Studenti ancora in piazza contro l'alternanza scuola-lavoro

17 / 11 / 2017

Studenti ancora in piazza in diverse città italiane, per opporsi all’alternanza scuola-lavoro e per rivendicare un modello di istruzione basato sull’apprendimento qualificato, sulla conoscenza critica e svolto all’interno di edifici e strutture adeguate. Le mobilitazioni studentesche, che seguono quelle dello scorso 13 ottobre, cercano di rompere dal basso quel trend di politiche scolastiche degli ultimi anni, in particolare quelle legate alla riforma della Buona Scuola, che disinvestono nella formazione pubblica, mettendola al servizio degli interessi delle grandi multinazionali e di aziende che beneficiano di lavoro gratuito e servile.

L’occasione per tornare in piazza si è presentata con la “Giornata internazionale degli studenti”, che ogni 17 novembre, in occasione dell’anniversario degli eccidi nazisti di studenti e professori cecoslovacchi, ribadisce un concetto tanto fondamentale quanto sempre più vituperato: il “diritto allo studio”.

Nel corso della giornata si sono verificati anche alcuni momenti di tensione con le forze dell’ordine a Milano, quando gli studenti hanno provato ad avvicinarsi alla stazione centrale, negli ultimi mesi divenuta sempre più teatro di retate e rappresaglie contro i migranti (vedi il video di Local Team). Sempre nella città meneghina, nel corso della mattinata ci sono state iniziative e sanzionamenti degli studenti a McDonald’s e Poste Italiane, tra le principali aziende che sfruttano manodopera gratuità grazie all’alternanza scuola-lavoro. Bloccata per due ore la filiale di Zara in corso Buenos Aires.

Milano

Migliaia in piazza a Napoli, dove la mobilitazione studentesca si è intrecciata con la “Marcia degli esclusi”. Studenti, migranti, disoccupati, precari, lavoratori, comitati, occupanti casa hanno sfilato insieme «contro i potenti e gli sfruttatori, contro il razzismo, le politiche securitarie e il ricatto del debito». La marcia è giunta sotto la prefettura dopo aver sanzionato il Banco di Napoli e aver esposto davanti alla sede centrale della Federico II un assegno di 5 milioni di euro, ossia il credito della università nei confronti della regione Campania, fondi da destinare a borse di studio e alloggi (guarda il video sulla pagina facebook di Insurgencia).

Napoli

In Campania, gli studenti sono scesi in piazza anche a Benevento per rivendicare il diritto allo studio sostituito e annientato dalla legge 107 e dall'alternanza scuola-lavoro.

Benevento

Mobilitazioni anche in molte città del Nord-Est. A Trento bloccato per alcune ore il McDonald’s. Si legge nel comunicato del Coordinamento Studenti-Medi: «Sono 10 anni che la scuola viene maltrattata, distrutta, pezzo per pezzo, riforma per riforma: è arrivato il momento di dire basta. Noi studenti, "grazie" all'ultima riforma - che hanno avuto il coraggio di chiamare "Buona Scuola" - siamo costretti a lavorare, ad essere sfruttati per 200 o 400 ore senza avere nulla in cambio. Se l'alternanza non può essere abolita, quello che chiediamo è che l'enorme ricchezza monetaria che produciamo durante i tirocini - attualmente nelle tasche dei datori di lavoro - venga redistribuita all'intera comunità scolastica, costruendo un welfare studentesco che permetta uno studio effettivamente libero ed aperto a tutti: libri e trasporti gratuiti e funzionali così come un più facile accesso alla cultura sono solo esempi».

A Mestre (VE) gli studenti hanno espresso solidarietà ai migranti che dallo scorso martedì si sono mobilitati al centro di Cona e si sono messi in marcia per chiedere diritti ed una collocazione dignitosa. Tra le altre rivendicazioni anche l’urgenza di politiche ambientali che tutelino i territori.

Durante il percorso verso il concentramento del corteo gli studenti di Venezia e Mestre, appena saliti sui mezzi pubblici, hanno presentato un biglietto "alternativo": «non possiamo continuare a pagare centinaia di euro all'anno semplicemente per andare a scuola, stipati in bus strapieni! La ricchezza prodotta dagli studenti in Alternanza deve essere restituita ai giovani attraverso misure di welfare che abbattano anche questo tipo di spese».

Mestre

A Padova gli studenti sono arrivati davanti alla sede di Poste Italiane. Sulla facciata hanno attaccato grandi buste e cartelli contro l’azienda che. oltre a sfruttare manodopera gratuita, organizza anche molti rimpatri di migranti attraverso la sua compagnia aerea. «Lo sfruttamento non è formazione, non vogliamo fare le vostre fotocopie».

Padova

Iniziative anche a Treviso e Schio, dove ci sono stati presidi e assemblee in spazi pubblici.