicologi del lavoro, psichiatri, operatori sociali) che si occupino di fare ricerca attraverso la medici narrativa (corpo e relazioni), ricostruendo le storie di vita di queste lavoratrici per arrivare alla pubblicazione di un libro bianco. Favorire azioni di ricerca dentro l'università supportando gli studenti di Scienze della formazione, Infermieristica, Economia del Turismo (Facoltà presenti nel territorio) nella stesura delle tesi sul tema e coinvolgendo le facoltà in questo lavoro.
  2. l'auto-inchiesta sulle condizioni dei luoghi di vita e lavoro fra un piccolo gruppo di lavoratrici stagionali, per poi essere generalizzato come metodo. La narrazione permette di ricostruire un filo nelle storie di vita e di sfruttamento, permette di soffermarsi sugli aspetti più dolorosi (gli abusi, i palpeggiamenti, i ricatti, la violenza fisica e psichica) che sono comuni anche alle altre lavoratrici anche a partire dalla condizione di genere.
Il nostro compito
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Sappiamo che la strada da percorrere è ancora molta, ci troviamo da un lato davanti ad un sistema capitalistico territoriale, quello del distretto turistico, omogeneo, forte e coeso ( si pensi ad esempio a come hanno imposto lo stato d'eccezione e l'emergenza sicuritaria sul tema della vendita ambulante senza licenza), dall'altro fra i lavoratori stagionali una presa di coscienza collettiva ancora non si è data.
La rassegnazione dei lavoratori stagionali è data da più fattori, dicevamo la frammentazione territoriale della fabbrica turistica diffusa, l'essere in transito nel territorio ma anche l'assenza di un conflitto e supporto reale da parte delle organizzazione sindacali confederali che si limitano a vertenze che portano a pochissimi ed effettivi risultati e a difendere lo status quo in attesa di un cambiamento che mai avverrà finché non si agirà sui rapporti di forza in campo oltre ad una cultura lavorista che chiede più lavoro senza interrogarsi minimamente su quali siano le condizioni di quel lavoro. Questo è allora il nostro compito. Per questo già da oggi siamo impegnati a dar seguito a questo percorso.
Salute e diritti nel distretto turistico riminese contro povertà, malattia e Lavoro Gravemente Sfruttato!
Ass.Rumori sinistri - ADL Cobas Rimini