Statte. Tra ricostruzione e bonifica

Statte, dove la ricostruzione gestita dai cittadini non si è mai fermata. Ma la bonifica del territorio non è mai cominciata. Viaggio nel comune polveriera sconvolto dal tornado.

23 / 1 / 2013

Avverrà presumibilmente questa settimana la seconda ispezione del dipartimento pugliese della protezione civile, che dovrà accertare, - attraverso un avanzato sistema di rilevamento aereo - se a Statte vi sia ancora, o meno, la persistenza di amianto nell’aria.

Nel primo rapporto circostanziato, stilato all’indomani del tornado che il 28 Novembre scorso colpì e devastò una fascia considerevole del piccolo centro a Nord di Taranto, trascinando con se tetti, muretti di cinta e spazzando via centinaia di fusti centenari, - alberi che costituivano un minimo riparo per il Comune a ridosso dell’Ilva dalla violenza dei fumi e delle polveri - era stato lo stesso organo direttivo della protezione civile regionale, nel descrivere “ l’evento naturale anomalo e imprevedibile, soprattutto per la concentrazione tale di energia eolica scaricatasi, in risalita dal mare, anche su un pezzo dell’Ilva e sull’abitato stattese, a segnalare il problema della dispersione di amianto”.

Lo stesso sindaco Angelo Miccoli era stato costretto ad emettere un’ordinanza urgente per motivi di salute pubblica, vietando l’accesso all’area residenziale del paese, Montermiti, motivandola con “il rischio concreto che dai tetti delle case e dalle coperture dei capannoni industriali con coibentazioni in amianto, crollati al suolo, si sarebbero potute sprigionare sostanze pericolose e cancerogene”. “Il tornado, in realtà, a Statte, ha soltanto precipitato una situazione ambientale che era già fortemente compromessa, e non solo perché siamo a ridosso dell’Ilva, ma perché ad esempio ci troviamo di fronte alla presenza di numerose discariche che talvolta operano eludendo i controlli”, ci racconta Vincenzo Conte, ex consigliere comunale e fino al 2011 presidente della commissione ambiente del Comune. E lo dimostrano le numerose aree sequestrate negli ultimi anni dai carabinieri del Noe e dalla guardia di finanza, e mai bonificate. Come quella di complessivi 931 mila metri quadrati, in ambito portuale, in concessione demaniale all’Ilva Spa, dove sarebbero stati stoccati gli scarti derivanti dal processo produttivo del siderurgico, senza le prescritte autorizzazioni. Superfici su cui sono stati apposti i sigilli degli organi inquirenti nel 2009. Dove in particolare sarebbero stati smaltiti i rifiuti costituiti dalle polveri prodotte dagli elettrofiltri (apparecchiature che filtrano i prodotti della combustione degli impianti di agglomerazione prima dell’immissione in atmosfera). Polveri che contengono diossina, materiali che, una volta stoccati, necessiterebbero di un opportuna impermeabilizzazione. Polveri che attualmente si troverebbero, invece, in grande quantità all’interno dell’Ilva, nella discarica Mater Gratiae, in cui nonostante la sua classificazione di impianto per rifiuti speciali non pericolosi confluiscono materiali di tutti i generi, compresi grossi sacchi che si presentano spesso lacerati e presumibilmente pieni di amianto, così come si evince dalla etichettatura (“a”)  sovraimpressa, prevista per legge, secondo il codice C.E.R, e come opportunatamente documenta un’ inchiesta del http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/12/15/sacchi-sospetti-nella-discarica-dellilva-lazienda-rifiuti-trattati-secondo-norme/214324/ .

Vicenda su cui ora indaga la procura di Taranto. L’azienda intanto si è affrettata a precisare e chiarire in una nota, “che per quanto riguarda la discarica mater gratiae, in esercizio ed autorizzata, il sito non è stato interessato dal passaggio del tornado e non si sono registrate situazioni di pericolo, ne di dispersione di materiali pericolosi ivi stoccati. Inoltre, i rifiuti sono gestiti conformemente a quanto previsto dalle normative vigenti e nel rispetto della salute e della sicurezza dei lavoratori”. E su cui la stessa Arpa tende a rassicurare, dato “che dopo un sopralluogo del 3 dicembre, analizzando campioni di materiale provenienti dalle macerie, gli esiti analitici hanno evidenziato assenza di amianto”. “Si parla di amianto a Statte solo ora che sono crollati i tetti delle abitazioni, ma è dal 1992, - anno in cui la fibra è stata dichiarato fuorilegge in Italia - che la mater gratiae, una delle discariche Ilva, che si trova a circa 500 metri dal centro abitato, smaltisce questi rifiuti speciali, classificati però alla stregua di rifiuti solidi urbani” prosegue Vincenzo Conte, ora segretario cittadino dei Verdi.

Una bonifica del territorio, non solo non è mai cominciata, ma appare probabilmente impossibile, per la straordinaria diffusione delle polveri nel raggio di centinaia di metri e per la loro assoluta sottigliezza, di dimensioni microscopiche. Il tornado, perciò, è come se avesse dato il colpo di grazia a Statte. Intanto, qui, a nord a Taranto, quasi due mesi dopo quel 28 novembre, in cui uno scirocco soffiato ad oltre duecento cinquanta chilometri orari di media ha lasciato senza un tetto centinaia di cittadini, causato il ferimento di decine di studenti della scuola Leonardo Da Vinci, provocando danni al patrimonio pubblico e privato per decine di milioni di euro, la ricostruzione prosegue dal basso. I cittadini, senza attendere i tempi lunghissimi dei risarcimenti, non hanno mai smesso di lavorare in proprio alla ricostruzione, rifacendo i tetti, riparando le recinzioni e i muretti divelti.

Anche perché, nonostante siano già arrivati quattrocentomila euro, già spesi dal Comune per il rifacimento delle opere di pubblica utilità, ed altri due milioni di euro si attendono dalla Regione sempre per questa settimana; il governo Monti, sciolte le camere, non ha approvato il decreto di calamità naturale, nonostante la senatrice Finocchiaro, visitando la cittadina sconvolta dal tornado, in occasione del tour per le primarie, avesse dichiarato: “Oggi stesso chiamerò Catricalà per ricordagli, anche se adesso ha la testa altrove, che bisogna approvare questo provvedimento”.

Articolo pubblicato sul settimanale Wermag