Stop climate change: save Venice!

Porto Marghera: iniziativa in appoggio alle contestazioni al vertice di Copenhagen

12 / 12 / 2009

Un centinaio di attivisti dell'Assemblea Permanente contro il rischio chimico di Marghera, dell'Assemblea permanente No Mose di Venezia, dei centri sociali Rivolta e Morion hanno organizzato un'iniziativa nella zona industriale di Marghera a sostegno delle contestazioni al vertice di Copenhagen sul clima e per chiedere la liberazione di tutti gli attivisti arrestati nella capitale danese.

L'iniziativa si è svolta occupando prima per un breve periodo la banchina di attracco delle navi della centrale elettrica a carbone Palladio di Fusina, con esposizione di diversi striscioni, poi la banchina dell'impianto di incenerimento di rifiuti tossico-nocivi SG31.

Con questa protesta si è voluto sottolineare il dato che Porto Marghera con le sue centrali elettriche, gli inceneritori, le industrie contribuisce in modo determinante all'inquinamento da CO2 e polveri sottili non solo del nostro territorio ma dell'intera pianura padana, portando Venezia al quinto posto tra le città più inquinate d'Italia.

Proprio alle sorti di Venezia si è fatto riferimento negli slogan e negli striscioni. Se non si interviene subito con la riduzione delle emissioni, Venezia rischia nei prossimi decenni di essere sommersa dal mare.

Gli attivisti dell'Assemblea Permanente contro il rischio chimico hanno anche sottolineato che esiste un progetto della Regione Veneto per trasformare Porto Marghera nella pattumiera di rifiuti tossico-nocivi di tutta Italia e che la città si sta mobilitando per impedirlo, puntando invece alla sua riconversione eco-compatibile e sulle bonifiche.

Salvare Venezia, Salvare il pianeta, costruire indipendenza da questo modello di sviluppo.

Tommaso e tutti gli altri attivisti LIBERI SUBITO

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