Mestiza SPA sotto sgombero

Taranto- Giu' le mani dagli spazi occupati

Utente: alegz
21 / 1 / 2014


Dopo quasi un anno dall'ultimazione dei lavori di messa norma, il 22 dicembre scorso, un luogo simbolo della partecipazione e dell'aggregazione dal basso nella città di Taranto, l'ex scuola Martellotta, è stato restituito alla collettività con l'occupazione della struttura da parte del collettivo Mestiza. Dopo una trattativa con l'Amministrazione comunale di Taranto che va avanti da sei anni, ci troviamo oggi a scrivere questa lettera aperta alla città per ribadire con forza che la struttura dell'ex scuola Martellotta è un bene comune e nessuno, inclusa l'amministrazione, può pensare di utilizzarlo per scambi politici o a fini elettorali.

Il 9 gennaio scorso la Giunta di Taranto, in assenza del Sindaco che come tutti sappiamo sta affrontando seri problemi di salute, ha firmato una delibera che affida alla Direzione servizi sociali la gestione dell'edificio, impegnando l'assessorato alle Politiche Giovanili a bandire una gara pubblica per affidare la stessa ad associazioni giovanili per farne un "centro polivalente di aggregazione giovanile". Tale delibera è stata emanata dietro una richiesta avanzata e depositata, come si legge nella stessa, in data 27 dicembre 2013 dall'assessore alle Politiche Giovanili, ossia dopo cinque giorni dall'occupazione della struttura da parte del collettivo Mestiza e nel pieno delle vacanze natalizie. Ora, anche non volendo dubitare della buona fede dell'Amministrazione, non può che apparire evidente e lampante l'assurdità di questo atto e viene da chiederci: come mai, a quasi un anno dalla fine dei lavori, l'Assessore si ricorda di fare una richiesta di assegnazione alla sua direzione e perlopiù in assenza del sindaco, che in questi 6 anni ha gestito la trattativa politica con il collettivo del Cloro Rosso? Evidentemente l'attuale Giunta finge di ignorare la storia della ex Martellotta, del collettivo che la occupava e gli impegni che la stessa Amministrazione ha assunto nel tempo. Riteniamo quindi doveroso rinfrescare la memoria e ricordare che a gennaio del 2011 il sindaco Ezio Stefàno firmò un protocollo d'intesa che impegnava l'Amministrazione a compiere i lavori di adeguamento e messa a norma della struttura per poi assegnarla e farne un centro interculturale di aggregazione giovanile, biblioteca e palestra popolare. È opportuno sottolineare che quel protocollo d'intesa era il risultato di quattro anni di occupazione, in cui il centro sociale aveva reso questa struttura, sottraendola al degrado e all'abbandono, un luogo di aggregazione e partecipazione, attraversato da centinaia di persone e in cui si diffondevano saperi e cultura, diritto allo sport grazie alla palestra popolare, musica e relazioni sociali sottratte al meccanismo della mercificazione. Dopo l'ultimazione dei lavori, in cui la struttura è di nuovo rimasta chiusa e abbandonata, il collettivo Mestiza ha dato vita ad una nuova occupazione per riannodare i fili di quella storia bruscamente interrotta dallo sgombero. Oggi, però, non potendo più celarsi dietro il fantasma della legalità e dell'assenza di agibilità della struttura, la Giunta comunale tenta con un colpo di mano di sovvertire nuovamente la storia di una comunità ma evidentemente anche di togliere valore sia alla firma che alle parole del Sindaco.

Infatti, invece di dare seguito alle promesse e al documento firmato dal Sindaco, la Giunta, dietro richiesta dell'assessore alle Politiche Giovanili, ha firmato, lo ribadiamo, una delibera che impegna l'Amministrazione a indire un bando, nonostante la struttura risulti abbandonata da circa un anno. Troppi indizi portano a pensare che, in assenza del Sindaco, si stia tentando una corsa affannosa ad accaparrarsi il bottino più ricco per poi spenderlo per fini elettorali. Come mai infatti, ci chiediamo, l'assessore ci tiene così tanto a quella struttura, chiusa e ignorata da un anno, da far firmare una delibera urgente, nonostante l'assenza del sindaco e le promesse fatte e sottoscritte riguardo il destino di quella struttura? Forse si sta tentando di "mettere le mani" su qualcosa di concreto da spendere in campagna elettorale?

Invece di nascondersi dietro quelle che a noi appaiono come vuote formule burocratiche, quali "centro di aggregazione" e "gara pubblica per associazioni", l'assessore alle Politiche giovanili e il delegato del Sindaco, dovrebbero forse interrogare davvero il mondo giovanile di questa città. Scoprirebbero che a Taranto negli ultimi mesi sono nate esperienze positive e per certi versi all'avanguardia di partecipazione dal basso, che attraverso l'occupazione di spazi pubblici abbandonati, hanno, nel vuoto politico, morale e sociale causato dalla crisi economica, generato spazi di condivisione, solidarietà, diffusione di cultura e saperi, nonché creato i primi passi per alternative al sistema economico e alla precarietà che stritola le nostre vite. Davvero quest'amministrazione vuole ignorare il fatto che al deserto politico e culturale generato sia da una classe politica miope ed assente che dalla crisi economica, gli spazi sociali occupati rappresentano un'alternativa alla barbarie, alla povertà, alla rassegnazione, al ricatto occupazionale, cui un'intera generazione è destinata? Crediamo sia utile qui ricordare che una delle poche esperienze di politiche per i giovani che potevano rivelarsi positive in città, come quella del Laboratorio urbano Cantiere Maggese, “assegnato tramite bando” ad una cooperativa che evidentemente secondo l'amministrazione possedeva i requisiti per gestirlo, è finita col diventare un locale a scopo di lucro, tra l'altro senza il minimo rispetto del quartiere che lo ospita.

Il Mestiza S.P.A. (spazio polivalente autogestito) nato dall'occupazione del 22 dicembre scorso è uno spazio libero, aperto a tutte e tutti coloro che vogliono condividere saperi e cultura. Promuovere solidarietà oltre gli slogan. L'amministrazione comunale di Taranto non può continuare a negare che se la città risponde alla crisi occupando spazi e rendendoli di nuovo liberi e trasversali, degli spazi di cultura, di aggregazione, di felicità, è grazie a chi mette in gioco il proprio corpo e le proprie forze e non qualche giochetto di potere e manovre di clientelismo pre-elettorale. Al Comune diciamo con forza che non sarà né un lucchetto né messaggi intimidatori, fatti in sordina come nella migliore tradizione di una gestione personalistica e privata di un bene comune, a fermarci. Alla città e a chiunque abbia a cuore le esperienze di auotogestione e occupazione che ormai da mesi esistono e si moltiplicano nella nostra città come fiori in mezzo al deserto, diciamo che i momenti di riappropriazione collettiva di spazi sottraggono le nostre vite ai meccanismi di austerità e sfruttamento imposti dall'alto e come tali vanno sostenuti. Chiediamo quindi, con forza, di sostenere in questo particolare momento l'occupazione del Mestiza SPA così come tutte le altre occupazioni della città, contro il potere che stritola le nostre vite.

C'è chi vive per mettere catene, e chi per romperle. Mestiza non si arrende.