Sulla giornata di mobilitazione antifascista di sabato 2 dicembre nelle Marche

4 / 12 / 2017

Ieri, sabato 2 dicembre, è stata una giornata importante. In due città della nostra regione, Ancona e Civitanova, siamo scesi in piazza in centinaia, insieme ad altre realtà e tanti singoli cittadini, per ribadire che il fascismo ed i fascisti non possono e non devono essere tollerati.

Ieri è stata una giornata importante perché viviamo in un periodo storico in cui le nuove e le vecchie forme del fascismo non solo vengono tollerate, ma sempre di più, legittimate e considerate parte integrante della dialettica e del dibattito democratico.

Il nostro presente ci racconta, e non da oggi, di uno sdoganamento continuo e quotidiano di parole, simboli e azioni che niente hanno a che fare con la democrazia. Certo, non la democrazia per come la intendiamo noi, ma a pensarci bene, per quello che storicamente ha significato.

Una democrazia che non è certo quella formale, vuota e retorica, dei partiti politici del nostro paese.

Una democrazia che non ha niente a che vedere con le retorica della libertà di parola e di espressione dei media mainstream nel nostro paese, che sono tra i maggiori responsabili di quello sdoganamento politico e culturale nei confronti dei fascisti.

La democrazia, se vogliamo ritornare a dare un senso pieno e concreto alle parole, è necessariamente incompatibile con i fascisti ed il fascismo. La democrazia, nella storia del nostro paese, ha rappresentato un argine, costruito con il sacrificio e il sangue dei partigiani e delle partigiane, che hanno liberato, in armi, il nostro paese, dal fascismo e dai fascisti.

La giornata di ieri, allora, anche se rappresenta solo un piccolo e primo passo collettivo, è stata importante perché ha messo un punto fermo alla possibilità che i fascisti vengano tollerati nelle nostre città, come ormai da troppo tempo siamo abituati a vedere.

La giornata di ieri non risolve certo il problema di un paese o della nostra regione, in cui la barbarie e la guerra tra poveri sembra abbiano preso il sopravvento sulla lotta degli sfruttati per la giustizia sociale e i diritti.  Allo stesso modo, però, segna la volontà e la determinazione di centinaia di persone nel non voler più sopportare l'ipocrisia di chi pensa che il fascismo sia un opinione che può esprimersi liberamente e che debba essere tollerata.

Le nostre città, ogni giorno, vivono delle tantissime lotte che non trovano mai spazio su giornali e televisioni.  Le lotte degli studenti, quelle dei precari e dei migranti. Lotte che hanno un minimo denominatore comune nel rifiuto assoluto del fascismo e del razzismo che sia quello di Salvini, di Casa Pound o di Forza Nuova, perché li riconoscono per quello che sono e sono sempre stati: utili idioti al servizio di chi vuole che niente cambi e tutto rimanga com'è: marionette del potere nella mani dei burattinai di turno.

Il cambiamento e la trasformazione radicale delle nostre vite passa necessariamente per la liberazione da questi finti rivoluzionari. 

Chiudiamo queste poche righe con l'invito alla partecipazione del corteo che si terrà a Roma il 16 dicembre. Un grande corteo che vedrà insieme e unite le lotte che rappresentano materialmente l'argine ad ogni populismo reazionario e intollerante nel nostro paese. Le lotte per i diritti senza confine.

Centri sociali Marche