Lunedì 22 ottobre oltre 250 persone hanno affollato
la più grande assemblea sull’inquinamento e la salute degli ultimi anni a
Napoli. Comitati, reti, associazioni, centri sociali, collettivi studenteschi,
da Libera a Mezzocannone Occupato, da Legambiente a Commons, dai Comitati
Fuochi al comitati no inceneritore di Giugliano, ma anche tanti singoli
cittadini che hanno portato il loro contributo. Un fiume in piena appunto, come
uno degli hastag del movimento, che ha lanciato la manifestazione del prossimo
16 novembre a Napoli. L’intento è quello di collegare le innumerevoli marce che
ci sono state negli ultimi mesi in Campania in un unico corteo. Manifestazioni
davvero molto partecipate come la marcia dei 30mila da Orta di Atella a
Caivano. Per la prima volta le anime laiche e cattoliche del movimento Stop Biocidio
– molto forte nella città di Napoli la prima e decisamente maggioritaria nelle
province di Napoli e Caserta la seconda – si ritrovano nello stesso percorso.
Padre Maurizio Patriciello, i medici dell’Isde e gli agricoltori saranno nella
stessa piazza dei centri sociali e dei collettivi. In mezzo quello che è il
cuore pulsante di questo movimento: i comitati territoriali. E’ su di loro che
graverà il peso organizzativo della manifestazione del 16 novembre. In assemblea interventi serrati di tre
minuti, tutti pieni di accorata passione e di voglia di invertire definitivamente
la rotta delle politiche sulla salute, sull’ambiente e sui rifiuti in Campania.
E non solo. All’assemblea sono intervenuti anche gli attivisti
dell’Associazione Da Sud che a Roma stanno costruendo la rete Stop Biocidio a
cominciare dalla lotta contro la nuova discarica della città di Roma a
Falcognana.
Ed è proprio sull’asse Roma - Napoli che si gioca questa partita.
Il disastro è ormai sotto gli occhi di tutti ed è tempo di proposte e soluzioni.
Bonifiche certo, ma anche in che modo? E soprattutto quali interventi per
l’agricoltura? Ed ancora come assistere con il servizio sanitario nazionale i
cittadini della terra dei veleni?
Le risposte a queste domande dipenderanno molto anche dall’esito della
manifestazione del 16 novembre e dal percorso che comincerà con essa.
Proprio nella giornata di ieri la Commissione Ambiente del Senato ha svolto un
lungo tour nella terra dei fuochi. Le dichiarazioni dei senatori ai giornalisti
non solo lasciano presagire poco di buono ma testimoniano l’approssimazione con
cui questo tema continua ad essere trattato dalla politica. Per il presidente
della commissione Giuseppe Marinello (Pdl) le bonifiche potrebbero essere
affidare addirittura alla Protezione Civile come se il disastro fatto da Guido
Bertolaso, che si discute ora nelle aule di tribunale, non fosse bastato. Ed
ancora c’è chi parla di uno “stato d’emergenza” facendo tornare alla mente le
sciagure dei commissariati straordinari. Alla Camera la settimana scorsa la
discussione sul tema ha dimostrato un accordo di massima tra Pd e Pdl: fuori i
soldi per le bonifiche. Un tema complesso perché proprio sulle bonifiche, molto
spesso con la complicità di funzionari dello Stato, si sono consumate truffe e
disastri ambientali negli ultimi anni. Come non temere quindi che il piano per
le bonifiche, magari inserito in una legge speciale che faciliti gli affidi alle
aziende a discapito dei controlli, non si trasformi in un colossale affare su
cui lucrare?
Dal Pd e dal ministro Orlando arriva uno stop alla proposta – firmata da Mara
Carfagna e, udite udite … Giggino “la polpetta” Cesaro – di una “legge
speciale” per la Campania, anche se in buona sostanza i democratici condividono
la necessità di inviare risorse in Campania. E mentre il governatore della
Regione Campania Stefano Caldoro, quello che vuole l’inceneritore a Giugliano,
gongola, nessuno parla di controllo dei cittadini sulle bonifiche, di
potenziamento del servizio sanitario pubblico per prevenire e curare i tumori,
di uno screening della popolazione, di interventi per fornire alternative al
settore dell’agricoltura.
L’assemblea del 22 ottobre reclama un tavolo immediato con il Ministero della
Salute e quello dell’Ambiente per discutere i provvedimenti. La forza della
manifestazione del 16 novembre dovrebbe far pendere la bilancia da un lato o
dall’altro.
Intanto il prosieguo della manifestazione è ancora in discussione. Due le
proposte principali: l’accampata in Piazza Plebiscito luogo conclusivo della
manifestazione, sul modello dell’accampata di Porta Pia a Roma ed una giornata
di azioni simboliche ma incisive nei luoghi dove vengono appiccati i roghi di
rifiuti speciali.
Proprio per permettere a tutte le anime del movimento di garantire la massima
partecipazione, nei prossimi giorni una fitta agenda di iniziative si
articolerà in giro per la Campania. Si apre il calendario del “verso il 16
novembre”. Assemblee pubbliche come quella a Marano il 24 ottobre prossimo ed a
Boscoreale il 31 ottobre, altre marce come quella a Calvi (Ce) sabato prossimo
contro la centrale a turbogas, ed ancora eventi culturali come quello del 25
ottobre ad Orta di Atella con la presentazione del nuovo libro di Pino Aprile
“Il Sud puzza” con padre Maurizio Patriciello che inviterà tutti a partecipare
alla marcia di Napoli.
Il prossimo 16 novembre l'appuntamento del movimento a Napoli. Una manifestazione il cui esito peserà sul destino del territorio. Ed intanto mentre i comitati si preparano a Roma discutono di "leggi speciali", "stato di emergenza" ed affido delle bonifiche alla protezione civile.
Stop Biocidio: è il momento del #fiumeinpiena
di Antonio Musella
23 / 10 / 2013